Scontro Salvini-Di Maio
accende spread e crisi

Debito, Matteo Salvini

Matteo Salvini

Molte volte le parole possono diventare pesanti come pietre. Alcune volte, anzi, possono diventare pericolose come bombe. Deficit e debito pubblico di questi tempi sono termini da maneggiare con cautela: possono trasformarsi in micidiali bombe atomiche per l’economia italiana.

Matteo Salvini, invece, non è per niente prudente. Al Corriere della Sera ha annunciato: se l’Europa non aumenterà i livelli del deficit e del debito (i parametri alla base dell’euro) «io sceglierò di fregarmene dei vincoli». Non è proprio una novità. Il vice presidente del Consiglio, ministro dell’Interno e segretario della Lega da giorni sta proclamando di voler aumentare il deficit e il debito pubblico italiano per sostenere e rilanciare l’occupazione: «Se servirà infrangere alcuni limiti del 3% (deficit n.d.r.) o del 130-140% (debito n.d.r.), tiriamo dritti». I ripetuti altolà della commissione europea a rispettare i parametri dell’euro non li ha presi in grande considerazione: «Se qualcuno a Bruxelles si lamenta ce ne faremo una ragione».

Debito, banconote di euro

Banconote di euro

I nuovi attacchi all’Unione europea hanno alla base la campagna elettorale del 26 maggio per l’Europarlamento. Salvini spinge il pedale del sovranismo e del populismo per raccogliere più voti nelle elezioni europee. Non è detto che vada a finire così, ma i danni sono immediati: lo spread da 240 punti è riesploso, mercoledì 15 maggio  è salito fino a oltre 290.

Così sono schizzati in alto i tassi d’interesse che l’Italia deve pagare per finanziare il suo enorme debito pubblico (pari ad oltre il 130% del reddito nazionale). È un ulteriore aggravio per i portafogli dei contribuenti. Del resto è già accaduto negli ultimi sei mesi del 2018: le sortite sullo sforamento del tetto al deficit del 3% del Pil, sul non rimborso di una parte del debito, sulla fissazione (poi rientrata) del disavanzo al 2,4% nella legge di Bilancio 2019 hanno avuto effetti catastrofici. Lo spread, a 120-130 punti con il governo Gentiloni, è tumultuosamente salito sfiorando perfino quota 340 verso la fine dello scorso anno. I tassi d’interesse pagati per vendere Bot e Btp sono schizzati in alto: il costo è stato di diversi  miliardi di euro in più per il Tesoro.

Luigi Di Maio

Solo il cambiamento dei toni e dei comportamenti da parte dal governo M5S-Lega, la fine dello scontro con la commissione europea e l’accordo per un deficit ridotto al 2,04% nella legge di Bilancio 2019 avevano fatto calmare i mercati finanziari internazionali. Lo spread alla fine era ridisceso a 240 punti.

Complice la campagna elettorale ora ci risiamo: l’economia italiana, già in affanno, è di nuovo nella tempesta. Salvini è messo sulla graticola non solo dalle opposizioni (centro-sinistra e Forza Italia) ma anche dai compagni di governo cinquestelle. Luigi Di Maio ha aperto anche questo fronte di polemiche con il segretario leghista: «Mi sembra irresponsabile far aumentare lo spread» parlando della volontà di sforare i parametri per l’euro. Il capo politico del M5S si è contrapposto al collega vice presidente del Consiglio: «Io sono un moderato» mentre Salvini è scivolato su posizioni di estrema destra. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ha ripreso a corteggiare le aziende con una serie di incontri: «L’impresa chiede stabilità». Salvini per ora non vuole rispondere «agli insulti» ma ha notato «troppa sintonia» tra il Movimento e il Pd.

Palazzo Chigi

Anche Di Maio è a caccia di voti per le europee, sta cercando di recuperare i consensi (le elezioni regionali e i sondaggi danno il “sorpasso” del Carroccio sul M5S). Ha archiviato di nuovo i tempi dell’estremismo, quando incontrava i gilet gialli che hanno messo a ferro a fuoco molte città francesi o quando proponeva la messa in stato di accusa del presidente della Repubblica Mattarella. Adesso ha ripreso l’abito “moderato” e corteggia gli imprenditori, un bacino elettorale della Lega.

Salvini e Di Maio sono sul filo della rottura. I vecchi contrasti sono degenerati. Il capo cinquestelle ha chiesto e ottenuto l’uscita del sottosegretario leghista Siri dal governo. Lo scontro leghisti-grillini impaurisce i mercati e fa salire ulteriormente lo spread. Entrambi i vice presidenti del Consiglio, però, per ora ripetono: il governo andrà avanti.