Il Regno Unito disunito

Il Regno Unito rischia di divenire un regno spezzato. Nicola Sturgeon e Stanley Johnson possono innescare la miccia della rottura. Boris Johnson ha voluto fortemente la Brexit e alla fine l’ha ottenuta. Dal primo gennaio 2021 Londra è fuori dall’Unione europea ma i contraccolpi politici e personali si presentano pesantissimi per il primo ministro britannico.

Stanley Johnson, Boris Johnson e Nicola Sturgeon

Boris Johnson e Nicola Sturgeon

Gli europeisti di ogni tipo preparano un contrattacco. La Scozia ha annunciato la volontà di realizzare la secessione dal Regno Unito per poter aderire come stato indipendente alla Ue. Stanley Johnson, padre di Boris, ha comunicato l’intenzione di chiedere la cittadinanza francese per restare europeo.

La prima ministra scozzese Nicola Sturgeon ha confermato ufficialmente l’intenzione di dire addio a Londra. In un articolo scritto per Il Corriere della Sera ha spiegato: la grande maggioranza degli scozzesi non ha voluto la Brexit, nel 2016 ha votato contro il referendum sull’uscita del Regno Unito dalla Ue. Anche adesso, ha avvertito, gli scozzesi la pensano nello stesso modo. Ha assicurato: «Ci assumiamo l’impegno di adottare un corso legale e costituzionale per diventare uno Stato indipendente» per poi tornare a far parte della Ue. Le motivazioni sono politiche (gli ideali europei di solidarietà e libertà) ed economici (la tutela degli interessi energetici e commerciali di Edimburgo).

Stanley Johnson, Boris Johnson

Boris Johnson

Stanley Johnson fa contestazioni analoghe al figlio, ma in chiave personale. È sempre stato un europeista. Nel referendum del 2016 votò no alla Brexit e adesso ha proclamato: «Io sarò sempre europeo, questo è certo». Lo scrittore, ex europarlamentare conservatore a Strasburgo, fa appello ai natali francesi della madre e della nonna per chiedere la cittadinanza della patria di Montesquieu e quindi restare cittadino europeo. In questo modo, tra l’altro, non avrà problemi di passaporto per soggiornare nella sua villa in Grecia.

Boris Johnson è un sovranista intransigente, è stato tra i maggiori protagonisti della Brexit ottenuta per il rotto della cuffia (nel referendum poco più del 50% dei britannici votò sì all’uscita dalla Ue). Divenne primo ministro sulla linea di un “accordo duro” di separazione da Bruxelles, obiettivo che ha ottenuto a fine dicembre. Difatti ha commentato soddisfatto: «Abbiamo riconquistato la libertà. Siano tornati un Paese sovrano e indipendente».

Stanley Johnson, Boris Johnson e Donald Trump

Boris Johnson e Donald Trump

Davanti alla valanga di critiche e contestazioni poi ha aggiustato il tiro: «Abbiamo firmato un fantastico accordo con la Ue…E questa comunque non è la fine della Gran Bretagna come Paese europeo. Per molti aspetti noi siamo la quintessenziale civiltà europea e continueremo a esserlo». Il primo ministro conservatore nel 2021 ha davanti un mare sconfinato di problemi: la seconda ondata del Coronavirus sta causando un esercito di contagiati e una ecatombe di morti, la recessione economica è gravissima, la Scozia e l’Irlanda del Nord sono intenzionate a rompere con il Regno Unito. Il rapporto tra il sovranista Johnson e il sovranista Trump è stato contrastato. Ma ora Boris Johnson non può più contare su Donald Trump, il presidente populista battuto da Joe Biden nelle elezioni per la Casa Bianca.