Prestito Alitalia
ancora intatto

A che punto è l’asta per la vendita della ex compagnia aerea di bandiera? Ad un punto morto, sembra. Un passaggio chiave per capire come andrà a finire è il prestito Alitalia, il cosiddetto prestito ponte. Ma per saperne di più bisognerà aspettare il 21 luglio, quando i magnifici 18 che hanno manifestato interesse all’acquisto della compagnia aerea dovranno presentare le offerte “non vincolanti”. L’operazione dovrebbe concludersi entro fine ottobre, con la presentazione delle proposte d’acquisto: le offerte “vincolanti”. Tutto questo sulla carta. Perché del bilancio 2016, che doveva essere depositato ad aprile, non c’è traccia e non si capisce chi possa permettersi il lusso di comprare un’azienda in dissesto i cui conti non sono disponibili.

Aereo Alitalia

Aereo Alitalia

L’ipotesi più probabile è che siamo di fronte a una seduta di riscaldamento, in vista della partita vera che sarà rinviata al 2018. I commissari (Gubitosi, Laghi, Paleari) hanno un mandato di sei mesi, ma a novembre, verificata l’impossibilità di cedere la società, potrebbero chiedere una proroga, in modo da scavalcare le elezioni politiche del 2018 e lasciare la patata bollente al prossimo governo, quello che subentrerà all’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni.

Fantapolitica? Può darsi, ma le poche notizie sulle prime settimane di gestione della troika commissariale, inserite in un quadro comprensibile, portano tutte in direzione della proroga. Dalla mancata presentazione del bilancio 2016 alla dichiarazione fatta in Parlamento dal ministro Calenda, secondo cui i dati dell’Alitalia – come prevede la legge – verranno presentati dai commissari entro sei mesi dall’insediamento. Cioè ai primi di novembre.

Carlo Calenda

Carlo Calenda

Ci sono poi le “veline” passate ai giornali sulla (pessima) gestione degli arabi di Etihad, durata poco più di due anni e chiusa il 2 maggio scorso con la dichiarazione di crisi. A pesare sull’ultimo crac (il terzo in meno di dieci anni) non ci sarebbe stato solo il mancato incremento dei collegamenti a lungo raggio, i soli che avrebbero potuto rimpinguare la cassa, ma anche il mancato controllo di una serie di costi fuori mercato. Il carburante, il leasing degli aeromobili, la manutenzione della flotta e perfino i sistema di prenotazione e vendita dei biglietti erano tra il 20 e il 30 per cento superiori a quelli della concorrenza. Risultato: a fine 2015, come documenta l’ultimo bilancio disponibile, a fronte di tre miliardi di ricavi, i costi della compagnia hanno superato i tre miliardi e mezzo di euro.

E così adesso i commissari, usando i poteri di cui dispongono  in base alla legge, si sono messi a tagliare con il macete. Cambio di gestione per la pulizia degli aerei, affidata dal 5 luglio alla cooperativa Sp, con “notevole risparmio” fa sapere l’Alitalia, ma poi nasce un problema con l’Enac (l’ente di controllo), perché la Sp non ha ancora tutte le licenze per poter operare e salta fuori un verbale dove c’è scritto che la società «garantirà la pulizia completa di un volo su quattro».

Alitalia ha anche sospeso i pagamenti delle obbligazioni emesse due anni fa, il 30 luglio 2015. A fine mese, perciò, non arriverà la prevista cedola annua del 5,25% sul bond da 375 milioni di euro, quotato alla Borsa di Dublino. A farne le spese sarà soprattutto Generali, che di quel prestito obbligazionario ha sottoscritto 300 milioni di euro. Tutto congelato. Era nei poteri della gestione commissariale.

Aereo Etihad

Aereo Etihad

Grazie a questa drastica cura, nel suo primo mese di gestione la troika è riuscita a non utilizzare un solo euro dei 600 milioni di prestito ponte Alitalia, concesso dal governo per consentire alla compagnia di continuare altri sei mesi. Intanto i ricavi di maggio sono aumentati di 10 milioni di euro rispetto al 2016, consentendo il pareggio di cassa proprio alla vigilia del trimestre luglio-settembre, che tradizionalmente è il più redditizio dell’anno.  E il “tesoretto” del prestito Alitalia resterebbe intatto o quasi anche nei prossimi mesi.

Sono tutti indizi che portano alla stessa conclusione: i commissari stanno puntando a rinviare l’utilizzo del prestito Alitalia ai primi mesi del 2018. Da qui il sospetto che adesso il loro primo obiettivo sia quello di consentire al governo Gentiloni di scavalcare le elezioni politiche che dovrebbero svolgersi, guarda caso, all’inizio dell’anno prossimo.