
La Via Clodia, Gole del Biedano
La Via Clodia o “via delle terme” è una delle prime strade consolari romane. Ebbe il compito di assicurare i collegamenti e i commerci con l’Etruria da poco conquistata da Roma. Era la via dell’acqua, perciò la via delle terme amate dai quiriti. Ce ne parla Maria Luisa Berti.
La realizzazione romana della Via consolare Clodia risale al III secolo a.C., in seguito alla conquista del territorio ai danni degli Etruschi. Tra il 273 e il 225 a.C. uno di questi tre magistrati di nome Claudius Canina, Claudius Russus e Claudius Centho potrebbe essere quello che ha dato nome alla strada che venne ampliata e lastricata nel 225 a.C.
La maggior parte degli studiosi ritiene fosse stata costruita su un tracciato etrusco preesistente, infatti tra Pitigliano, Sorano e Sovana ricalcava il percorso delle preesistenti Vie Cave Etrusche. Aveva una larghezza quasi costante di circa 4 metri, che permetteva il passaggio di due carri.

Targa della Via Clodia
Si è potuto ricostruire il tracciato della Via Clodia grazie ai resti dell’antico basolato presenti, ad esempio, nel tratto tra Bracciano ed Oriolo Romano. Alcuni tratti basolati emergono nei territori di Tuscania, Oriolo Romano, Vejano e Blera. Altra fonte per la ricostruzione dell’itinerario della via è la tavola Peutingeriana, una copia del XIII secolo di una cartografia di epoca romana che riproduceva le vie di comunicazione dell’impero, con l’indicazione dei centri principali e delle distanze.
La Via Clodia partiva da Ponte Milvio e fino al X miglio (La Storta) combaciava con la Cassia. Il primo tratto della strada ricalca l’attuale Braccianese – Claudia, da Ponte Galeria fin nei pressi di Bracciano. A questo punto la Clodia si divideva in due rami: l’uno portava alle Acque Apollinares Veteres (Stigliano) e da qui a Tarquinia, mentre l’altro proseguiva per Forum Clodii (S. Liberato vicino Bracciano) e per Blera.

Cascata del fiume Biedano
Da Blera inizia il percorso più interessante e più carico di storia, soprattutto etrusca, della Via Clodia. In pratica si attraversano quasi tutte le necropoli rupestri dell’Etruria, da Barbarano a Blera e Norchia, da Grotta Porcina a Tuscania.
La Clodia passava a circa due chilometri ad Ovest di Barbarano Romano, a poca distanza dall’insediamento antico di S. Giuliano e dalle sue estese necropoli rupestri. L’area archeologica di S. Giuliano è ricchissima anche di percorsi antichi incassati nella roccia tufacea quali la Cava delle Cerquete, la Cava di Sarignano, la Cava del Castelluzzo, la cava del Pisciarello e la scalinata di Greppo Castello. Queste vie, scavate nella roccia, furono utilizzate nel corso dei secoli, anche dopo i Romani.

Il Ponte del Diavolo
La via Clodia poi proseguiva verso il territorio di Blera sul Ponte del Diavolo a tre arcate sul Biedano. Dopo il ponte la strada presenta una delle tagliate più spettacolari del suo percorso: la Cava Buia, lunga circa 400 metri, con pareti alte fino a circa 10 metri, e un’iscrizione romana con il nome di C. Clodius Thalpius, l’autore del restauro. Si attraversa poi il Ponte della Rocca ad arco sul Ricanale e si arriva all’area archeologica di Pian del Vescovo con necropoli etrusche. Molte camere funerarie sono affrescate con scene di vita quotidiana, simboli religiosi e rituali funebri.
La Clodia prosegue verso il sito archeologico di Grotta Porcina (nel territorio del comune di Vetralla) con un monumentale tumulo principesco etrusco del VI sec. a. C. e un altare scolpito nel tufo e decorato con un fregio a bassorilievo con animali di gusto orientalizzante. Esso è inserito in una struttura rupestre teatriforme che permetteva agli spettatori di assistere ai riti funebri.
Si arriva poi a Norchia (Viterbo), uno dei centri etruschi più ricchi di tombe rupestri. Dopo Norchia la Clodia arriva a Tuscania, dove in epoca recente è stato scoperto un tratto di basolato, ma da Tuscania in poi il percorso è piuttosto incerto.
La via Clodia era importante perché collegava le due vie maggiori: l’Aurelia lungo la costa tirrenica e la Cassia che passava nell’entroterra ma, mentre l’Aurelia e la Cassia erano destinate agli spostamenti di truppe su lunghe distanze, la Clodia era una via di corto raggio, che serviva agli scambi commerciali con le colonie etrusche.
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