Bellonci e Fo bocciano
le accuse infamanti
contro Lucrezia Borgia

Lucrezia Borgia è una figura celebre del Rinascimento. Passa alla storia per l’intelligenza, la bellezza, gli intrighi politici e amorosi. Ma la controversa vicenda della figlia del papa Alessandro VI Borgia lascia un segno anche nella gastronomia: sembra che abbia ispirato l’invenzione delle tagliatelle. Maria Luisa Berti racconta la storia dell’affascinante Lucrezia in tre articoli. Il primo è uscito il 21 ottobre, il secondo il 23, il terzo oggi, il 25.

Bellonci, Lucrezia Borgia dal film "Le notti di Lucrezia Borgia"

Lucrezia Borgia dal film “Le notti di Lucrezia Borgia”

Le voci maligne, che accusavano Lucrezia Borgia di intrighi, di omicidio e di rapporti incestuosi e che si erano spente dopo il suo arrivo a Ferrara, continuarono dopo la sua morte soprattutto da parte dei nemici dei Borgia.

In particolare, fu papa Giulio II a scatenare su Lucrezia e sulla sua famiglia accuse infamanti che vennero riprese nelle cronache e nei libelli del tempo, anche da Francesco Guicciardini e da Jacopo Sannazaro che la definì “figlia, moglie e nuora”. Ad alimentare tali accuse fu anche la pubblicazione del Liber Notarum, il diario in cui Johannes Burckardt, detto il Burcardo, maestro di cerimonie alla corte papale, descriveva le etichette e gli eventi della corte tra cui alcune scene licenziose dei Borgia. Lucrezia però è presente solo in due episodi raccontati dal Burcardo.

Cesare Borgia

Tale cattiva fama, a fasi alterne, seguì Lucrezia nei secoli tanto che Victor Hugo scrisse la tragedia Lucrezia Borgia, rappresentata per la prima volta nel 1833, descrivendola come una donna malvagia e accusandola di essere un’avvelenatrice. Accuse riprese da Alessandro Dumas nell’opera Delitti Celebri. Pochi anni dopo la figura di Lucrezia cominciò ad essere riabilitata soprattutto in seguito agli scritti di Giuseppe Carponi (Una vittima della storia del 1866) e di Ferdinand Gregorovius.
Nel Novecento la scrittrice Maria Bellonci scrisse l’opera Lucrezia Borgia, pubblicata nel 1939 e vincitrice del “Premio Viareggio”. Si tratta di un’attenta biografia, basata su documenti d’archivio, da cui potessero venire fuori alcune verità sulle tante storie tramandate su di lei. La Bellonci nel 1973 scelse Lucrezia per un’intervista immaginaria trasmessa alla radio, che divenne la base di un cortometraggio realizzato nel 2002 da Florestano Vancini: Lucrezia Borgia. Un’intervista impossibile di Maria Bellonci.

Nel 2014 è uscito il libro La figlia del Papa in cui Dario Fo, contro le falsità costruite attorno a Lucrezia Borgia, la descriveva come una donna di cultura, energica e amante delle arti, che si era opposta ai ricatti del padre e del fratello, che non si era fatta sottomettere dai mariti e che, nella sua breve vita, si era anche dedicata ai poveri e ai bisognosi. E su questo libro allestì uno spettacolo teatrale.

Bellonci, Giardino pensile del Castello d'Este a Ferrara

Giardino pensile del Castello d’Este a Ferrara

Ma quali erano i sentimenti di Lucrezia verso la famiglia e i mariti? Era più legata al padre che alla madre ed era affezionata e fedele al fratello Cesare. All’annuncio della sua morte (1507) Lucrezia reagì con dignità di fronte alla corte, ma durante la notte le dame la sentirono piangere nelle sue stanze.
Amò il secondo marito, Alfonso D’Aragona, allora diciassettenne, che era «l’adolescente più bello che si sia mai visto a Roma» e di cui aveva ascoltato le lodi dalla di lui sorella, Sancha. Soffrì molto alla sua morte tanto che il padre pensò bene di darle un incarico di prestigio a Nepi.
Voleva bene al figlio Rodrigo, avuto da Alfonso d’Aragona. Quando dovette partire per Ferrara, fu costretta dalla corte estense a lasciarlo a Roma ma, memore del suo passato alla corte papale, preferì farlo crescere a Napoli presso i parenti del padre. Qui fu allevato dalla zia Sancha e da Isabella d’Aragona Sforza, sorellastra del padre. Dopo la morte prematura del figlio, Lucrezia per il dolore si ritirò nel convento di San Bernardino a Ferrara.
A parte la relazione platonica con Pietro Bembo, si diceva che Lucrezia avesse tradito il marito con il cognato Francesco Gonzaga, tradimento di cui però non si ebbe alcuna prova, mentre lei fu sempre vicina, anche nei momenti più difficili, ad Alfonso d’Este, che l’amava e aveva fiducia in lei.

Una donna Lucrezia che, a parte le maldicenze, poteva essere affettuosa, premurosa, ma anche energica e volitiva. Scrittori, cinema, televisione e teatro hanno dato largo spazio alla sua vita e alla sua personalità, nel bene e nel male.

Terzo articolo – Fine