Processo Open Arms?
Salvini ringrazia
del regalo

Un regalo. Mandare Salvini a processo, come ha fatto il Senato votando sì alla richiesta di autorizzazione a procedere per il caso Open Arms, è un errore politico. Che rischia di trasformarsi in un autentico boomerang per l’attuale maggioranza di governo alla vigilia delle elezioni di settembre.

Open Arms, Matteo Salvini al Senato

Matteo Salvini al Senato

A parte il fatto che scegliere la scorciatoia giudiziaria per regolare i conti politici è sempre sbagliato, in questo caso si tratta di un autentico regalo per il leader leghista. L’autorizzazione di Palazzo Madama è arrivata proprio mentre la popolarità di Salvini sembrava in calo costante. Con i sondaggi a segnalare la perdita di una decina di punti rispetto a un anno fa, quando da ministro dell’Interno che guadagnava consensi su consensi tentò la spallata che mandò in frantumi la maggioranza giallo-verde.

Dalla sceneggiata del Papeete ad oggi per il numero uno legista è stato un lento declino, in Italia e in Europa, dopo è stato isolato perfino da Orban e dai leader sovranisti. L’arrivo del Covid ha fatto il resto, con la crescita della popolarità di Conte, nella sua nuova veste di premier del governo giallo-rosso, e le difficoltà della Lega di trovare uno spazio politico anche nel centrodestra, dove si è trovato a dover fare i conti con la posizione mediana assunta dal “responsabile” Berlusconi e con l’ascesa di Giorgia Meloni.

Open Arms, Matteo Salvini al Papeete un anno fa

Matteo Salvini al Papeete un anno fa

Ma adesso il vento stava cambiando. Ci sono le difficoltà del governo nella gestione della Fase Due e c’è la ripresa degli sbarchi degli immigrati sulle nostre coste proprio in un momento in cui il Coronavirus torna a far paura anche in Europa.

Quindi, politicamente non poteva esserci momento peggiore per mandare a processo l’ex ministro dell’Interno che vietava gli sbarchi bloccando le navi delle Ong e tra queste la spagnola Open Arms. Perché adesso Salvini potrà riprendere alla grande la sua propaganda anti-immigrati. Ha già incominciato: «Non chiedevo una medaglia, ma ora rischio fino a 11 anni di carcere e mi sembra una follia. Bloccare una nave spagnola che pretendeva di arrivare in Italia e passare per sequestratore no, ci sono tanti giudici liberi non sono tutti come Palamara. Mi girano le palle ma sono tranquillo: non ho mai ucciso o sequestrato nessuno, ho fatto quello che avevo promesso di fare agli italiani».

Open Arms, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio

Giuseppe Conte e Luigi Di Maio

A detta del leader della Lega, la decisione di non far sbarcare i migranti a bordo della Ong “fu collegiale”, di Giuseppe Conte e grillini compresi. La prova? Viene rilanciata su Twitter con un filmato dell’epoca che ritrae l’ex ministro Cinquestelle Danilo Toninelli mentre dichiara: «I porti chiusi? Fino ad oggi non Salvini, ma Salvini, il presidente del Consiglio Conte e il sottoscritto decidiamo insieme».

Ma non è finita. Visto che in Lombardia è scoppiato il caso camici e le indagini della magistratura fanno tremare il governatore leghista Fontana, adesso Salvini ha l’occasione per mettere insieme il caso Open Arms e quello dei camici per gli ospedali lombardi denunciando un attacco della magistratura a tutta la Lega. Infatti: «La vicenda di Fontana è ridicola come la mia, è l’unica inchiesta su una donazione di camici. È surreale… è solo un ennesimo attacco alla Lombardia, a Fontana e alla Lega».