Natalie Wood da bambina prodigio del cinema a star di Hollywood. Bella e dagli occhi magnetici. Tanti film con i più grandi attori americani: pellicole drammatiche, sul disagio sociale, sui disastri naturali, musical. Sfiorò molte volte l’Oscar. Tre matrimoni e una morte misteriosa ad appena 43 anni. Ce ne parla Maria Luisa Berti.

Natalie Wood
Natalie Wood, pseudonimo di Natal’ja Nikolaevna Zacharenko, è nata a San Francisco il 20 luglio 1938 ed è morta nell’Isola di Santa Catalina il 29 novembre 1981. Il padre Nikolaj era architetto e la madre, Maria Stepanovna Zudilova, proveniva da una famiglia aristocratica russa.
I suoi si erano trasferiti negli USA e avevano assunto il cognome Gurdin. All’età di 4 anni, Natalie si trasferì con la famiglia a Los Angeles. La madre ne volle fare una bimba prodigio, imponendole lezioni di ballo e di canto e inserendola nel mondo del cinema. Natalie ballava con grande talento, tanto da essere notata da Irving Pichel che, a soli cinque anni, la inserì nel cast del film Happy Land, un dramma ambientato nella II Guerra Mondiale.
La madre controllava da vicino la carriera e la vita della figlia che poi ebbe a dire che avrebbe voluto un’infanzia diversa, simile a tante bambine della sua età.
Seguirono vari film finché raggiunse la notorietà per la sua interpretazione della bimba che non crede in Babbo Natale, nel film del 1947 Il miracolo della 34° strada di George Seaton. Quindi recitò con celebri attori: con James Stewart in La fortuna si diverte (1950) di Walter Lang; con Bette Davis in La diva (1952) di Stuart Heisler; con Paul Newman in Il calice d’argento (1954) di Victor Saville; con Rock Hudson e Anne Baxter in Casa da gioco (1955) di Jerry Hopper.

James Dean
Aveva 16 anni quando recitò in Gioventù bruciata, di Nicholas Ray, un film di ribellione, dove i protagonisti adolescenti sono vittime dell’emarginazione sociale e soffrono di un profondo disagio soprattutto in relazione alle figure genitoriali, sentite assenti o fredde. Natalie interpreta Judy, una ragazza turbata dal rapporto difficile con il padre, che fa parte della piccola banda di Buzz (Correy Allen). Judy incontra Jim (James Dean) ad una stazione di polizia dove lui era stato arrestato per ubriachezza molesta e lei fermata per una rissa in cui erano stati coinvolti i suoi amici. In quel luogo i due fanno amicizia anche con Plato (Sal Mineo) che, essendo stato abbandonato dal padre in tenera età, prova subito grande ammirazione per Jim.
Jim e Buzz si sfidano per il controllo della banda: prima a coltelli vince Jim, poi Buzz lo sfida ad una prova di coraggio: una folle corsa in auto verso il baratro. Ma Buzz muore non riuscendo ad uscire dall’auto perché la manica della giacca rimane impigliata nella maniglia. Una scena tragica, indimenticabile come la morte di Plato durante una sparatoria con la polizia. La tragedia riesce a fare riavvicinare Jim ai genitori e a rivelare loro il suo amore per Judy.
La grandezza di questo film risiede nella descrizione dei personaggi, nell’aver saputo cogliere il mutamento che stava interessando la gran parte dei giovani nel dopoguerra. Specialmente la figura di Jim è l’emblema di quel cambiamento, diventando il simbolo di una generazione. James Dean ha dato prova di tutto il suo talento, arrivando a trascendere il personaggio e diventando un simbolo, anticipatore di quel movimento che nel decennio successivo avrebbe preso piede e diffusione in diverse parti del mondo.

John Wayne
La pellicola ottenne tre nomination agli Oscar del 1956 nelle categorie Miglior Attore non Protagonista (Sal Mineo), Miglior Attrice non Protagonista (Natalie Wood) e Miglior Soggetto (Nicholas Ray), senza tuttavia riuscire a conquistare nemmeno una statuetta. Il film è stato inserito nella lista delle cento migliori pellicole statunitensi di tutti i tempi. “Film maledetto” a causa della morte prematura dei tre protagonisti: James Dean, morto prematuramente in un incidente in auto, mentre stata terminando Il Gigante; Sal Mineo assassinato a 37 anni nel 1976 e la Wood annegata nel 1981 a 43 anni.
In quell’anno Natalie iniziò una relazione clandestina col regista Nicholas Ray e nello stesso periodo pare frequentasse anche Frank Sinatra, secondo le memorie del maggiordomo del cantante.
Nel 1956 fu al fianco di John Wayne nel film western Sentieri selvaggi, diretto da John Ford. È il 1868, la guerra civile è finita da tre anni ed Ethan (Wayne) torna a casa. Viene accolto dalla famiglia del fratello che poco dopo viene trucidata dagli indiani, che Ethan odia profondamente. Si salva una nipotina di pochi anni, rapita durante il massacro ed allevata in una tribù indiana. Insieme al giovane Martin (Jeffrey Hunter) Ethan va alla sua ricerca e alla fine la trova, ormai ragazza (Natalie Wood) ma cresciuta come un’indiana. Ethan è sul punto di ucciderla, ma all’ultimo momento si ravvede e la porta a casa.
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