Le tagliatelle figlie
di Lucrezia Borgia

Tagliatelle, Copertina del libro "Le tagliatelle di Lucrezia"

Copertina del libro “Le tagliatelle di Lucrezia”

Lucrezia Borgia è una figura celebre del Rinascimento. Passa alla storia per l’intelligenza, la bellezza, gli intrighi politici e amorosi. Ma la controversa vicenda della figlia del papa Alessandro VI Borgia lascia un segno anche nella gastronomia: sembra che abbia ispirato l’invenzione delle tagliatelle. Maria Luisa Berti racconta la storia dell’affascinante Lucrezia in tre articoli. Il primo lo pubblichiamo oggi, 21 ottobre.

Nel 2021 è uscita il libro illustrato Le tagliatelle di Lucrezia nella collana “Fatterelli Bolognesi”, edita dalla casa editrice Minerva di Bologna, e diretta da Tiziana Roversi. Ogni libro della collana racconta storie della città con immagini e testi semplici ed è rivolta soprattutto a bambini e adolescenti, per avvicinarli alla storia di Bologna fin dalle sue origini. Tra gli autori ricordiamo la scrittrice Angela Nanetti, lo storico dell’arte Eugenio Riccomini e il giornalista Giorgio Comaschi. Il libro racconta l’origine delle tagliatelle Bolognesi.

La mia amica Anna Cesari, che fa volontariato presso il C.E.P.S. Centro Emiliano Problemi Sociali per la Trisomia 21 APS, Bologna, ha coinvolto alcuni ragazzi del suo gruppo alla lettura e alla rielaborazione del testo di questo libretto illustrato. Ne è nata una filastrocca piacevole che ha destato la curiosità verso questo personaggio storico.

Tagliatelle, Lavoro realizzato da un gruppo di ragazzi del CEPS

Lavoro realizzato da un gruppo di ragazzi del CEPS

Ma da quali fatti trae origine la storia delle tagliatelle di Lucrezia Borgia? Per sposare Alfonso d’Este, duca di Ferrara, Lucrezia partì da Roma in carrozza col suo seguito ma il viaggio era lungo e, si dice, che ogni otto giorni fosse necessaria una sosta per permetterle di tingersi i capelli di biondo, come allora era di moda, e di ornali con nastri, fiori e perle. (Pietro Bembo conservava tra le sue carte un ricciolo dei suoi capelli).

Lucrezia Borgia fece così una lunga sosta prima a Urbino poi a Forlì e a Bologna. Qui Giovanni II Bentivoglio, in attesa del suo arrivo, chiese al suo cuoco personale di preparare un pranzo in onore di Lucrezia con un piatto nuovo. Il cuoco, Mastro Zefirano, organizzò un banchetto memorabile, dove, tra piccioni, pernici e cibi di ogni tipo, fu portato in tavola un nuovo tipo di pasta, che aveva ottenuto tagliando le lasagne in lunghe strisce, in onore dei lunghi capelli biondi di Lucrezia: le tagliatelle.
I Ferraresi rivendicano però l’origine di questo cibo. Quando Lucrezia Borgia giunse in città per sposarsi, lo scalco di corte, Messisburgo, creò le tagliatelle per onorare i lunghi capelli della futura duchessa. Anche i Modenesi vorrebbero attribuirsi tale merito. Nel Trecento, infatti, Barnaba di Ritis da Reggio di Modena scrisse il Compendium de naturis et proprietatibus alimentorum che conteneva un elenco di cibi, tra cui comparivano i “fermentini”, simili alle tagliatelle.

Lavoro realizzato da un gruppo di ragazzi del CEPS

Ma i bolognesi non demordono. Nel 1972, l’Academia Italiana della Cucina ha depositato la misura ufficiale delle tagliatelle che devono essere larghe 8 mm da cotte e 7,50 mm da crude. La misura corrisponde 12.270 millesima parte dell’altezza della Torre Asinelli. Un campione di tagliatella in oro si trova in una bacheca della Camera di Commercio di Bologna.

L’etimologia di lasagna, l’antenata delle tagliatelle, deriverebbe dal greco λάγανον, da cui il termine latino laganum. Nella VI satira il poeta Orazio (35 a.C.) parla di “lagane” con ceci e porri. Attualmente le lagane, simile alle tagliatelle, ma più larghe e corte, sono un piatto tipico del Cilento.

Questo tipo di pasta apparve anche tra i cibi elencati in uno dei Taquina Sanitatis scritti e miniati dalla metà del XIV secolo fino al !450. Erano trattati di scienza medica che descrivevano le proprietà di ortaggi, frutta, cibi e altro, indicando i loro effetti sul corpo umano.
Bartolome Scappi, cuoco alla corte papale nel Cinquecento, scrisse un famoso ricettario in cui riportava la ricetta delle tagliatelle, che consigliava di farne “menestra” in brodo di carne, oppure cotte con latte e burro da servire calde con cacio, zucchero e cannella.
Nell’Ottocento Pellegrino Artusi, gastronomo, scrittore e critico letterario, nativo di Forlimpopoli, dove ancora esiste un rinomato ristorante a suo nome, nel suo libro La scienza in cucina e l’arte di mangia bene consiglia di preparare per il sugo delle tagliatelle un trito di carote, sedano e dadini di prosciutto da cuocere con burro a cui aggiungere, dopo la rosolatura, sugo di pomodoro.

Le tagliatelle sono un piatto tipico dell’Emilia-Romagna e vantano un’antica tradizione.

FONTI

WIKIPEDIA

https://www.festivaldelmedioevo.it/portal/limmeritata-fama-di-lucrezia-borgia/

https://www.focus.it/cultura/storia/lucrezia-borgia-lato-oscuro-rinascimento

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