“Viaggio con il Diavolo”,
il libro di Zagni su Mozart

Viaggio con il Diavolo, "Viaggio con il Diavolo", il libro di Giancarlo Ghiddon Zagni

“Viaggio con il Diavolo”, il libro di Giancarlo Ghiddon Zagni

L’Aula Magna del Liceo Scientifico G. Peano a Monterotondo si è riempita per l’evento “Mozart e Costanza: la musica, la vita”. Un titolo che non è solo un omaggio all’immenso compositore austriaco e alla sua compagna di vita, ma anche un racconto intimo, un ponte tra generazioni, e il punto d’incontro tra passione, impegno e visione educativa.

La serata del 25 maggio, ideata e diretta da Paola Prandi, ha rappresentato un perfetto connubio tra letteratura, musica e testimonianza civile. Al centro, la presentazione del libro “Viaggio con il Diavolo” di Giancarlo Ghiddon Zagni, artista e formatore scomparso, ma vivo nella memoria collettiva. È un’opera originale in cui Mozart, Costanza e il librettista Lorenzo Da Ponte diventano personaggi narranti. L’iniziativa è inserita nel progetto “Maggio di Cultura”, nato nel 2024 per unire le realtà associative del territorio in un’unica rete culturale.
Quest’anno il tema portante è “arte, amore e sentimento”, una cornice perfetta per l’opera di Zagni, che proprio in questa scuola, circa 30 anni fa, tenne un corso di teatro considerato da molti ex studenti un’esperienza di vita trasformativa.

Viaggio con il Diavolo, L'Aula Magna del Liceo Scientifico G. Peano di Monterotondo

L’Aula Magna del Liceo Scientifico G. Peano di Monterotondo

Tra questi, Ramona Loiacono, che ha ricordato con nostalgia i giorni in cui Giancarlo entrava in aula non per insegnare regole, ma per accendere scintille. «Non cercava attori, ma persone», ha detto commossa. Rimase colpita da una frase: «In teatro la verità si capisce anche quando si finge» e con questo ha voluto evocare il suo ricordo perché la sua conoscenza «È stata per me un’esperienza di vita che mi ha resa una protagonista». Parole sentite sono arrivate anche dall’Assessore alla Cultura Alessandra Clementini, che ha sottolineato l’importanza del lavoro in rete e della funzione culturale che il Liceo Peano sta consolidando. «Non è solo una scuola, ma un polo di cultura, un punto di partenza e mai di arrivo».

Tra gli interventi più sentiti della serata, quello dell’editore dell’opera Germano Bertin, che ha offerto una lettura profonda del testo: «Ogni parola è scelta con cura. È un libro che parla anche attraverso ciò che non è scritto. È un cerchio che si chiude, un inno alla vita».

Alessandra Clementini

Il “diavolo” del titolo è sì un cane, ma anche un simbolo: il filo rosso che intreccia arte, destino e speranza. «Scorrono – osserva Bertin nella prefazione – come fogli sospinti da un vento sottile, talora impetuoso, persino impietoso, i giorni di Amadeus raccontati in queste pagine, coinvolgenti e dense». In queste righe prende forma un Mozart che è genio e uomo, fragile e potente: vero. «Tracce, indelebili, indimenticabili, identificabili» – come le definisce l’editore – capaci di parlare all’intimo di ciascuno e restituire, dopo ogni pagina, il riconoscimento di uno spartito interiore che appartiene a tutti.
Per accompagnare il lettore in questo viaggio emotivo e intellettuale, Bertin ha voluto arricchire il volume con parole aggiunte ai titoli di ogni capitolo, vere e proprie chiavi di lettura che suggeriscono un’intenzione nascosta e con QR code musicali che offrono una colonna sonora personalizzata: un ascolto che fonde lettura e musica in un’unica esperienza sensoriale. Un’opera che si chiude con il Requiem, ultimo atto incompiuto di Mozart, ma che per l’autore e per chi lo legge diventa il primo gesto di rinascita. Conclude Bertin: «è musica, che resta».

Germano Bertin

Commovente e sincero l’intervento di Giorgio Moscatelli, amico stretto di Giancarlo Zagni, che ha voluto condividere alcuni ricordi personali, brevi ma ricchi di significato. Passeggiavamo spesso insieme – ha raccontato – e lui, ogni tanto, si chinava a terra. Gli chiedevo: «Che cerchi?» E lui, con il suo sorriso ironico, mi rispondeva: «Quadrifogli. Perché continuo a sperare che la fortuna esista». Un gesto semplice che dice molto di un uomo curioso, positivo, capace di vedere il possibile anche dove sembrava nascosto.
In un altro episodio, Moscatelli ha ricordato di essere stato convocato da Giancarlo con urgenza. “Mi telefonò e mi disse: «Vieni da me, ho un copione per te.» Era un testo di Luchino Visconti. Ma non dovevo leggerlo, dovevo recitarlo. «Mi serve un attore», mi disse. All’inizio ho esitato, ma poi mi sono lasciato coinvolgere. Fu un’esperienza intensa, che purtroppo si interruppe per la malattia di Daniel”.

Giusi Ledda e Andrea Lucarelli

A chiudere il suo ricordo, Moscatelli ha citato un ritrovamento importante: un video che Paola Prandi ha scoperto per caso sui social, un frammento d’arte in cui Mozart, Costanza e Lorenzo raccontano la loro “vita normale”, tra ironia e poesia. Un contenuto prezioso, che oggi acquista un significato ancora più forte, considerato da molti come l’ultimo messaggio artistico lasciato da Zagni.
Poi è stata la volta della musica, quella che unisce e che resta per sempre. I maestri Andrea Lucarelli (pianoforte) e Giusi Ledda (flauto) hanno regalato al pubblico un’esecuzione intensa e raffinata di celebri arie mozartiane: Le Nozze di Figaro, Don Giovanni, Il Flauto Magico, fino alla struggente Lacrimosa del Requiem. Ogni nota era un ricordo, un omaggio, un frammento d’eternità. Andrea Lucarelli, ex allievo di Zagni, oggi compositore affermato, ha condiviso la sua esperienza con l’autore, definendolo «maestro di libertà e di pensiero».

Dalia attrice e moglie di Zagni

A chiudere la serata, le parole più commoventi: quelle di Dalia, moglie di Giancarlo e madre di Daniel, entrambi scomparsi. «Avevo in casa due persone meravigliose. È difficile masticare la loro assenza, ma questa associazione mi restituisce un senso, un orgoglio».
Il ricavato della serata verrà destinato al progetto di insonorizzazione dell’Aula Magna, lanciato dalla dirigente Roberta Moncado e sostenuto da tutto il corpo docente, come ha ricordato la Prof.ssa Troncarelli. Perché l’arte, per essere ascoltata davvero, ha bisogno anche di silenzio intorno. Mozart e Costanza non è stato solo un evento culturale, ma una dichiarazione d’amore per la bellezza, per l’insegnamento, per la vita. Una vita che, come la musica di Mozart e le parole di Zagni, può attraversare il tempo e restare, ancora e sempre, a raccontarci chi siamo.