Pinturicchio, il papa
Alessandro VI Borgia,
la bella Giulia Farnese

Mostra affascinante, quella su Pinturicchio in corso ai Musei Capitolini fino al 10 settembre. L’esposizione raccoglie splendidi dipinti e racconta storie cortigiane della Roma tardo quattrocentesca. I protagonisti sono un Papa, il controverso Alessandro VI al secolo Rodrigo Borgia (Papa dal 1492 al 1503), una dama raffinata e bellissima, Giulia Farnese (1475-1524), amante adolescente e non troppo nascosta dello stesso Papa, e uno degli artisti più estrosi del nostro Rinascimento, Bernardino di Betto, detto il Pinturicchio (c.1454-1513).

Il Bambino Gesù del Pinturicchio

Il Bambino Gesù del Pinturicchio

Il pontificato di Alessandro VI assecondò intrecci dinastici, veleni di palazzo, calunnie e gelosie, ma nello stesso tempo incoraggiò le arti, con la chiamata a Roma del Pinturicchio, autore di uno dei cicli pittorici più famosi della storia dell’arte: quello del nuovo appartamento papale in Vaticano. L’appartamento Borgia, opera fortemente innovativa per la sensibilità quasi rivoluzionaria con cui Bernardino di Betto interpretò col suo linguaggio “all’antica” il programma ideologico e politico di Alessandro VI.

Ammirata e osannata da quanti visitarono il nuovo appartamento papale, l’opera fu quasi totalmente ignorata da Giorgio Vasari che manifestò, invece, il suo interesse solo per la scena che ritraeva il Papa in ginocchio davanti alla Madonna col Bambino benedicente. Nel dipinto il papa Alessandro VI è ben riconoscibile; il Bambino benedicente non ha bisogno di interpretazioni. Ma la Madonna, bellissima ed eterea, chi è? E dove sono finiti i frammenti dell’affresco?

A tutte queste domande trova risposta, finalmente dopo secoli di ricerche e di indagini scientifiche, la mostra ‘Pintoricchio pittore dei Borgia. Il mistero svelato di Giulia Farnese’, ai Musei Capitolini dal 19 maggio al 10 settembre 2017. 

Promossa da Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali  e con il patrocinio della Commissione Permanente per la Tutela dei Monumenti Storici ed Artistici della Santa Sede, a cura di Cristina Acidini, Francesco Buranelli, Claudia La Malfa e Claudio Strinati, la mostra vuole introdurre il visitatore in quello stupefacente periodo della cultura romana di fine Quattrocento e nel grande fermento umanistico che lo caratterizzò, tutto rivolto alla riscoperta della memoria della antica Roma sulla quale la Chiesa fonderà il proprio “rinascimento” politico e religioso.

La maliziosa leggenda della presenza di un ritratto di Giulia Farnese nelle sembianze della Madonna nell’Appartamento Borgia nacque e si diffuse a causa della riprovevole fama di papa Alessandro VI, i cui comportamenti scandalosi suscitarono a Roma una corrente di sdegno che crebbe dopo la sua morte. Contro il potere assoluto e violento acquisito dai Borgia, l’unica arma di opposizione rivelatasi vincente fu il “venticello della calunnia”.

Ritenuto troppo compromettente, il ciclo pittorico fu censurato e distaccato sotto il pontificato di Alessandro VII (Fabio Chigi, 1655-1667). Le due immagini della Madonna e del Bambino, ormai due dipinti a sé stanti, entrarono a far parte della collezione privata dei Chigi, mentre il ritratto di Alessandro VI scomparve definitivamente.

Oggi, a oltre cinquecento anni da quei fatti, grazie alla disponibilità dei proprietari delle opere, è possibile presentare per la prima volta vicini i due frammenti: quello del volto della Madonna, mai esposto fino a ora, insieme a quello del Bambino Gesù.

Ma la mostra offre anche l’occasione di rivedere la leggenda della presenza del ritratto di Giulia Farnese nell’appartamento Borgia, destituendo di ogni fondamento una delle convinzioni più durevoli della storia dell’arte moderna, che riconosceva nel bel volto femminile dipinto dal Pinturicchio l’amante del Papa.

Musei Capitolini – fino al 10 settembre 2017