Piano B di Lufthansa:
svuotare l’Alitalia

La vittoria di Lega e Cinquestelle alle politiche ha complicato la trattativa per la vendita Alitalia. E così Lufthansa, dopo aver confermato l’interesse all’acquisto, ha messo a punto il piano B: l’aggressione del mercato italiano per indebolire ulteriormente la nostra ex compagnia di bandiera attualmente in amministrazione controllata.

Piano B Lufthansa, Aereo A320-200

Aereo Lufthansa A320-200

Alla vigilia del voto, l’accordo con il colosso aereo di Colonia sembrava cosa fatta. Un autorevole quotidiano economico tedesco aveva pubblicato i dettagli della bozza di contratto, sottoposta ai commissari liquidatori nominati dal governo di Roma. Ormai restava solo un nodo, quello dei tagli. I tedeschi prevedevano una ristrutturazione dell’azienda con duemila dipendenti in meno, mentre i negoziatori italiani chiedevano uno sconto. Si poteva chiudere con 1500 tagli, ma a febbraio il governo ha preferito rinviare la firma. Alla vigilia del 4 marzo, il Pd non se la sentiva di regalare un argomento del genere alla campagna elettorale degli avversari.

Una cautela che tuttavia non è servita a molto. Perché Cinquestelle e Lega hanno stravinto le elezioni del 4 marzo e il Pd è precipitato al suo minimo storico. Adesso però la trattativa per la cessione dell’Alitalia, che secondo il bando di gara dovrebbe essere chiusa entro il 30 aprile, diventa tutta in salita. Le difficoltà vengono dall’ostilità di Salvini e Di Maio all’ipotesi Lufthansa e, comunque, alla vendita a un concorrente straniero. Anche se con sfumature diverse, Salvini e Di Maio, prima del 4 marzo, si erano già schierati per il ritorno del controllo pubblico.

Carsten Spohr

Così l’amministratore delegato del colosso tedesco, Carsten Sphor, ha deciso di mettere subito le mani avanti: «Restiamo pronti all’acquisto se ci offrono una chance. Ma devo ripetere che Alitalia nelle attuali condizioni per noi non è interessante. Lo sarebbe un’azienda ristrutturata». Poi ha aggiunto: «Le recenti elezioni non hanno certo accelerato il necessario processo di ristrutturazione… Un processo senza il quale non abbiamo interesse ad entrare in Alitalia».

Allora ecco il piano B. Forte di un risultato economico senza precedenti (quasi due miliardi e mezzo di utile netto nel 2017) e in attesa di capire come si evolverà la situazione in Italia, Lufthansa ha deciso di aggredire il mercato italiano. A partire dal 25 marzo, le compagnie aeree del gruppo (Lufthansa, Austrian Airlines, Swiss, Eurowings e Brussels Airlines) aumenteranno dell’11 per cento le frequenze settimanali da e per l’Italia passando da 1172 a 1304.

Lufthansa crescerà in Italia del 23 per cento. Eurowings del 13. 21 aeroporti serviti dalle compagnie del gruppo, godranno di una “capacità supplementare” durante il prossimo orario estivo. Roma Fiumicino avrà un incremento di capacità del 14 per cento con 22 frequenze settimanali in più per Monaco, Francoforte, Düsseldorf e Bruxelles. Genova avrà 17 nuove frequenze settimanali per Monaco e per Francoforte. Milano 15 voli aggiuntivi.

Carlo Calenda

Anche gli scali stagionali verranno coinvolti nell’operazione. Con forti incrementi dei voli da e per Lamezia Terme, Olbia e Cagliari. Ma è solo l’inizio, perché come ha anticipato Steffen Weinstok, responsabile Lufthansa per l’Italia, è previsto «un rafforzamento ulteriore in tutto il 2018». Salvini e Di Maio sono avvertiti. Perché come ha più volte detto il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda è inutile farsi illusioni: «Alitalia da sola non ce la può fare».