Nicole, una bambina barese di 7 anni, vuole fare il sindaco e ha scritto al primo cittadino della sua città Antonio Decaro. Come ha sottolineato ‘Il Corriere del Mezzogiorno’ ha premesso: «Mi devi dire la scuola per fare il sindaco». Ha indicato anche il suo programma elettorale: «Quando sarò sindaco vorrei pulire le strade, togliere le bombolette e ridipingere i palazzi. Ti dico queste cose così lo fai tu e non dovrò farlo io».
Sicuramente il sindaco Pd di Bari avrà bisogno di aiuto, ma la piccola Nicole dovrebbe pensare soprattutto a Virginia Raggi. La sindaca grillina di Roma ha bisogno di soccorso per affrontare e risolvere il rebus rifiuti, che da problema si è tramutato in tragedia. La capitale è in ginocchio da quando tre anni fa chiuse, perché stracolma, la mega discarica di Malagrotta, un enorme cratere ampio come 16 campi di calcio situato alle porte della città.
La capitale, poco dedita alla raccolta differenziata e al recupero dei materiali, senza inceneritori è collassata. I cassonetti sono ricolmi di immondizia e per i cittadini, molte volte, è perfino impossibile avvicinarsi. È impossibile raggiungerli per riporre il sacchetto con le plastiche, gli scarti alimentari e l’”indifferenziata” perché il marciapiede e la strada sono costellati da fagotti, cartoni, cassette e ogni genere di sporcizia.
In più da qualche anno, i cassonetti sono presidiati da stuoli di gabbiani affamati in cerca di cibo. Gli uccelli, con il lungo becco e con le zampe rompono i sacchetti e mangiano tutto ciò che è commestibile. L’arrivo dei gabbiani a Roma è significativo: la comparsa degli “spazzini del mare” presenti nei porti, è il segno che la città è sempre più sporca. Solo qualche persona audace osa effettuare un pericoloso slalom nel terreno cosparso di rifiuti e sfidare gli aggressivi becchi dei gabbiani per riporre disciplinatamente il sacchetto nel cassonetto “di competenza” e gettare le bottiglie di vetro nella apposita campana. Certo il servizio non è a buon mercato: l’Ama (azienda municipalizzata per la nettezza urbana) costa 720 milioni di euro l’anno.
Virginia Raggi fin dalla sua elezione a sindaco dello scorso giugno, ha considerato i rifiuti tra le principali emergenze da risolvere. Scartata la strada degli inceneritori, bocciata sia da lei sia dal M5S, ha teorizzato la necessità di realizzare “il ciclo dei rifiuti”. Di fatto, però, si è percorsa la strada del passato: una valanga di Tir e di treni per “esportare” fuori della città eterna l’immondizia. In particolare: 200 Tir al giorno partono verso 55 località diverse di 10 regioni italiane mentre decine di treni ogni mese sferragliano verso 4-5 paesi europei “ospitali”. L’”ospitalità” è molto costosa per i romani ed è un grande affare per i destinatari dell’immondizia. Le 70.000 tonnellate di rifiuti l’anno che vanno in Austria, ad esempio, costano 140 euro a tonnellata ai contribuenti romani.
I rifiuti indifferenziati vengono smaltiti soprattutto da un inceneritore nei pressi di Vienna, altrimenti sotto utilizzato. Da lì esce energia che serve a riscaldare la capitale austriaca, nessun inquinamento perché la tecnologia è molto avanzata. Del resto accade in molti casi anche in Italia. È quello che succede con l’inceneritore a Brescia: nessun inquinamento, meno tasse sui rifiuti per i bresciani e riscaldamento in parte garantito.
La sindaca della capitale lo scorso ottobre ha indicato i tre obiettivi fondamentali della sua giunta: “Trasporti, rifiuti e trasparenza”. Ma da allora alla Raggi è capitato di tutto: avvisi di garanzia sono piovuti sulla giunta; Raffaele Marra, ex fedelissimo della Raggi e capo del personale del comune, è stato arrestato per corruzione; l’assessora Paola Muraro si è dimessa perché indagata per reati ambientali, la stessa Raggi è indagata per falso ed abuso di ufficio.
Nel frattempo per i romani prendere un autobus è un’impresa come pure avere i cassonetti dei rifiuti puliti sotto casa. Eppure il miracolo è riuscito quando, lo scorso 25 marzo, si sono riuniti a Roma i 27 capi di stato e di governo della Ue per festeggiare i 60 anni di vita dell’unità europea. Però il miracolo è presto svanito: terminata la festa del 60° compleanno della Ue, i cassonetti sono tornati ad essere colmi di immondizia e maleodoranti. Ironia della sorte: i romani pagano le tasse più alte d’Italia per la nettezza urbana per avere il peggiore servizio.
Il soccorso della piccola Nicole a Virginia Raggi è urgente. Se la bambina barese non si dovesse decidere a scrivere una lettera anche a lei, allora è meglio che sia la sindaca di Roma a chiedere aiuto a Nicole.