Roma ridotta a discarica
ma l’opposizione non c’è

discarica, rifiuti straripano dai cassonetti

Rifiuti straripano dai cassonetti

Con una capitale ridotta a discarica, gli auguri di Natale della sindaca suonano, come minimo stonati. A cominciare dall’incredibile «orgoglio» per «il lavoro fatto» in 30 mesi di governo cittadino, per finire alla promessa che «il 2019 sarà l’anno del riscatto», perché «raccoglierà i frutti dell’impegno…».

Il contrasto fra il degrado in cui versa la città e le parole di chi dovrebbe amministrarla è così stridente da far veramente pensare che Virginia Raggi sia «un marziano a Roma». Come hanno recentemente confermato le promotrici di «Roma dice basta!», la manifestazione di protesta contro il degrado del 27 ottobre. Invitate dalla Raggi il 19 dicembre le «cattive ragazze», dopo due ore di colloquio, hanno avuto «l’impressione» di trovarsi «di fronte una sindaca scollegata dalla città che amministra, quasi non vivesse a Roma».

Termini Ciampino Fiumicino, Virginia Raggi

Virginia Raggi

Già, perché la situazione è esattamente quella descritta dal New York Times alla vigilia di Natale: «Roma è una città in rovina…..rischia di trasformarsi in una discarica». Jason Horowitz, corrispondente del quotidiano Usa nella capitale, dopo aver descritto lo stato di abbandono urbano, ha sottolineato che ormai: «Il cittadino romano è così rassegnato e abbattuto dalla sporcizia che lo circonda che non riesce più a vedere il triste stato della città…».

Ma la cosa più sorprendente è l’assenza dell’opposizione politica. In 30 mesi di giunta Cinquestelle in consiglio comunale i partiti di minoranza non sono riusciti a dar vita a una sola battaglia. Nell’Aula Giulio Cesare ormai si votano solo mozioni e atti di indirizzo politico. Con la sindaca che può permettersi il lusso di partecipare a una seduta su quattro e consiglieri dell’opposizione che fanno altrettanto.

Come Alfio Marchini, candidato sindaco di centrodestra nel 2016, votato dal 10 per cento dei romani, che nel 2017 si è presentato solo 6 volte in Palazzo Senatorio, giusto per evitare la decadenza da consigliere. Peggio di lui ha fatto Giorgia Meloni, con 5 presenze. La metà di quelle della sindaca che ne ha totalizzate 10.

Statua di Marco Aurelio al Campidoglio

E nel 2018? I dati non sono disponibili. Se si va sul sito ufficiale del Campidoglio si scopre che l’ultimo aggiornamento risale al 15 gennaio 2018 e che quindi non sono stati registrati nemmeno i dati sulle presenze in consiglio comunale del primo semestre. Il che poi la dice già lunga sull’efficienza e sulla trasparenza dell’amministrazione capitolina.

E il Pd? Con Giachetti che preferisce stare a Montecitorio e adesso si prepara pure alla battaglia per la segreteria del partito, non c’è da sperare troppo sul fronte della lotta politica alla giunta Raggi. E così i Dem, che con 8 consiglieri rappresentano pur sempre il maggior gruppo d’opposizione, si accontentano di qualche comunicato stampa. L’ultimo è un documento di 23 paginette sul disastroso bilancio della giunta che chiude il 2018 con la sostituzione di 8 assessori e 10 manager delle partecipate, 25 bus dell’Atac andati a fuoco, con una raccolta differenziata al 44%, ecc. ecc. Alla fine sembra di trovarsi di fronte a un documento contabile. Inutile aggiungere che l’opposizione politica è ben altra cosa…