RSA, persone e
non vecchi. Sindacati
al controllo qualità

Nelle istituzioni sanitarie della Regione Lazio non riesce ad essere condivisa la considerazione che lo sviluppo del sistema delle relazioni sindacali è uno degli strumenti che concorrono a garantire la realizzazione degli obiettivi di tutela della salute quale mission delle ASL.

Rsa, Un pensionato a passeggio

Un pensionato a passeggio

Considerazioni analoghe si possono fare riferendosi alle strutture sanitarie private accreditate. Anche i sindacati, al riguardo, per lungo tempo, sono stati parti di una sottovalutazione della negoziazione nelle strutture sanitarie territoriali.

Nelle RSA (Residenze sanitarie assistenziali), anche la categoria dei pensionati non sufficientemente si è misurata in quelle relazioni sottovalutandone la rilevanza.

Relazioni sindacali sono state tenute dalle organizzazioni sindacali degli operatori.Ferme restando le prerogative datoriali e della categoria della funzione pubblica, previste dai contratti vigenti, nella sanità privata sono le più generali relazioni sindacali a dover essere ripensate. Il ruolo disegnato per la categoria dei pensionati nel datato “Regolamento di partecipazione delle RSA” della Regione Lazio (in BUR n. 23 del 19/03/2013) si è rilevato insufficiente, inadeguato e andrebbe rivisto, sostituito da un protocollo d’intesa con la Regione Lazio da recepire in un provvedimento che, anche ricomprendendone le finalità, ne determini il superamento, attesa anche la sua attuale natura di organismo interno di limitata collaborazione partecipativa con la direzione della RSA.

Discussioni di merito sulle dinamiche aziendali perseguite dagli assetti proprietari delle RSA si sono prodotte anche nei confronti avuti dalle organizzazioni titolari dei tavoli di contrattazione decentrata, nella gestione delle norme contrattuali, e in occasione della definizione dei contratti integrativi. I sindacati dei pensionati, anche dalle più recenti prese di posizione, appaiono sempre più convinti di dover entrare nel merito della qualità, in senso lato, delle condizioni di vita degli ospiti delle RSA.

Rsa, Medici impegnati contro il Coronavirus

Medici impegnati contro il Coronavirus

La condizione delle RSA, denunciata molto prima dell’insorgere della pandemia dal segretario generale dello SPI CGIL Ivan Pedretti (e da ultimo da molti analisti a seguito dei drammatici numerosissimi casi di positività al Covid-19 nelle RSA), ha solo incontrovertibilmente messo tutti di fronte alla drammatica evidenza, che è urgente, e non rinviabile, introdurre cambiamenti nelle RSA e reimpostare molte delle cose afferenti alle stesse.

In molte regioni, con reciproco riconoscimento dei ruoli, questo sta già avvenendo sulla base di intese fra organizzazioni sindacali e istituzioni sanitarie-ASL- e rappresentanze datoriali. È auspicabile che questo avvenga anche nella regione Lazio e che si trovino idonei, condivisi strumenti di intervento e spazi nei quali le organizzazioni di categoria dei pensionati siano messe in grado di svolgere il loro ruolo di tutela degli anziani presenti nelle strutture sociosanitarie.

Il che potrebbe concretizzarsi qualora venga percepito come fatto fisiologico, atteso che, nel rispetto delle prerogative di ciascun soggetto partecipe dei possibili strumenti, il fine di tutti dovrebbe essere quello della realizzazione del comune obiettivo rappresentato dalla qualità del Servizio Sanitario, pubblico o accreditato che sia.

La condivisione di questa finalità (che la riforma sanitaria a suo tempo ha indicato essere implicita nella partecipazione, in diverse forme, dei cittadini utenti del SSN), quando avviene, da testimonianza del livello di civiltà di una comunità locale.

Va da sé che, guardando al tema della gestione, coessenziali per il perseguimento del miglioramento continuo della qualità sono sia il corretto e tempestivo adempimento dei contratti di lavoro dei lavoratori appartenenti alla RSA che la qualità dei servizi sociosanitari.

