Augusto allunga
l’Aurelia fino in Gallia  

Ponte Emilio, noto come Ponte Rotto, dal quale iniziava la via Aurelia

Le strade furono una delle nervature fondamentali della civiltà romana, prima della Repubblica e poi dell’Impero. Sulle vie consolari viaggiavano le legioni, le merci, gli scambi culturali tra paesi e popoli diversi. Adesso parliamo della via Aurelia. Pubblichiamo tre articoli di Maria Luisa Berti sulla via consolare che partiva da Roma, attraversava le regioni dell’Italia centrale e settentrionale per arrivare fino in Gallia. Il 25 settembre è uscito il primo pezzo, il 3 ottobre il secondo. Oggi 6 ottobre va in pagina il terzo.

L’Aurelia Nova proseguiva toccando Populonia, Portus Pisanus (Livorno) e Pisa dove si interrompeva sia per la zona paludosa delle Fossae Papirianae, a ridosso della Versilia, sia per la presenza dei briganti, Apuani o Liguri. Per evitare le paludi l’antico tracciato deviò verso Lucca e, passando per Forum Clodi (nei pressi di Viareggio), raggiungeva Luni, attuale Sarzana.

Aurelia Nova, Gaio Giulio Cesare

Gaio Giulio Cesare

Giulio Cesare nel 56 a.C. incaricò Marco Emilio Scauro di costruire una scorciatoia per collegare direttamente Luni a Pisa: fu così costruita l’attuale strada provinciale Sarzanese. Dopo Luni la via incontrava Segesta (Sestri Levante), Genua (Genova), Savo (Savona): qui terminava la via Aurelia Nova prima che l’imperatore Augusto la collegasse con la via Iulia Augusta, che partiva da Piacenza e arrivava ad Arles. Dopo Savona e Albium Ingaunum (Albenga), ad Albintimilium si trova un sito archeologico, attraversato dalla via Iulia Augusta lastricata con calcare bianco; il sito ha portato alla luce le terme, il teatro, le ville, i mosaici e reperti vari di età romana. L’abitato preromano di Albium Intimilium (Ventimiglia) risale al IV sec. a.C. e la città, sviluppatasi attorno ad un accampamento militare, si ampliò con l’apertura della via Iulia Augusta/ Aurelia.

Passando in territorio francese a La Turbie, sul punto più alto della via Aurelia/Iulia Augusta, a picco sul principato di Monaco, si erge il monumento trionfale di Augusto per commemorare la conquista di una quarantina di tribù alpine.

Aurelia Nova, Cesare Ottaviano Augusto

Cesare Ottaviano Augusto

Sulla Costa Azzurra sono stati ritrovati vari resti romani: un mausoleo a Cap Martin; i resti di tre terme, un anfiteatro e un battistero paleocristiano a Cemelenum, sulle colline di Cimiez (Nizza): un ponte romano in pietra a La Gaude. A Forum Julii, ora Frejus, numerosi i ritrovamenti: acquedotto, teatro, anfiteatro, complesso termale, la porta di Gaules e un faro detto la lanterna di Augusto.

La via Aurelia (o Iulia Augusta) termina ad Aquae Sextiae, ora Aix in Provenza, e vicino si trova il sito archeologico di Entremont. L’antico oppidium dei liguri fu distrutto dai romani nel 123 a.C., poi il proconsole Sextius costruì una fortezza vicino a delle sorgenti termali e la chiamò “Aquae Sextius”. Attorno a tale fortezza si svilupparono prima un villaggio, poi una colonia che divenne tanto prosperosa da diventare la capitale della Gallia Narborense. Fu poi devastata dai barbari nel IV secolo. Da Aix la via Iulia Augusta prosegue verso Marsiglia e finisce ad Arles alle foci del Rodano che nel 1891 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità per la ricchezza dei suoi reperti romani, tra cui il teatro, l’anfiteatro, le terme di Costantino, e per i suoi prestigiosi edifici antichi medioevali e moderni.

Terzo articolo – Fine