
Donald Trump balla e brandisce una spada
Nulla riesce più a sorprenderci. Quando agli albori di una prevedibile televisione e informazione intrusiva, occhieggiante dai buchi delle serrature, invasiva e irrispettosa, già preconizzante dell’attuale globalizzazione totalizzante, divenuta ormai rapida e inconsistente come consumare un caffè al bar, di cosa dovremmo sorprenderci.
E quelle ore sofferte, seppur anticipatrici dell’odierna realtà, che tutti provammo, almeno chi ha l’età per ricordarle, di fronte alle immagini in diretta della televisione di Stato che per la prima volta nella sua e nella nostra storia ci mostrava le immagini drammatiche e quelle sì ancora emotivamente coinvolgenti, del dramma di Alfredino Rampi a Vermicino, con un Presidente della Repubblica a soffrine con l’Italia intera… Sono trascorsi quasi 44 anni. Quarantaquattro anni che hanno cambiato il mondo, in meglio o peggio, ce lo diranno gli storici, una cosa è certa, quell’empatia, quella partecipazione commossa per un bambino di sei anni caduto in un pozzo, almeno per i prossimi decenni, guardare più lontano è al di fuori delle nostre capacità, non la proveremo più.

Una palestinese tra le rovine a Gaza
Tutta questa lunga e prolissa introduzione per arrivare dove… al disgusto e allo sdegno per quel video strafottente, irriverente e derisorio che il Presidente degli Stati Uniti d’America, quella nazione che ha teorizzato l’esportazione della democrazia nel mondo, prima con il sostegno a generali e colonnelli golpisti, rovesciando governi, poi con l’invasione contro presunti e reali dittatori, ammantando quelle missioni con false teorie, il tutto con un comune drammatico denominatore, tornarsene a casa lasciando sfacelo e morti, ma di certo senza alcuno straccio di reale e vera democrazia.
Ora quell’America è cambiata, sembra non avere più alcun interesse per le questioni internazionali, per l’esportazione della democrazia, vuole chiudersi nella sua discutibile grandezza e risolvere a modo suo le beghe del mondo, ricattando, minacciando, utilizzando finanza ed economia.
Quell’America, d’accordo con il leader israeliano Netanyahu sul quale pende un mandato d’arresto della Corte penale internazionale (che gli Usa non riconoscono), vogliono terminare di spianare Gaza e costruirvi un villaggio vacanze per ricchi. E per sponsorizzare l’impresa ecco comparire Trump e Netanyahu brindare felici sulle ceneri di Gaza, sulle ceneri di 48 mila morti di cui circa 11 mila bambini e adolescenti. Se ancora c’è qualche leader europeo o mondiale che non si è ancora messo in fila per rendere omaggio a sua Maestà Donald, per favore batta un colpo. Peccato! Nessuno si fa vivo. Non sappiamo se questo preluda ad un mondo migliore o peggiore, di certo è sintomo di un mondo che ha perso l’anima!