La crescita economica è diventata quasi una scommessa impossibile per l’Italia. La povertà diffusa pesa. Le crisi economiche internazionali hanno colpito molti paesi, ma solo il nostro fatica a risollevarsi. Diminuisce nel Belpaese il reddito reale e aumentano precarietà del lavoro e debito pubblico. I sovranisti imputano tutti i guai all’euro ma non è esattamente così. Cerchiamo di capire il problema con alcuni articoli di approfondimento.
![Salvini trumpiano, Matteo Salvini con il segretario di Stato Usa Mike Pompeo](https://www.sfogliaroma.it/wp-content/uploads/2019/06/Salvini-1.jpg)
Matteo Salvini a Washington con il segretario di Stato Usa Mike Pompeo
Conte e Salvini: il presidente del Consiglio formale e quello sostanziale. Conte è il premier che ha avuto la fiducia del Parlamento, Salvini trumpiano è il premier ombra che ha stravinto le elezioni europee con il 34% dei voti e subito dopo è andato negli Stati Uniti. Giuseppe Conte è il professore senza un partito e senza la forza di un consenso elettorale, Matteo Salvini è il segretario della Lega divenuta il primo partito italiano. Conte è spinto in un angolo.
Le distanze tra il garbato giurista e il ruvido Capitano del Carroccio sono ampie da tempo ma adesso sono diventate un fossato. Il primo tratta con la commissione europea (e con la Merkel e Macron) per evitare all’Italia la procedura d’infrazione per debito pubblico eccessivo, il secondo continua a polemizzare con Bruxelles, Berlino e Parigi.
![Salvini trumpiano, Giuseppe Conte](https://www.sfogliaroma.it/wp-content/uploads/2019/06/conte.jpg)
Giuseppe Conte
Il presidente del Consiglio vuole scongiurare la procedura d’infrazione perché «farà male» all’Italia, metterebbe «a rischio i risparmi». Perciò ha convocato vertici a ripetizione a Palazzo Chigi. A Salvini e a Di Maio, le due colonne del governo Lega-M5S, ha chiesto e chiede «un mandato pieno a trattare» con Bruxelles. Ha detto basta «con i proclami da campagna elettorale» sullo sforamento dei limiti al debito e al deficit pubblico, due regole alla base dell’euro.
Di Maio, reduce dalla batosta delle europee, non ha posto problemi. Salvini prima ha concesso piena fiducia a Conte, poi ha ripreso a strattonare. Il vice presidente del Consiglio e ministro dell’Interno leghista gioca a tutto campo: in politica estera, in economia, nei rapporti istituzionali. Si muove sempre di più da presidente del Consiglio. Salvini sovranista loda Donald Trump e accantona il vecchio amore per Vladimir Putin. A metà giugno va a Washington: «Gli Usa devono essere il nostro modello». Incontra, però, il segretario di Stato Mike Pompeo e poi il vicepresidente Mike Pence, ma non il potente inquilino della Casa Bianca.
![Salvini trumpiano, Palazzo Chigi](https://www.sfogliaroma.it/wp-content/uploads/2019/06/Angolo-Palazzo-Chigi-e1561334153102-225x300.jpg)
Palazzo Chigi
Alza la voce. Salvini trumpiano vuole tagliare le imposte con la flat tax per 15 miliardi di euro: «Se non me la dovessero far fare, io saluto e me ne vado». Rincara: evitare la procedura d’infrazione europea «è obiettivo di tutti ma non a ogni costo». Mette sul piatto, di fatto, la crisi di governo e l’ipotesi delle elezioni politiche anticipate forse già a settembre.
Salvini, secondo molti, punta a fare il presidente del Consiglio, spodestando Conte. L’attuale inquilino di Palazzo Chigi è scaramantico: «Salvini ha una vita davanti a sé per fare il premier, se e quando si creeranno le condizioni. Non in questa legislatura».
Salvini trumpiano accelera e frena. Frena assicurando: il governo «durerà altri 4 anni». Accelera appoggiandosi al presidente populista populista americano. Chiede di anticipare la manovra economica di ottobre: «Dovrà essere trumpiana». Torna a polemizzare con la Ue: «A Bruxelles si mettano l’anima in pace. Nel 2020 non tutti ma tanti italiani pagheranno meno tasse. Servono almeno 15 miliardi che sono già trovati». In questo caso Salvini veste i panni del ministro dell’Economia, il dicastero del tecnico Tria. Le traversie politiche dell’Italia somigliano a un film giallo. Alfred Hitchcock avvertiva: «Un buon giallo è come un incubo: se ne assapora il buono al risveglio».
Terzo articolo – Segue