Sgambetti a Mattarella
da sinistra e da destra

La Sace è ambita, ambitissima. La società pubblica per l’assicurazione delle commesse estere delle imprese italiane è bramata sia dal Pd sia dal M5S. E adesso è desiderata più che mai. A scatenare la contesa tra i due alleati di governo sono state le nuove misure straordinarie varate dall’esecutivo Conte per impedire il crac delle imprese italiane causato dai contraccolpi economici del Coronavirus.

Sace, Gualtieri, Conte e Di Maio

Gualtieri, Conte e Di Maio

Il decreto legge Cura Italia 2 ha previsto 400 miliardi di euro in favore delle imprese la sera di lunedì 6 marzo, dopo un lunghissimo Consiglio dei ministri. Giuseppe Conte ha sottolineato in una conferenza stampa: è lo sforzo «più poderoso nella storia della Repubblica». Per quattro giorni si sono succeduti incontri e contatti a Palazzo Chigi per cercare di trovare un accordo tra i democratici e i grillini: i primi volevano la Sace nell’orbita del dicastero dell’Economia (il ministro è il democratico Roberto Gualtieri), i secondi in quella della Cassa depositi e prestiti (è guidata dal manager Fabrizio Palermo sostenuto dai pentastellati).

Sace, Sergio Mattarella

Sergio Mattarella

Alla fine il presidente del Consiglio è riuscito a trovare una mediazione tra Gualtieri e Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, ex capo politico del M5S. Lunedì è arrivato il compromesso. Conte ha precisato ai giornalisti: sarà la Sace, «che rimarrà nel perimetro della Cassa depositi e prestiti», ad occuparsi delle garanzie per i prestiti delle banche alle imprese, anche se il decreto ne affida il coordinamento al ministero dell’Economia. In sintesi: sia il Pd e sia il M5S avranno  voce in capitolo per smistare i 400 miliardi di euro per aiutare le imprese.

Gli scontri non si fermano nemmeno davanti alla tragedia causata dalla pandemia, davanti agli oltre 17.000 morti e alla compressione della libertà di movimento degli italiani per cercare di arrestare il contagio. Gli appelli di Sergio Mattarella all’«unità del popolo italiano» di fronte al Covid-19 sono rimasti praticamente inascoltati. I ripetuti appelli accorati del presidente della Repubblica all’unità della maggioranza e all’unità tra quest’ultima e l’opposizione di centro-destra, così come avvenne nel 1945 dopo la caduta del fascismo e la fine della Seconda guerra mondiale, sono caduti nel vuoto.

Sace, Matteo Salvini

Matteo Salvini

Nonostante vari tentativi, non è decollata una strategia unitaria anti pandemia tra il governo giallo-rosso e la triade Salvini, Meloni, Berlusconi. Anzi: la polemica tra il segretario della Lega e il presidente del Consiglio resta infuocata nonostante la tragedia umana, sociale ed economica prodotta dalla pandemia. Così la voce di Mattarella, l’uomo che riscuote in tutti i sondaggi la maggiore fiducia tra gli italiani, è rimasta inascoltata.

Sia a sinistra sia a destra, nei fatti, c’è una certa insofferenza verso il capo dello Stato. Anche LaVerità, un giornale vicino al centro-destra, strattona il presidente della Repubblica. L’ultimo episodio riguarda il fallimento della Banca popolare di Bari. LaVerità ha titolato in prima pagina: «Il ruolo di fratello e nipote di Mattarella nel crac della Banca popolare di Bari». Sgambetti da sinistra e sgambetti da destra.