Portogallo, perché Costa
cancella il paradiso fiscale
per i pensionati stranieri

Con una mossa a sorpresa, il premier portoghese Antonio Costa ha annunciato la cancellazione delle agevolazioni fiscali per i residenti stranieri “non abituali”, quelli che vivono in Portogallo per sei mesi l’anno. C’è anche lo stop al paradiso fiscale dei pensionati esteri in Portogallo. Le nuove regole entreranno in vigore già all’inizio del 2024.

Stop al paradiso fiscale dei pensionati esteri, Antonio Costa

Antonio Costa

La legge attuale prevede un’imposta fissa del 20% per “professionisti qualificati e nomadi digitali”, e del 10% per i pensionati, che – tra l’altro – fino al 2020 godevano dell’esenzione totale. Insomma, un regime da paradiso fiscale di cui attualmente beneficiano molti cittadini stranieri (non solo europei) ma anche emigranti portoghesi che ricevono una pensione dall’estero. Secondo le ultime stime disponibili dell’Inps (2021), sono oltre 3.500 gli italiani che hanno scelto il Portogallo. Complessivamente ne hanno beneficiato circa 10.000 persone, per lo più pensionati francesi e britannici.

Ma questa capacità di attrazione di stranieri benestanti fin dal 2009, anno in cui la prima versione della misura entrò in vigore, era considerata foriera di un incremento dei prezzi degli immobili nelle grandi città e sulla costa. Quasi 15 anni dopo la situazione è diventata esplosiva, al punto che oggi – secondo tutti i sondaggi – il costo dell’abitazione è in testa alle preoccupazioni dei portoghesi. Secondo uno studio della fondazione Francisco Manuel dos Santos, tra il 2012 e il 2021 il prezzo degli alloggi è aumentato del 78% in Portogallo, contro il 35% dell’intera Ue. Solo nell’ultimo anno il balzo è stato dell’11%. E così, l’ondata di stranieri benestanti attirati in Portogallo dalle agevolazioni fiscali ha fatto esplodere i prezzi degli immobili e lievitare le quotazioni degli affitti. Siamo di fronte a una grande bolla immobiliare che – tanto per fare un esempio – ha portato i prezzi delle case di Lisbona al livello di quelli di Roma.

Passeggeri alla stazione ferroviaria di Lisbona

Situazione chiaramente insostenibile per la stragrande maggioranza dei portoghesi, che vivono in un Paese povero dove gli stipendi sono i più bassi dell’UE. Secondo gli ultimi dati dell’Istituto nazionale di statistica, il 60 per cento guadagna meno di mille euro al mese e il 27 tra i mille e i millecinquecento. Quindi l’87 per cento dei portoghesi non supera i 1500 euro al mese e solo lo 0,7 per cento supera i cinquemila.

Preoccupato per la crescita del malcontento popolare e dalla conseguente perdita di consenso del suo PS, il Partito Socialista che ha portato alla maggioranza assoluta in Parlamento, Antonio Costa ha provato a correre ai ripari. Lo ha fatto presentando una legge sugli “affitti sostenibili”, che però prima è stata contestata dal capo dello Stato, poi attaccata dall’opposizione a sostegno dei proprietari che non digeriscono l’obbligo ad affittare le case vuote.

Una via di Lisbona

A questo punto, Costa, viste le polemiche politiche, le proteste di piazza e la lenta ma inesorabile perdita di consenso del PS che nelle ultime elezioni, quelle locali nell’isola di Madeira, ha perduto sei consiglieri, ha deciso di effettuare la mossa del cavallo. Cancellando di colpo le agevolazioni fiscali per i pensionati e professionisti stranieri che poi sono gli acquirenti senza problemi che hanno fatto volare i prezzi delle case nella capitale, nelle città e in Algarve. Tagliare le agevolazioni fiscali agli stranieri benestanti è poi un modo per far mancare l’acqua alla speculazione sulle case e sgonfiare la bolla immobiliare.

Obiettivi che il premier non ha nascosto. «Mantenere in futuro le esenzioni equivarrebbe a prolungare una misura di ingiustizia fiscale ingiustificata e sarebbe un modo indiretto per continuare ad aumentare i prezzi nel mercato immobiliare» ha dichiarato il 3 ottobre in una intervista a CNN Portugal.

Interessante l’accenno all’ingiustizia fiscale che gonfia i redditi dei pensionati stranieri residenti per sei mesi l’anno in Portogallo. A ben guardare, Costa ha fatto sua l’accusa che Bruxelles ha sempre rivolto al Portogallo, cioè di sottrarre reddito imponibile a molti Paesi partner nell’Unione. Una mossa da politico consumato, che potrebbe aumentare le sue possibilità di sbarcare a Bruxelles, dopo le elezioni europee del 9 giugno prossimo, per occupare una poltrona nella nuova Commissione UE.