Salvini sorpassa
a destra la Meloni

Manca quasi un anno al voto per le europee. Ma più si avvicina il match europeo del giugno 2024 più Salvini scivola a destra. Anzi, verso l’estrema destra. Nelle elezioni per l’Europarlamento del 2019 la Lega fece boom: divenne il primo partito italiano con il 34,3% dei voti. Matteo Salvini guardava dall’alto Giorgia Meloni: Fratelli d’Italia era in coda alla classifica con il 6,4%.

Voto per le europee, Matteo Salvini

Matteo Salvini

Quello strepitoso successo del segretario della Lega si è però capovolto nelle elezioni politiche del 2022: Matteo Salvini è sprofondato all’8,9% dei consensi e la presidente di Fratelli d’Italia è schizzata al 26%, il triplo dei voti del “Capitano”. Così la Meloni è diventata presidente del Consiglio e Salvini si è dovuto accontentare di essere il suo vice a Palazzo Chigi, sia pure con la carica di ministro delle Infrastrutture.

Non solo. Giorgia Meloni continua a dominare nei sondaggi elettorali mentre Salvini staziona sempre attorno al 9%. Il vento di destra paga. Così il segretario della Lega ha usato e usa toni più decisi della Meloni sui temi cari al populismo e al sovranismo di destra: linea dura sui migranti, sulla sicurezza, sul Mes (il fondo salva Stati della Ue), verso la commissione europea.

Voto per le europee, Giorgia Meloni tra Matteo Salvini e Antonio Tajani

Giorgia Meloni tra Matteo Salvini e Antonio Tajani

Mentre la Meloni tiene buoni rapporti, ricambiata, con Ursula von der Leyen, tedesca, esponente del Ppe, invece Salvini propone a tutto il destra-centro italiano un’alleanza al fianco dell’estrema destra dell’Unione europea. Prima di tutto vuole una intesa con Marine Le Pen, francese, presidente del Rassemblement National («Si comporta come la Lega in Italia») e con tutti gli altri partiti dell’estrema destra compresa Alternative fur Deutschland, una formazione con venature neonaziste («Hanno rinnovato vertici e personale politico»). 

Un secco no è arrivato subito da Antonio Tajani, plenipotenziario di Forza Italia dopo la morte di Silvio Berlusconi. Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri intende mantenere l’alleanza con il Ppe: «Per noi è impossibile fare qualsiasi accordo con Alternative fur Deutschland e con il partito della signora Le Pen».

Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni

Salvini prende atto del no ma non demorde, punta a sottrarre voti alla Meloni. Parla in un videocollegamento con Marine Le Pen e commenta: sulle alleanze elettorali in Europa «decideranno gli italiani quando andranno a votare». La presidente di Fratelli d’Italia per ora tace, ma sono note le sue buone relazioni con la presidente della commissione europea, che potrebbe ottenere un bis alle prossime elezioni cambiando la sua maggioranza (popolari, socialisti, progressisti) se la destra ottenesse una buona affermazione al voto per le europee. Nel caso di una sconfitta delle sinistre il Ppe potrebbe fare maggioranza con il Partito dei conservatori e riformisti europei (in sigla Ecr). Giorgia Meloni, presidente sia di Ecr e sia di Fratelli d’Italia, potrebbe dare il via libera a una maggioranza di centro-destra senza Salvini rieleggendo Ursula von der Leyen presidente della commissione europea.

La divaricazione rischierebbe serie conseguenze sulla tenuta del governo di destra-centro italiano. L’esecutivo guidato dalla Meloni potrebbe cadere, già adesso le fibrillazioni interne sono forti (il caso della ministra Santanchè e del sottosegretario Sgarbi fanno testo). Probabilmente il segretario della Lega si è accorto dei pericoli. Annuncia: si augura che il governo «duri cinque anni».