L’inviato Moscatelli
promosso dagli studenti

Mercoledì 28 febbraio 2024, l’aula magna del Liceo Scientifico Giuseppe Peano di Monterotondo, ancora una volta, ha fatto da sfondo al progetto “Incontro con l’autore”. Il giornalista ed ex inviato di guerra, Giorgio Moscatelli, ha presentato agli studenti dell’istituto e ai cittadini del territorio, il suo lavoro “Santità faccia finta di pregare. Racconti di un inviato”.

Moscatelli, Lo storico Roberto Tomassini e il professor Alessandro De Luigi tra gli studenti

Lo storico Roberto Tomassini e il professor Alessandro De Luigi tra gli studenti

L’evento si è aperto, come di consuetudine, dai particolari saluti istituzionali del dirigente scolastico Roberta Moncado che ha definito Giorgio un «valore aggiunto» ai ragazzi. 

Sulle note del tema di “La vita è bella”, suonata dall’orchestra dell’istituto, l’ex inviato del Tg2 e del Tg3 è stato introdotto dalla professoressa Bianca Tonetto, la quale ha voluto presentare Giorgio dalle ultime pagine del suo libro: «Queste pagine non mi presentano il Giorgio che io conosco: Giorgio è una persona estremamente ironica. Sposa perfettamente il detto: che cosa resta da fare se non riderci sopra? Questo è lui…». E continua dicendo: «Conosciamo tutti il Giorgio giornalista e inviato speciale ma questo è forse il nulla di quello che è Giorgio nella sua vita privata». La sua carriera ha inizio nel 1968 quando viene promosso cineoperatore e alla vista della sua prima busta paga comincia a ridere perché «ridere è il solo modo di sdrammatizzare i fatti che non avresti mai voluto vedere o raccontare».

Il giornalista ha iniziato la presentazione della sua autobiografia sottolineando le difficoltà del ruolo del giornalista: «Costruire un servizio, una storia e raccontarla e farla vedere a voi che eravate a casa. Credo sia questo l’impegno più bello di un giornalista». Tuttavia, ciò sottrae tempo alla famiglia e agli affetti che, nonostante tutto, a Giorgio sono stati molto vicini. Lui stesso ringrazia sua moglie Liviana, la compagna della sua vita, senza la quale non avrebbe potuto mai fare questo lavoro. «Il giornalista è colui che costruisce la storia» e infatti, in questo libro, Giorgio racconta tante piccole storie.

Il giornalista Giorgio Moscatelli e la professoressa Bianca Tonetto

Molte le domande poste da insegnanti e alunni. In sala era presente anche il consigliere di Roma Capitale Alessia Pieretti. Lo scrittore ha ripercorso i momenti della sua vita descrivendo gli eventi più significativi della storia degli ultimi quarant’anni. Tra momenti di forte drammaticità e di feroce autoironia, Giorgio ha evocato il suo ricordo di Israele, della striscia di Gaza e dell’incontro con il primo ministro israeliano Golda Meir, paragonandola «a sua zia Rosina che viveva nel villaggio Foscato e cucinava delle cotolette panate buonissime».

Da un muro che divide a un muro che cade: nel 1989 Giorgio era in prima fila davanti al Muro di Berlino aspettando il momento della caduta, descrivendo l’atmosfera che trasmetteva chi si abbracciava felice e chi piangeva: «L’emozione si percepiva nell’aria». Accanto a lui c’era una ragazza che guardava il Muro in silenzio, non c’era gioia in quegli occhi, forse un ricordo triste era entrato nei suoi pensieri. C’erano giovani che bevevano una birra spensierati e cantavano “Imagine” di John Lennon. Conclude l’intervento affermando: «Mi sento fortunato perché ho potuto vivere questi avvenimenti dal vivo. Mi sentivo parte della storia».

Moscatelli al lavoro in Mozambico

Giorgio si trovava ad Avellino dove nel 1980 ci fu un sisma di magnitudo 6.9. Anche qui, Giorgio ha descritto dettagliatamente la scena: «Il centro storico era distrutto, non c’erano ancora i soccorsi, una ventina di cadaveri erano stati coperti da un lenzuolo e molte persone piangendo scavavano nelle macerie. In quella situazione sentivo il desiderio di andare ad aiutarli ma le immagini dovevano andare in onda. Questa è stata la spinta che mi ha aiutato a superare questi momenti difficili».

L’evento si è concluso con un grande elogio della professoressa Polzonetti la quale, leggendo un passo, ha detto: «Qui credo che ci siano le due caratteristiche fondamentali del libro: la capacità di vedere e registrare delle immagini in tante situazioni e poi di conoscere. Quello che ho letto è l’idea che tanta umanità si leghi per certi aspetti ad una speranza. Nonostante tratti di avvenimenti drammatici Giorgio lascia sempre uno spiraglio». Questa sua caratteristica si mostra anche nel suo lavoro con i giovani del Tg Peano.