Medici di base da eroi
ad agnelli sacrificali

Muoiono tanti medici nella lotta contro il Covid-19, ma a pagare il prezzo più alto sono i medici di famiglia. Da febbraio ai primi di dicembre quasi 250 camici bianchi sono stati uccisi dal micidiale virus e, in gran parte, sono medici di base.

Medici di base, bandiera tricolore su un balcone a Roma

Bandiera tricolore su un balcone a Roma

A marzo e aprile gli italiani, confinati tutti in casa, uscivano sui balconi e cantavano uniti l’Inno di Mameli per farsi forza. Esponevano le bandiere tricolori alle finestre. Cantavano e ringraziavano i medici e gli infermieri eroi in trincea contro il Coronavirus. Giuseppe Conte si associava. Il presidente del Consiglio più volte lodò gli operatori sanitari: «Grazie a tutti, eroi in camice bianco».

Era la prima micidiale ondata del Covid-19. Ora quella tensione unitaria e di solidarietà umana si è attenuata fino quasi a scomparire. Conte si aspettava una seconda ondata ma le misure di prevenzione e di sicurezza sono state insufficienti: i morti sono più di 61.000, i “positivi” complessivi quasi 1.800.000. Il governo giallo-rosso e le regioni hanno allestito più terapie intensive, hanno organizzato i Covid Hospital per le persone in quarantena e i positivi.

Medico di base, medico con tuta anti Covid

Medico con tuta anti Covid

Negli ospedali sono aumentate le protezioni anti contagio: sono state organizzate strutture separate per i reparti Covid e no Covid; i medici hanno avuto tute, occhiali, guanti anti infezione. Tuttavia per la cosiddetta medicina territoriale e per i medici di famiglia è stato fatto ben poco.

La Federazione nazionale degli ordini di medici (Fnomceo) è in lutto, nella sua piattaforma online ricorda i suoi caduti. Il presidente dei camici bianchi Filippo Anelli si è interrogato sui motivi dell’ecatombe: «Siamo tornati ai tempi di marzo, dobbiamo capire il perché di quella che è una vera e propria strage, specie nell’ambito della Medicina generale». Di qui la richiesta di garantire la sicurezza dei medici di famiglia per consentirgli di curare «anche a domicilio dei pazienti, in modo sicuro».

Medici di base, Medico esausto appoggiato a una finestra

Medico esausto appoggiato a una finestra

I medici di base sembrano aver fatto un incredibile e pericoloso salto: da eroi ad agnelli sacrificali. Del resto Conte già ad aprile, dopo gli elogi, sembrava aver dimenticato i medici di base. I dottori delle famiglie hanno chiesto interventi immediati per salvare i malati e loro stessi. Il piano è in quattro punti: 1) il potenziamento degli organici degli uffici di igiene e sanità pubblica; 2) nuove assunzioni dei medici di base; 3) aumento degli organici dei dottori di guardia medica, di medicina di emergenza, dei pediatri di “libera scelta”; 4) l’effettivo funzionamento delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale). Le Usca, individuate con una sigla strana che suona come una sirena di emergenza sanitaria, hanno un compito importante: intervenire per assistere «a domicilio, nelle strutture territoriali» le persone sospette o contagiate. Ma le Usca sono poche nella maggior parte delle regioni, nella media nazionale ne mancano circa la metà di quelle previste.

Così viene scaricato di fatto sui medici di base tutto quello che non riescono a fare gli ospedali intasati e le Usca insufficienti. I medici di famiglia, nei mesi scorsi sprovvisti perfino dei dispositivi di protezione personale dal virus (mascherine, casco, guanti), sono al limite del collasso.

Autoambulanza

Sono stremati dal super lavoro: sono sempre in trincea, sia nei giorni feriali che festivi; curano pazienti Covid o affetti da altre patologie; se si ammalano non sono retribuiti (sono liberi professionisti convenzionati con il Servizio sanitario pubblico) e devono assicurare un sostituto. Gli sono state caricate sulle spalle pesanti incombenze amministrative oltre a quelle sanitarie.

L’ultimo compito aggiuntivo piovuto sulla testa è quello di effettuare i tamponi anti Coronavirus: una impresa ad altissimo rischio se gli studi medici (come di solito avviene) sono in appartamenti all’interno dei palazzi, quindi è impossibile assicurare la necessaria separazione tra pazienti Covid e inquilini del condominio. Del resto lo stesso problema si pone per separare i positivi o i malati Covid da quelli affetti da altre patologie, in modo da scongiurare il contagio.