Moda senza passerelle
parte per la ripresa

È un momento difficile per la moda. Le settimane delle sfilate sono state annullate per motivi di sicurezza a causa del Covid-19 sia a Milano che a Roma e Firenze. Scomparsi ovviamente tutti gli appuntamenti culturali, artistici o soltanto mondani che da sempre facevano da cornice alla fashion week meneghina o ai giorni dell’alta moda romana. Tutto si è fermato negli ultimi tre mesi di battaglia contro il nuovo coronavirus: le passerelle deserte, gli alberghi svuotati, i negozi chiusi, i giornalisti in smart working.

Moda, Un modello della sfilata Altaroma di luglio 2019

Un modello della sfilata Altaroma di luglio 2019

Come tornare ora alla normalità? Come far ripartire un settore che è il fiore all’occhiello della nostra produzione e di cui il 70% è destinato ai mercati internazionali? È il momento di ripensare l’intero sistema, compreso quello della distribuzione, e ridare linfa vitale al Made in Italy.

È di Carlo Capasa, presidente della Camera della Moda Nazionale Italiana, l’iniziativa Italia we are with you per sostenere la filiera produttiva. All’appello stanno rispondendo i grandi brand, non esclusi Dolce&Gabbana che avevano lasciato la Camera della Moda nel 1998, ben 22 anni fa, per motivi che ora gli stessi stilisti definiscono “futili”, come i contrasti sul calendario delle sfilate, banalità rispetto alla tragedia umana, sociale ed economica che stiamo affrontando ora. Rientrano ora anch’essi per unirsi agli altri brand, anche quelli più piccoli il cui patrimonio di maestranze e creatività è il cuore della moda italiana, perché come recita il vecchio adagio “uniti si vince”.

Moda, Carlo Capasa

Carlo Capasa

La battaglia per la ripresa però si sposta ora su un altro campo, ovviamente quello digitale. La Digital fashion week milanese si svolgerà da 14 al 17 luglio, dopo quelle di Londra e Parigi. Parteciperanno 35 brand che avranno a disposizione 20 minuti ciascuno per presentare le proprie collezioni. Ognuno potrà scegliere modalità diverse e scatenare la propria creatività digitale. Certo mancheranno la ressa per accreditarsi, la folla di ospiti agghindati per la celebrazione del rito della moda, la calca di fotografi agguerriti. Niente incursioni nel backstage, ma importante che il grande palcoscenico si rimetta in moto e ridia fiato all’economia in attesa di tempi migliori.

Moda, Domenico Dolce e Stefano Gabbana

Domenico Dolce e Stefano Gabbana

Anche Pitti Immagine ha dovuto arrendersi agli effetti del Covid. Sono state cancellate tutte le fiere del 2020, che erano state ri-programmate in settembre, a partire dal Pitti Uomo, Pitti Bimbo, Pitti Filati e Fragranze che si svolgono a Firenze. L’incontro espositori-buyer e dunque il business, per quest’anno, è stato affidato alla piattaforma digitale Pitti Connect, che sul fronte moda uomo sarà online da fine giugno-inizio luglio.

E Altaroma? L’appuntamento con l’Alta Moda è slittato a settembre e ancora non sono state definite né date né location. Tutto dipenderà dall’andamento dell’epidemia e dal numero dei contagi nella capitale, nella speranza che nel frattempo i casi siano esauriti e tutto possa riprendere da dove l’avevamo lasciato a gennaio.

Pitti Immagine Uomo

Accanto alle collezioni dei “grandi” attese le proposte dei giovani delle prestigiose accademie capitoline che negli ultimi anni hanno avuto un ruolo preponderante nella manifestazione di Altaroma e quelle dei brand emergenti che producano in Italia a cui il progetto Showcase si propone di offrire il supporto necessario per il lancio, lo sviluppo e la visibilità del marchio e del prodotto.

Giovane stilista ad Altaroma

Il Covid-19 con relativo lockdown ha determinato un cambio di scenari anche in casa Gucci. Il direttore creativo Alessandro Michele, in merito al futuro della maison, ha dichiarato che le prossime collezioni saranno «due e due soltanto (primavera e autunno ndr), per attraversare il presente in maniera più adeguata… Continuare con cinque collezioni all’anno sarebbe sbagliato».

E questo per rendere il mondo della moda più sostenibile. Non è un cambiamento da poco trasformare il carosello di cinque sfilate nel ben più sobrio appuntamento soltanto due volte l’anno.

Nessuna sfilata quindi a settembre, solo a luglio la presentazione di quella che avrebbe dovuto essere la “cruise” 2021 che per forza di cose è diventata tutt’altro. «L’ho intitolata “Epilogo”- ha dichiarato lo stilista in videoconferenza lo scorso 24 maggio – conterrà tutto quello che più amo, presente e passato, e la farò indossare ai ragazzi del mio ufficio stile. Mi pare il modo migliore per chiudere quest’epoca».