Campidoglio, chi si fida
dei sondaggi elettorali?

E se domenica prossima a Roma succedesse quello che è accaduto domenica scorsa a Lisbona? Se i sondaggi sulle intenzioni di voto per il Campidoglio fossero completamente sballati come quelli per la guida della capitale portoghese?

Il socialista Fernando Medina, favoritissimo sindaco uscente della capitale portoghese con un vantaggio tra i 6 e i 10 punti percentuali, alla fine è stato clamorosamente sconfitto da Carlos Moeda, ex commissario europeo, che tutti i sondaggi davano per sicuro perdente.Sondaggi, Corsivo

Adesso a Roma tutte le rilevazioni si trovano d’accordo nell’assegnare il primo turno ad Enrico Michetti, candidato voluto dalla Meloni, con il dem Gualtieri secondo. Quindi il ballottaggio si svolgerebbe all’insegna del più classico bipolarismo: centrodestra contro centrosinistra. Con vittoria finale dell’ex ministro Pd che al secondo turno rastrellerebbe una parte degli elettori che avevano votato per Raggi e Calenda.

A prescindere dai sondaggi sbagliati, di cui è piena la storia delle elezioni in mezzo mondo, l’ipotesi che le attuali previsioni per le prossime amministrative romane siano fuorvianti non sembra campata in aria. Perché a Roma, esattamente come è accaduto a Lisbona, ci sono tutte le condizioni per indurre a un sondaggio sbagliato. Per sottostimare un candidato e sovrastimarne un altro.

Intanto il gran numero di indecisi (attorno al 40 per cento), poi l’astensionismo che diventa sempre più massiccio, infine la novità di un candidato sconosciuto come Michetti e di uno come Calenda, poco tracciato sul piano locale.

Che poi, a ben guardare, è esattamente quanto è successo a Lisbona, dove l’indipendente Moedas, presentato dal PSD soffriva nei sondaggi anche per la sua scarsa notorietà. Al contrario del sindaco uscente, il socialista Medina, che però alla fine sarebbe stato punito per la sua scarsa empatia, per quella  “distanza” dalla gente che a volte poteva sembrare arroganza.