Gli sceriffi del mondo
senza un domani

Gli archeologi si basavano sulle ere geologiche, gli storici sulle epoche, che duravano decine di anni, oggi esperti e commentatori si concentrano su giorni o addirittura ore. Anche grazie al web sembra che il tempo si sia terribilmente accorciato, perché siamo immersi in una attualità che ci coinvolge subito, con soddisfazione o indignazione.

Sceriffi, Donald Trump e Benjamin Netanyahu

Donald Trump e Benjamin Netanyahu

I dittatori come Putin sembrano essere i padroni assoluti di tutto. Però solo Stalin è morto nel suo letto, perché gli altri tiranni sono stati assassinati e spessissimo dai loro pretoriani, come è accaduto per molti imperatori romani.
Leader come Trump o Netanyahu sono per ora soltanto sceriffi. Gli sceriffi sono in America i capi della polizia, coloro cui si chiede di intervenire per prevenire o reprimere singoli crimini, con l’arresto o le pistole. A loro non si chiede di ragionare sui crimini, di capirne le ragioni profonde e di giudicare sulla colpevolezza degli autori di reati. Questo spetta, nelle democrazie, ad altre istituzioni dello Stato, come la giustizia, ma soprattutto la politica. Bisogna punire i giovani che accoltellano altri ragazzi ma spetta al giudice verificare il contesto di un ferimento di un omicidio, mentre la politica dovrebbe chiedersi cosa stia succedendo al mondo giovanile e come porvi efficaci rimedi. E lo stesso si potrebbe dire per l’epidemia di femminicidi e violenze sulle donne che figurano ogni giorno sui nostri giornali.
In sostanza in una società democratica e pluralista non basta la repressione perché occorrerebbe sempre chiedersi cosa succede poi. Non so se vogliamo considerare Netanyahu come lo sceriffo del Medio Oriente, o soltanto come il vice sceriffo di Trump, però tutti e due hanno una cosa in comune: usano la forza per ottenere i risultati, come le polizie, ma senza chiedersi, che succederà dopo?

Bombardamento israeliano a Gaza

Prescindendo dall’orrore che sempre suscita la violenza indiscriminata verso i più deboli, occorrerebbe domandare allo sceriffo Netanyahu, cosa succederà dopo quello che sta facendo a Gaza o all’Iran?
Se si legge l’ottimo libro di Kissinger, L’arte della diplomazia (1994), quale che sia la nostra opinione su questo contestato politico, la sua analisi ci dice due cose molto importanti: la prima riguarda i veri politici. Taillerand, Metternich, von Bismarck ma anche Churchill e Roosevelt si sono certamene occupati di guerre ma soprattutto, e questa è la seconda osservazione di Kissinger, pensavano sempre a restaurare equilibri tra le nazioni che si erano combattute, per ripristinare l’assetto del mondo. Non serviva la distruzione o l’umiliazione dei vinti ma la ricostruzione di un sistema di convivenza. La Conferenza di Versailles che chiuse la Prima guerra mondiale, volle invece umiliare i tedeschi e questa umiliazione generò l’avvento al potere di Hitler. Wilson e Roosevelt crearono prima la Società delle Nazioni e poi l’Onu, perché compresero che il multilateralismo era l’unica soluzione per trovare nuovi equilibri e impedire conflitti e guerre.

In fiamme il sito atomico iraniano di Natanz

Lo sceriffo Netanyahu vuole eliminare Hamas ma per farlo sta massacrando gli innocenti di Gaza. Forse vorrebbe incamerare la Striscia nello stato di Israele, ma che ne farà dei palestinesi? Spostare milioni di persone è una impresa molto ardua, che oggi mi sembra inattuabile, anche perché nessun paese del Medio Oriente accetterebbe di ospitarli. Netanyahu sembra anche ignorare che si possono uccidere le persone ma non l’odio e le ideologie, a chi daranno ascolto i palestinesi massacrati, se non a qualche altro estremista, quale che sia il suo nome?
Vincere contro l’Iran con aerei e bombe, si sta rivelando abbastanza facile per lo sceriffo. Anche uccidere Khamenei, come è avvenuto per gli altri esponenti del regime iraniano, potrebbe essere facile per Israele, ma siamo sicuri che gli iraniani sarebbero contenti di cambiare regime, non per loro volontà ma per l’intervento di uno sceriffo straniero che non distingue tra buoni e cattivi? E quale regime verrà fuori in Iran dopo la fine di quello precedente? E gli altri paesi del Golfo, anche quelli sunniti, saranno felici che Israele colpisca la più grande potenza sciita, o alla fine si sentiranno tutti islamici contro lo sceriffo? Non dimentichiamo che la Giordania, amica dell’Occidente, è gestita ai più alti livelli da palestinesi, che sono presenti in gran numero in quel paese.

Protesta a Washington contro Trump

Anche Trump vuole diventare lo sceriffo ma già molti giudici e grandissime manifestazioni popolari, non vogliono un re e contestano violentemente la scellerata politica di Trump contro gli stranieri, anche quelli che lavorano e pagano le tasse e dei quali l’economia americana ha sempre avuto bisogno. Ma forse l’errore più grande di Trump è quello di colpire le idee, la cultura, i giornalisti e le Università. Sarà fattibile mandare i marines nei grandi giornali o ad Harvard e Yale? Trump ignora che l’ONU e le organizzazioni multilaterali impiegano migliaia di persone di tantissimi paesi diversi: anche qui la battaglia contro di loro sarà incerta e ardua.
I nuovi sceriffi, o aspiranti tali, guardano a domani o dopodomani, ma la storia non ha mai funzionato così. Ottaviano Augusto ci ha messo quasi trent’anni per accentrare il potere tramutando la Repubblica di Roma in un Impero, ma lo ha fatto con grande pazienza e senza distruggere le istituzioni di un paese che è rimasto per secoli il più grande del mondo.
È logico che gli sceriffi si preoccupino di quello che succede tra qualche giorno o tra qualche mese, ma penso che dovranno accorgersi che la storia funziona in tempi lunghi e solo col trascorrere di questi tempi si potrà vedere chi ha vinto o chi ha perso.