Salvini, l’uomo forte
vuole espugnare la Ue

Pugno di ferro con Bruxelles, con i trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo, con i mafiosi, con gli assassini e gli stupratori. Matteo Salvini ha assicurato tra le ovazioni all’assemblea della Lega a Pontida: «La pacchia è finita». Promesse latte e miele, invece, per gli aspiranti pensionati: va cancellata la legge Fornero perché è «ingiusta e disumana». L’altolà dell’Unione europea sul deficit dei conti pubblici italiani è respinto con un afflato populista: «Prima viene la felicità dei popoli». 

Pontida, Matteo Salvini

Matteo Salvini

Salvini s’immerge nel bagno di folla di Pontida in una triplice veste: segretario del Carroccio, vice presidente del Consiglio, ministro dell’Interno. L’ha sparata grossa: «Si rassegnino i compagni: l’Italia che noi governeremo per i prossimi 30 anni, è un’Italia che non ha paura di niente». È vero che l’opposizione di centro-sinistra e quella di Forza Italia è muta e irrilevante davanti all’esecutivo Lega-M5S, ma la certezza di Salvini di poter governare per «i prossimi 30 anni» è un po’ troppo avventata. Stesso discorso vale per la confermata promessa di «cancellare» la Fornero, quando basterebbe rispettare almeno la proposta di correggere il provvedimento introducendo anche il pensionamento alla cosiddetta “quota 100” (somma tra età e anni di contributi).

Per ora le popolarissime promesse, determinanti per il successo nelle elezioni politiche, continuano a prosperare, ma non si vedono le realizzazioni concrete. Gli immigrati continuano a sbarcare in gran parte in Italia: con Bruxelles non è stato spuntato alcun risultato sostanziale (se c’è una riduzione dei flussi si deve agli accordi con la Libia dell’ex ministro dell’Interno Marco Minniti). Manca “la cancellazione”, o “il superamento”, o “la correzione” (secondo le varie promesse) della legge Fornero. Non si vede la flat tax. Non c’è traccia del reddito di cittadinanza, mentre questo progetto era al centro della campagna elettorale dei cinquestelle.

Giancarlo Giorgetti

Salvini, comunque, viaggia con il vento in poppa. Punta al tris: vuole vincere le elezioni europee del 2019 dopo aver trionfato in quelle politiche di marzo e nelle comunali di giugno. I sondaggi gli danno ragione: la Lega sarebbe schizzata a oltre il 30% dei voti dal 17% ottenuto alle politiche.

Il boom ha tante ragioni. Salvini è abile nella comunicazione, ha saputo cogliere le paure degli italiani verso gli immigrati. La scomparsa delle opposizioni, incapaci di proporre una alternativa credibile, gli ha spianato la strada. Giancarlo Giorgetti, braccio destro di Salvini, l’ha capito e lo ha detto a Pontida. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha illustrato una tesi fino a poco tempo fa impensabile: «Non abbiamo più opposizione qui perché il popolo è con noi». Salvini ha vinto in Italia mentre in Francia Emmanuel Macron ha sconfitto l’anno scorso la sua alleata Marine Le Pen.

Adesso, secondo Salvini, la vera opposizione da battere è l’Europa delle multinazionali e della finanza. Ha annunciato: le elezioni europee del 2019 saranno «un referendum fra noi e le élite europee». Il disegno è di portare al successo la destra sovranista e nazionalista europea: «Facciamo cadere il muro di Bruxelles». Ha delineato una grande alleanza delle destre europee: «Io penso a una Lega delle Leghe d’Europa che mette insieme tutti i movimenti liberi e sovrani, che vogliono difendere la propria gente e i propri confini».

Umberto Bossi

È una seria minaccia anche per il Partito popolare europeo di Angela Merkel. Non si sa come andrà a finire. Molto dipenderà dalla capacità delle forze di centro-sinistra e progressiste di dare una risposta alle paure, all’impoverimento del ceto medio e della classe lavoratrice.

Per ora c’è da fare i conti con la politica muscolare, dell’uomo forte, lanciata da Salvini. C’è qualcuno anche nel Carroccio che nutre dei dubbi. Umberto Bossi, critico con Salvini, non si è fatto vedere alla 32° edizione di Pontida. Non è andato all’annuale raduno leghista nemmeno Roberto Maroni. I due ex segretari della Lega hanno dato forfait per la prima volta. Non è un buon segno.

La linea di Salvini per ora paga, ma se non arriveranno i risultati con il reddito di cittadinanza, il taglio delle tasse e la modifica della Fornero, il vento potrebbe cambiare in fretta. Molto in fretta.

 

R.Ru.