I Goti, l’Impero Romano, la Russia, l’Ucraina

Goti, I Goti attraversano il Danubio ed entrano nell'Impero Romano (Da Historie de France, 1870)

I Goti attraversano il Danubio ed entrano nell’Impero Romano (Da Historie de France, 1870)

Anno 376. Valente, Augusto d’Oriente, accoglie in territorio romano, al di qua del Danubio, una moltitudine di Goti fuggita dall’Ucraina e incalzata dagli Unni. Comanda che siano fatti entrare solo guerrieri disarmati, perché vuole arruolarli. Ma la corruzione che alligna nell’esercito e nell’amministrazione farà sì che chiunque possa entrare, con armi al seguito.

A varcare il Danubio, confine dell’Impero, è una massa enorme di rifugiati, forse 500 mila. I successivi abusi e speculazioni dei militari e dei funzionari porteranno i rifugiati all’esasperazione. Alla fine costoro si rivolteranno contro i loro “protettori”, metteranno a ferro e a fuoco intere province, nel 378 distruggeranno un’armata imperiale nella Battaglia di Adrianopoli. Valente, ferito, morirà bruciato, assieme ai suoi soccorritori.

La sconfitta di Adrianopoli è la più rovinosa dai tempi di Canne (216 a.C.) ed è l’inizio della fine dell’Impero romano. Alarico, un Goto della nobile stirpe dei Balti, terrà sotto scacco l’Impero d’Oriente, rivolgendosi poi contro l’Impero d’Occidente.

Vladimir Putin

Assedierà Roma due volte, infine la prenderà con l’inganno e la saccheggerà per tre giorni, grazie anche a insospettabili complicità, accumulando il bottino più ricco che si possa immaginare.

Non si può non ricordare questi eventi, che meritano una riflessione non superficiale, in tempi come questi, in cui si torna a parlare di una guerra che potrebbe coinvolgere l’Europa non solo sul piano della fornitura di armi all’Ucraina.

L’Europa si arma, Putin la minaccia, dicendo che possiede armi atte a colpirla. Siamo veramente alle soglie della Terza Guerra Mondiale?

Come mai si è giunti a questo? Chi spinge per coinvolgerci sempre più a fondo nel conflitto? Forse l’Italia, l’Unione Europea hanno interesse a scendere in guerra con la Russia? Certamente no. Allora, “cui prodest”? C’è solo una risposta, e porta ad additare i fabbricanti d’armi. A volere la guerra sono loro. Già pregustano di festeggiare per avere guadagnato sulle rovine e sui lutti causati.