Zelensky-Trump.
Quando l’ospite
non è sacro

Donald Trump accoglie Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca

L’ospite è sacro, lo è sempre stato in quasi tutte le culture antiche, lo è, con maggiore o minore enfasi, ancora oggi, soprattutto se invitato. Evidentemente tale atavica abitudine non è più in voga alla Casa Bianca e al suo attuale e temporaneo inquilino. Il finale della vicenda è stato evidente dall’esordio, da quella battuta sarcastica del padrone di casa sull’abbigliamento del presidente ucraino pronunciata proprio sulla soglia d’ingresso.

Poi, non a caso di fronte ad una folta schiera di giornalisti, Presidente e vicepresidente hanno messo in atto il trappolone, la provocazione e si sono spalleggiati nel mettere nell’angolo il malcapitato presidente ucraino. Zelensky colpito nell’orgoglio e in difesa della sua terra, ha reagito, sono volate parole grosse, minacce e insulti. Ovvio che le minacce sono state pronunciate dal più forte, dal rappresentante di quella nazione che troppo spesso pronuncia la parola democrazia, libertà e diritti, avendone però scarsa conoscenza e non facendone nessun reale utilizzo, forte di un unico credo, gli affari, il guadagno e il commercio a modo suo.

L'ospite è sacro, L'incontro tra Zelenky, Trump e Vance alla Casa Bianca

L’incontro tra Zelenky, Trump e Vance alla Casa Bianca

Quindi l’epilogo, l’insultato, l’ospite sacro è stato messo alla porta senza alcun riguardo, ma con un chiaro avviso, «torna quando sarai pronto»… Pronto a cosa, a baciare la sacra pantofola, accettando tutti i diktat pronunciati e imposti dai custodi universali della democrazia? Caro Presidente Donald Trump, caro vicepresidente J.D. Vance, nessuno vi ha mai insegnato che la democrazia è confronto e sintesi delle diverse posizioni e opinioni, questo è l’ABC di un Governo democratico.

In tutto questo rimescolamento di carte, in questa confusione nella quale si trova a navigare l’Occidente e non solo, abbiamo una sola vera e reale preoccupazione, si parla troppo di riarmo, aumento delle spese militari, riconversione delle industrie per la produzione di armamenti, di terza guerra mondiale quasi come un evento inevitabile, ma tutto questo perché, realmente qualcuno crede che Putin voglia o abbia le forze e le capacità per scatenare una guerra in Europa? Cosa si cela dietro questa rincorsa agli armamenti…

Una guerra non la vuole nessuno, tanto meno quel presidente americano un po’ fuori controllo che ha un solo e unico interesse: fare affari e controllare l’economia e la finanza mondiale. Negli Stati Uniti è già un bel pezzo avanti, tutti i “ricconi” hanno fatto a gara per andare a baciare la sacra pantofola, non resta che sperare che il virus non si diffonda.