Libri. “A Crêuza do Diao”
corre tra realtà e fantasia

Suicidio, omicidio, o cosa? Il romanzo giallo A Crêuza do Diao si muove tra realtà e fantasia, tra Trieste e Genova. Da due anni l’opinione pubblica s’interroga sull’intricato caso della morte di Liliana Resinovich, una tranquilla signora di 63 anni di Trieste. 

Resinovich, La locandina della presentazione del romanzo giallo

La locandina della presentazione del romanzo giallo

Il suo cadavere fu trovato in un boschetto del capoluogo del Friuli Venezia Giulia. Alla tragica vicenda si ispira Giorgio Cavagnaro nel libro A Crêuza do Diao. Finale immaginario per una storia vera. Il volume pubblicato da Male Edizioni di Monica Macchioni viene presentato venerdì 15 dicembre a Roma, alle ore 19 nella Cappella Orsini, via di Grottapinta n. 21. Introduce la presentazione Giuliano Compagno, seguono delle letture di Stefania Casini e Pino Calabrese.

Il volume, precisa un comunicato stampa, prende spunto dalla misteriosa vicenda di Lilly Resinovich e dalla leggenda del Sentiero del diavolo. Il 14 dicembre 2021 il cadavere di Liliana Resinovich viene ritrovato in un boschetto urbano a Trieste, e subito la sua triste fine diventa un caso giudiziario e mediatico. Un vero mistero, perché dall’autopsia risulterà che tra la denuncia della sua scomparsa e la data della sua morte sono passate circa due settimane. Dov’è stata Liliana Resinovich in questo arco di tempo? La Procura della repubblica di Trieste archivia il caso come suicidio, contestato però a gran voce da amici, familiari e anche dall’opinione pubblica, visto e analizzato in profondità l’intero scenario di questa morte inspiegabile.

A Crêuza do Diao trasferisce l’azione nella città di Genova, più familiare all’autore, dove Cavagnaro ha cercato di immaginare una soluzione totalmente di fantasia, seguendo le movimentate indagini del sostituto procuratore Arianna Picasso e del suo amico Théo.

«Fin dalle prime pagine camminiamo anche noi sul Sentiero del diavolo, avviluppati da una storia che da subito ti prende al lazo come un infallibile cow-boy e ti trascina senza fiato e curioso fino alla fine» dice Enrica Bonaccorti, prima fan di Cavagnaro ed autrice della postfazione del libro (la prefazione è firmata da Giuliano Compagno).