Cronache di fine anno
sul disastro Capitale

Tombini ostruiti, strade allagate dopo due giorni di pioggia, sacchetti di rifiuti accumulatisi nei giorni di festa che galleggiavano accanto a cassonetti stracolmi. Le cronache di fine anno hanno fotografato una capitale in condizioni pietose. Le immagini di “Spelacchio”, lo sfortunato albero di Natale morto a Piazza Venezia, hanno fatto il giro del mondo e anche il turismo ha cominciato a risentire del degrado urbano. Certo, la “città eterna” continua ad essere la meta italiana più gettonata, ma a dicembre ha accusato un calo del 2,6 per cento rispetto all’anno precedente, mentre Milano registrava un incremento del 6,1 e Venezia del 7,4.

Cronache di fine anno, strade allagate

Strade allagate a Roma

Come ha spiegato David Sermoneta, presidente dei commercianti del centro storico, in un’intervista natalizia: «Quest’anno è mancato soprattutto il turismo di qualità che ha preferito mete più accoglienti… Per essere competitivi con le capitali europee si devono dare servizi. E a Roma sono scadenti: dalla pulizia della città ai trasporti..». La situazione dell’Atac è tale che molti inserzionisti ormai si rifiutano di fare pubblicità sui mezzi di trasporto cittadino per paura di compromettere l’immagine dei loro prodotti. Il rapporto con la francese Igp Decaux, attuale partner per la pubblicità su bus e tram, è scaduto a fine settembre. Atac nel 2009 guadagnava 16,2 milioni dalle pubblicità. Nel 2016 si è fermata a quota 8,3. E il 2018? La sola cosa certa è che andrà ancora peggio.

Inserzioni pubblicitarie

Le cronache di fine anno spiegano anche che il degrado della città e lo stato dei servizi pubblici hanno contribuito al crollo delle vendite natalizie, stimato in un buon venti per cento. Infatti è venuto a mancare il turismo di fascia medio-alta, quello che spende. Come se non bastasse, a Roma non c’è programmazione natalizia, quella che fanno tutte le grandi città per accrescere il loro “appeal”. Le strade del centro apparivano malinconiche, con poche luminarie e addobbi quasi sempre di scarsa qualità.  

A questo punto, l’inadeguatezza della giunta capitolina è ormai sotto gli occhi di tutti e la Raggi sembra in difficoltà anche dentro Cinquestelle. Dai palazzi capitolini filtrano rumors su un ennesimo rimpasto di giunta, ma probabilmente non se ne farà nulla fino alle elezioni politiche di marzo. Poi si vedrà. E si vedrà anche se Grillo e Casaleggio continueranno a sostenere il Campidoglio.

Roberta Lombardi

Intanto il 9 gennaio arriva l’udienza preliminare in cui si deciderà sulla richiesta della Procura che ha chiesto di rinviare a giudizio la Raggi con l’accusa di falso. Molti addetti ai lavori danno per scontato il rinvio. Secondo l’accusa presentata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, la sindaca avrebbe detto il falso alla responsabile anticorruzione del Comune e non avrebbe impedito a Raffaele Marra – suo ex braccio destro sotto processo per corruzione per fatti del 2013 – di partecipare alle procedure di nomina del fratello Renato alla direzione Turismo.

Le conseguenze d’un processo per giorni e giorni sotto i riflettori dei media, in piena campagna elettorale, potrebbero risultare pesanti. Per la sindaca, certo, ma anche per il Movimento. A cominciare da Roberta Lombardi, la candidata governatrice del Lazio, per finire a Luigi Di Maio, il candidato premier sponsor della Raggi, che il 4 marzo si gioca la battaglia della vita. Dentro e fuori Cinquestelle.