Appena si trova di fronte a un’emergenza che non riesce ad affrontare, Virginia Raggi parte subito all’attacco accusando qualcun altro: le vecchie amministrazioni capitoline, i partiti, il governo, la regione. Il copione è sempre lo stesso: scatenare una polemica per coprire un disastro. Poco importa che si tratti di Atac o di Ama, di immigrati o ambulanti.
![Canadair in azione](https://www.sfogliaroma.it/wp-content/uploads/2017/07/Canadair-in-azione-300x204.jpg)
Canadair in azione
Adesso è la volta degli incendi. Dopo i roghi che hanno devastato la pineta di Castelfusano, la sindaca ha sparato contro Zingaretti e Gentiloni. Le fiamme non erano state ancora spente e già divampava lo scontro istituzionale: «Serve l’aiuto della Regione e del Governo. Roma non può essere lasciata sola di fronte a questo disastro ambientale». E ancora: «Il primo Canadair è arrivato dopo un’ora». Un colpo sotto la cintura del governatore del Lazio, che però ribaltava subito l’accusa dettando alle agenzie di stampa un comunicato al vetriolo: «La Protezione civile regionale precisa che la segnalazione dell’incedio è arrivata alle ore 15:51 e il primo elicottero è stato inviato alle ore 15:52». Poi toccava a qualche fedelissimo di Zingaretti sottolineare che «il piano d’emergenza del Comune è fermo dal 2008», mentre la Protezione civile risulta di fatto smantellata e senza un responsabile (con delega al comandante dei vigili). Ragion per cui il Campidoglio non aveva adottato una strategia in vista di possibili incendi nella più grande pineta della capitale.
![Walter Veltroni](https://www.sfogliaroma.it/wp-content/uploads/2017/07/Walter_Veltroni_in_Trento-300x300.jpg)
Walter Veltroni
L’inefficienza della Protezione civile capitolina è la stessa dell’Atac, dell’Ama e di tutto il resto. La città è precipitata in un degrado mai visto, nemmeno durante le peggiori giunte democristiane della Prima repubblica. Ma le elezioni politiche si avvicinano e fino a marzo 2018 Grillo e Casaleggio devono assolutamente scongiurare l’effetto Raggi.
Insomma, il rischio è che gli elettori italiani voltino le spalle al M5S dopo aver constatato, per dirla con le parole di un commentatore Usa, che i Cinquestelle «sono in grado di vincere un’elezione, ma poi non sono capaci di governare». Ma l’incapacità dell’amministrazione capitolina guidata dalla Raggi è ormai difficile da nascondere, da qui la strategia comunicativa di attacco imposta dalla Casaleggio Associati.
La città è sommersa dai rifiuti? L’Ama non riesce a raccogliere la “monnezza” nemmeno in piena estate? Allora ecco la campagna contro i ministeri morosi che da anni non pagano le cartelle dei rifiuti. Il bilancio di previsione 2018 rischia di non superare l’esame dei revisori? E allora ecco un bel comunicato sui debiti fuori bilancio accumulati ai tempi di Veltroni e Alemanno. Facile. Troppo facile. Perché se non ci fosse stato il suicidio che ha portato la “vecchia politica” romana alla bancarotta e ha prodotto Mafia Capitale, l’anno scorso Virginia Raggi non sarebbe arrivata in cima al Campidoglio con la maggioranza assoluta. Il problema è che in tredici mesi la nuova amministrazione si è distinta solo per il suo immobilismo.
![Alessandro Di Battista](https://www.sfogliaroma.it/wp-content/uploads/2017/07/Alessandro_Di_Battista_daticamera.jpg)
Alessandro Di Battista
Tanto per fare un esempio, l’Atac, l’azienda di trasporto, ha un miliardo e 350 milioni di debiti e ogni giorno circa la metà degli autobus resta in officina per guasti, ma non esiste un piano industriale e le proposte di risanamento sono state tutte cancellate. L’immobilismo della giunta ha molte spiegazioni. La prima cittadina è incapace persino d’andare d’accordo con la sua maggioranza. E questo finisce per accentuarne l’isolamento. Gli avversari interni della sindaca sono tutti tornati alla ribalta: l’odiata Roberta Lombardi, acclamata da Di Battista come “candidata ideale” per la successione a Zingaretti, ma anche l’ex assessore al Bilancio Marcello Minenna, che adesso presenzia agli eventi nazionali del M5S sui temi economici, precisando che lui ha «rotto con la Raggi non con il Movimento».