“Non ci caccerete dai
nostri campi e pascoli”

Gli agricoltori e gli allevatori dei comitati spontanei riuniti nel COSPA denunciano con preoccupazione il tentativo di estromettere le aziende agricole dalle montagne di Abruzzo, Lazio e Molise, con danni incommensurabili che questo comporta ai territori, dalla pulizia dei boschi e dei torrenti alla salvaguardia dei fossi e via dicendo.

Pastori abruzzesi con gregge di pecore

A chiacchiere tutti parlano del ripopolamento dei borghi, nel concreto alcuni in malafede cercano di bypassare le leggi esistenti per impedire alle persone di continuare a fare le loro attività.

Il Piano del Parco del Lazio, Abruzzo e Molise infatti cozza proprio con la legge quadro 394/91 all’articolo 11 (5. che qui si riporta integralmente: «Restano salvi i diritti reali e gli usi civici delle collettività locali, che sono esercitati secondo le consuetudini locali. Eventuali diritti esclusivi di caccia delle collettività locali o altri usi civici di prelievi faunistici sono liquidati dal competente commissario per la liquidazione degli usi civici ad istanza dell’Ente parco»).

Secondo il COSPA dunque siamo di fronte ad un usurpamento da parte dell’Ente Parco – con la connivenza delle amministrazioni comunali e regionali e in palese conflitto di interessi di alcuni – degli usi civici, con la conseguenza di ridurre le aree destinate al pascolo e agli allevatori, scoraggiando le poche imprese agricole rimaste che praticano il pascolo in alta montagna.

Cospa, Dino Rossi (Cospa)

Dino Rossi (Cospa)

Si aggiunge la gravità del fatto che l’articolo 11 venga proprio disatteso dal Piano Parco, specialmente i punti a favore delle attività locali, ma vengono messi in evidenza tutti i punti di divieto. Il COSPA tramite il suo leader e portavoce Dino Rossi ha già preannunciato che farà sentire forte e chiara la sua voce di dissenso a tutela dei diritti delle comunità e delle imprese agricole che sono fondamentali per tenere sano e vivo l’equilibrio dei monti. Secondo Rossi, la Regione Abruzzo e il Molise stanno per votare in direzione contraria all’ambiente e ai lavoratori e sperano di farlo in silenzio. Rossi ha annunciato una protesta forte e chiara ed ha invocato l’intervento del ministro dell’Ambiente chiedendo di prendere posizione pubblica contro questa frode, determinati come sono ad andare fino in fondo per far valere i diritti di Agricoltori e Allevatori.