Racconti fotografici su
l’Italia chiusa dal Covid

Italia in attesa. Dodici fotografi di generazioni diverse, italiani e stranieri, raccontano una tragedia impensabile. Un intero paese confinato in casa per quasi tre mesi, tra marzo e maggio 2020, nello sforzo immane di combattere il Coronavirus.

Italia in attesa, Una fotografia di Mario Cresci

Una fotografia di Mario Cresci

Una Italia devastata dal dolore di migliaia di morti, dal blocco di quasi tutte le attività produttive non essenziali, dalla disoccupazione di massa che ha colpito in particolare i lavoratori autonomi e quelli meno garantiti.

Il dramma del Covid-19 purtroppo ancora non è finito. In un anno ha causato quasi 100.000 morti e in questi giorni le cosiddette “varianti” (inglese, brasiliana e sudafricana) hanno fatto di nuovo esplodere i contagi. In particolare la Lombardia è tornata nell’occhio del ciclone.  Ma in tutta Italia le infezioni sono in aumento, così sono ancora molto severe le limitazioni alla libertà di circolazione delle persone soprattutto nelle “zone rosse” e nelle “zone arancioni” (le aree nelle quali la pandemia causa più decessi ed infezioni).

La mostra Italia in attesa.12 racconti fotografici è visitabile a Roma a Palazzo Barberini. L’iniziativa è stata promossa dal ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo e realizzata dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica. Lo scopo è la creazione di un archivio visivo dell’Italia durante l’emergenza sanitaria.

Italia in attesa, Una foto di George Tatge

Una foto di George Tatge

I fotografi, precisa un comunicato stampa, hanno realizzato progetti fotografici che raccontano il vuoto e la sospensione nella vita ordinaria in un momento straordinario come la pandemia. Hanno sondato paesaggi urbani ed extra-urbani, siti e luoghi della cultura della Penisola, i loro stessi luoghi e gli spazi prossimi ad essi. Le immagini prodotte spaziano tra diversi generi e generazioni, tra diverse modalità e tecniche, tra tradizione e sperimentazione. Obiettivo del progetto e della mostra, infatti, è quello di proporre un racconto corale e polifonico della situazione attuale, dando allo stesso tempo conto di come il lockdown e l’emergenza sanitaria possano aver influito sullo sguardo di alcuni dei principali narratori visivi italiani.

Sono più di cento le fotografie esposte lungo un percorso che si snoda tra cinque diversi ambienti di Palazzo Barberini (Sala delle Colonne, Cucine Novecentesche, Sala Ovale, Sala Paesaggi, Serra) – tre dei quali aperti al pubblico per la prima volta in questa occasione – creando un dialogo suggestivo tra presente e passato, storia e attualità, architettura e immagine.

Italia in attesa, Una sala della mostra "Italia in attesa"

Una sala della mostra “Italia in attesa”

Italia in attesa rappresenta una delle tre azioni, distinte ma complementari, del progetto 2020FermoImmagine – ideato e organizzato dal MiBACT con il coordinamento della Direzione Generale Creatività Contemporanea – insieme alla mostra Città sospese. I siti italiani Unesco nei giorni del lockdown, che sarà presto inaugurata a Palazzo Poli, e REFOCUS, open call per fotografi under 40 lanciate nel 2020 in collaborazione con La Triennale di Milano e il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo, per indagare l’Italia durante le misure di contenimento dell’epidemia e che sfoceranno in una mostra.

Le immagini e le fotografie prodotte per Italia in attesa e Città sospese entreranno a fare parte delle collezioni dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e saranno destinate a un fondo dedicato alla documentazione del Paese nei mesi difficili dell’emergenza pandemica.

L’esposizione fotografica ospitata a Palazzo Barberini è curata da Margherita Guccione, Carlo Birrozzi, Flaminia Gennari Santori. Le opere fotografiche sono di dodici autori: Olivo Barbieri, Antonio Biasiucci, Silvia Camporesi, Mario Cresci, Paola De Pietri, Ilaria Ferretti, Guido Guidi, Andrea Jemolo, Francesco Jodice, Allegra Martin, Walter Niedermayr, George Tatge.