Trieste possiede
“una scontrosa grazia”

L’Antico Caffè San Marco a Trieste

Torno sempre nei pubblici esercizi dove mi sono sentito a mio agio, in certi casi per anni. Il mio luogo preferito a Trieste è l’Antico Caffè San Marco. Questo locale apre le sue porte sulla via Battisti e su una sua laterale, che, per una buona metà, costeggia una sinagoga. 

Il Caffè San Marco è antico perché è stato inaugurato all’alba del 1914. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, è stato devastato e chiuso in permanenza perché ritenuto dall’autorità di polizia una fabbrica di passaporti falsi. Già in precedenza, l’insegna del locale, poiché citava San Marco Evangelista, il patrono di Venezia, che era una nemica storica dell’Austria, aveva destato sospetti nell’autorità di polizia. Quest’ultima era particolarmente attenta a ciò che avveniva nel principale porto marittimo dell’impero. Trieste era asburgica da 400 anni, ma era un comune autonomo e il centro dell’irredentismo, essenza della lotta nazionale anti-austriaca.

Caffè San Marco, Avventori e libri nell'Antico Caffè San Marco

Avventori e libri nell’Antico Caffè San Marco

L’Antico Caffè San Marco ha grandi specchi, tavolini di marmo, e decorazioni della “Secessionstil”. L’atmosfera che vi si respira è la stessa dei caffè storici di Vienna, che rimanda alla Felix Austria, uno Stato che asseriva di essere capace di unire e far convivere pacificamente e sotto una buona amministrazione molti popoli differenti. Vi si va non solo per ordinare un caffè in una delle sue tante declinazioni triestine – “nero”, “deca”, “capo”, “capo in B”, “capo in manichetto”, ecc. -, o un cappuccino, che a Trieste si chiama caffellatte, o una fetta di Sacher, ma anche per leggere, scrivere, meditare, incontrare gente. Questo spiega il perché l’Antico Caffè San Marco diventa spesso il ‘set’ di riprese cinematografiche. 

La Direzione del Locale ha introdotto in una delle tre sale del locale una rivendita di libri, affidandola a una brava libraia, Loriana Ursich. Di solito, sono le librerie ad avere un angolo bar. Nel caso dell’Antico San Marco è il Caffè ad avere al proprio interno una libreria. Un’altra sala, frequentatissima come le altre due, è riservata alla presentazione di libri, agli incontri con gli autori, e ad altre riunioni pubbliche. 

Caffè San Marco, Panorama di Trieste

Panorama di Trieste

La vita culturale di Trieste è molto intensa e partecipata. Teatro, cinema, musica, letteratura… Ogni anno, anche se soffia la Bora, centinaia di persone si mettono in fila all’aperto per entrare nel Teatro Verdi per assistere a una conferenza di Storia. La città ha molte librerie e una percentuale media di lettori ben superiore a quella nazionale, condivisa con il resto della comunità regionale. Gli abitanti del Friuli Venezia Giulia sono i più assidui d’Italia nella lettura di libri, e sono al secondo posto tra le Regioni per fruizione di quotidiani e di programmi radiofonici. 

Un museo della letteratura ha aperto da poco i battenti a Trieste: si chiama LETS. La città lo ha dedicato agli scrittori, a quelli di ieri e di oggi, triestini e non. Vi sono infatti a Trieste molti scrittori, così come molti poeti, drammaturghi, saggisti, altri artisti, intellettuali, scienziati, … Cito solo alcuni degli scrittori triestini “doc”: Umberto Saba, Italo Svevo, Giorgio Voghera, Claudio Magris, Paolo Rumiz, Susanna Tamaro…

La statua di James Joyce

Il LETS è l’unico museo del suo genere oggi esistente al mondo che non sia situato in una città capitale di Stato ed è l’unico che parli anche di scrittori di lingua madre diversa da quella ufficiale dello stato nazionale in cui lo stesso museo ha sede (questo dà la misura del cosmopolitismo di Trieste). Uno di quegli scrittori è stato il cittadino italiano di lingua slovena Boris Pahor, l’autore di “Necropoli”. Un altro è il tedesco Veit Heinichen, autore di romanzi “noir”, ambientati a Trieste.

Si dice che Trieste sia “la città delle statue”. In effetti, ve ne sono molte, disseminate nei quartieri. Alcune di esse raffigurano scrittori. Quella che raffigura Svevo si trova di fronte alla Biblioteca Civica. Quella di Saba è collocata a pochi passi dalla sua famosa libreria antiquaria, recentemente restaurata. Gabriele D’Annunzio era nativo di Pescara ma esiste a Trieste una sua statua, posta in centro città, di fronte alla facciata neoclassica della Camera di Commercio. Il presidente della Fondazione “Il Vittoriale”, lo storico Giordano Bruno Guerri, ha dichiarato che “questo monumento sarà un tributo al d’Annunzio letterato, legato alla città di Trieste, in quanto massimo rappresentante dell’irredentismo del quale il capoluogo giuliano era città simbolo”. James Joyce era Irlandese, di Dublino, ma ha vissuto a lungo a Trieste, dove ha scritto i primi episodi del suo “Ulysses”. Una statua che lo ricorda si trova sul Ponte Rosso. 

Claudio Magris

L’Antico Caffè San Marco è sempre stato ed è attualmente frequentato da noti intellettuali. Uno di essi è Claudio Magris. Per molto tempo, è stato esposto nel locale un suo ritratto ed esiste ancor oggi una targa con il suo nome. Magris è uno dei massimi scrittori italiani contemporanei, insignito di molti premi letterari e onorificenze, conferitigli in Italia e all’estero. È l’autore di saggi, romanzi e racconti, opere teatrali, epistolari, conversazioni, e traduzioni, è un germanista e un critico letterario, ed è stato senatore della Repubblica per una legislatura. La sua opera più famosa è “Danubio”. 

Gli scrittori di Trieste scrivono spesso della loro città natale. Magris ne ha parlato come di un “non luogo”. Saba ha scritto:

«Trieste ha una scontrosa 

grazia. Se piace,

è come un ragazzaccio aspro e vorace, 

con gli occhi azzurri e mani troppo grandi 

per regalare un fiore;

come un amore

con gelosia».