Rsa, Un anziano scende dall'autobus

Un anziano scende dall’autobus

Il riferimento è alla qualità clinica e organizzativa da rendere oggetto di una valutazione in una sede adeguata in cui, protagonisti a diverso titolo per il buon andamento della RSA, insieme, s’impegnino perché vengano attivati e verificati costantemente i processi che devono concorrere al miglioramento continuo della qualità dei servizi sanitari e per il monitoraggio degli esiti.

L’attuazione della normativa sia nazionale che regionale sull’accreditamento ne contestualizza il processo nell’ambito di un processo più ampio e sistemico che non finisce con la verifica dei requisiti dichiarati al momento dell’accreditamento, ma con la verifica della permanenza dei requisiti nel corso delle attività delle strutture sanitarie convenzionate private. Cosa che, molto diffusamente, da tempo, non avviene nel modo adeguato una volta che sono state amministrativamente controllate le iniziali autodichiarazioni.

La realtà fattuale ci dice che quando il controllo sociale non si esplica, anche la mera efficienza dei sistemi organizzativi sanitari, quando verificabile, non raggiunge gli obiettivi affidati.

I sindacati dei pensionati hanno assunto nei confronti delle persone anziane, un responsabile impegno nel momento più drammatico della condizione di vita vissuta dagli anziani nelle RSA. Quell’impegno appare rafforzato dalla consapevolezza delle insufficienze e dei limiti nell’azione che gli stessi intendono superare. In presenza di una convinta volontà di essere più efficaci appare limitante il ruolo sindacale nelle RSA quale lo si rinviene nel datato Regolamento di partecipazione a suo tempo varato dalla Regione Lazio.

I tempi cambiati ci cambiano tutti richiamando anche il sindacato a riconsiderare e a far riconsiderare il modo di prendersi carico di persone che vivono la fase finale della loro vita nelle RSA, in una dimensione che resta largamente custodialistica e separata. Una realtà che non è stata cambiata anche quando era evidente che quel modello, sia organizzativamente che funzionalmente, non era stato in grado di collegarsi ai servizi del territorio e che, anzi, in qualche caso più che “RSA aperta” era addirittura stato assunto come dependance dell’ospedale (vedi S. Pasquinelli in Welforum.it). 

Un gruppo di anziani

Il sindacato dei pensionati si impantanerebbe se, sulle questioni del governo della rete delle RSA, seguitasse a concentrarsi esclusivamente sugli aspetti meramente applicativi di linee guida gestionali ed amministrative. L’enfasi andrebbe invece posta sull’efficacia ed appropriatezza e quindi sul risultato dell’assistenza sociosanitaria.

Quali i modi attraverso i quali il sindacato dei pensionati potrebbe parteciparvi contribuendo al perseguimento di tali qualificati obiettivi? A titolo esemplificativo e per stimolare un confronto, si potrebbero prendere in considerazione tre piste di approfondimento.

Un organismo collegiale di garanzia dell’efficacia ed appropriatezza e della qualità, che con periodicità svolga un ruolo di stimolo, di apprezzamento dei risultati, di indicazioni per l’auspicato miglioramento continuo dei servizi erogati e nella salvaguardia di elevati standard assistenziali. Sappiamo che precipua e diretta è la responsabilità dei professionisti e dell’organizzazione (medici, infermieri, psicologi ecc) anche con l’adozione di una modalità lavoro (governo clinico) poco promosso nelle strutture residenziali socio sanitarie e socioassistenziali (ancorchè indicato a suo tempo nel DPR 14.1. 1197) e che richiede che lo stesso si integri con i servizi territoriali delle ASL.

Un organismo, quello soprarichiamato che, in sintesi, verifichi l’adozione di sistemi di garanzia della qualità e costantemente monitori la realizzazione le attività di miglioramento e controlli la qualità dei servizi sociosanitari della RSA. A sostegno di questa finalità l’adozione di condivisi Audit indipendenti che saranno di utilità sia alla direzione delle RSA che alle ASL di riferimento per le loro responsabilità verso le RSA pubbliche e private della Regione Lazio. Infine momenti periodici di discussione aperta su iniziativa delle OOSS dei pensionati e della Funzione Pubblica, condivisi con i diversi protagonisti direttamente interessati alla vita delle RSA, sia sui temi dell’organizzazione del lavoro che su quelli della formazione e dell’aggiornamento degli operatori che partecipano ai processi assistenziali nelle RSA.