Fiat vola in Sud America
ma ansima in Italia

Sembra incredibile. Le vendite Fiat in Sud America volano mentre cadono in Italia e in Europa. Il Covid impazza ancora ovunque, la carenza dei semiconduttori pesa dappertutto, le conseguenze economiche della guerra in Ucraina sono universali ma il colpo è forte, come al solito, soprattutto nel nostro paese. Il trend degli ultimi 30 anni non è cambiato: le auto del marchio Fiat sono gettonatissime in America Latina mentre vanno sempre peggio in Europa.

Vendite Fiat in Sud America, Carlos Tavares

Carlos Tavares

Anzi. I modelli Fiat sono i più venduti in Brasile e in Argentina anche nel primo semestre 2022 mentre boccheggiano in Europa. La nascita di Stellantis il 16 gennaio 2021 con la fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e il gruppo Peugeot non ha cambiato il trend. La situazione è più o meno la stessa dalla fine degli anni ’90: da quando Gianni Agnelli da Torino aveva la piena sovranità sul suo impero automobilistico, da quando nel 2014 Sergio Marchionne (sostenuto da John Elkann) conquistò l’americana Chrysler realizzando la metamorfosi in Fca. Anzi, la situazione è peggiorata. 

Gli interrogativi sono martellanti: come mai gli stabilimenti italiani di Stellantis annaspano mentre quelli in America del Sud e del Nord vanno a gonfie vele? Carlos Tavares ha puntato il dito conto gli alti costi italiani e, in particolare, quelli per l’energia. Ma forse la spiegazione dell’amministratore delegato di Stellantis è riduttiva: c’è un problema di nuovi modelli. Negli ultimi decenni prima la famiglia Agnelli e poi quella Agnelli-Elkann hanno investito soprattutto sui nuovi modelli destinati all’America del nord e del sud.

John Elkann e Carlos Tavares da Papa Francesco con la Fiat 500 elettrica

E ora Tavares sembra seguire la stessa strada. Scarseggiano le novità per l’Italia mentre continuano ad arrivare negli impianti francesi, tedeschi e spagnoli di Peugeot, Citroen, Opel. L’Alfa Tonale, il nuovo suv del Biscione, dopo una attesa di anni è una delle poche novità arrivate nelle fabbriche italiane. Da pochi mesi è prodotto con successo a Pomigliano D’Arco. Mirafiori, invece, costruisce con profitto la 500 elettrica, un’auto giunta nelle linee produttive dello stabilimento torinese prima della nascita di Stellantis. La Fiat 120, il modello presentato nel 2019 per celebrare i 120 anni di vita del colosso automobilistico di proprietà della famiglia Agnelli-Elkann, è rimasto invece sulla carta. Secondo alcune indiscrezioni potrebbe diventare la nuova Panda, ma l’incertezza regna sovrana.

L’amministratore delegato del gruppo italo-franco-americano annunciò poco prima della fusione del gennaio 2021: l’impegno «è di non chiudere nessuno stabilimento produttivo», Stellantis «farà da scudo» verso gli stabilimenti italiani.

Operai al lavoro su un’Alfa Romeo Tonale nell’impianto di Pomigliano D’Arco

Ma gli impianti italiani del gruppo nato dalla fusione Fca-Peugeot lavorano a ritmo molto ridotto: imperversa la cassa integrazione, l’occupazione cala mediante il mancato rimpiazzo dei pensionati e gli esodi incentivati. L’impianto di Grugliasco è stato chiuso e la produzione della Maserati è stata spostata a Mirafiori.

Invece in America Latina i nuovi modelli sono tanti e si susseguono a ritmo sostenuto. Stellantis in Argentina, ad esempio, ha annunciato l’arrivo di 5 nuove vetture: ben tre sono Fiat (Cronos 2023, Ranch, Strada Cvt); una è Ram; una Jeep. Si scoprono nomi di modelli Fiat vendutissimi in America Latina, come Pulse in Brasile, ma del tutto ignoti in Italia e in Europa.

I nuovi modelli non sono mancati e non mancano neppure nell’importante mercato del Nord America, difatti le fabbriche statunitensi vanno bene. Nel complesso vanno bene anche gli impianti europei, esclusa l’Italia. I sindacati sono allarmati: la produzione è lontanissima dal milione e mezzo di auto di capacità installata. Chiedono a Tavares (estimatore di Alfa Romeo, Maserati e Lancia) di rispettare gli impegni sugli investimenti. Ogni tanto c’è uno sciopero negli stabilimenti dei lavoratori impauriti per il futuro. Un solo dato è significativo: la Fiat solo a Mirafiori (un tempo il più grande impianto automobilistico d’Europa) occupava 60.000 persone, Stellantis adesso dà lavoro a 66.000 lavoratori in tutta Italia. Cruciale è l’impegno preso per riconvertire Termoli in una gigafactory per costruire batterie per motori elettrici. Le vendite Fiat in Sud America dovrebbero insegnare molto.