Lo ha detto Papa Francesco lo scorso 27 marzo quando, in una piazza San Pietro desolata e deserta, pregò per l’umanità aggredita da un nuovo sconosciuto e insidiosissimo virus: «Siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa… Ci siamo trovati su una stessa barca fragili e disorientati. Chiamati a remare insieme e a confortarci a vicenda. Su questa barca ci siamo tutti».
![Ilaria Capua, Papa Francesco](https://www.sfogliaroma.it/wp-content/uploads/2020/06/Papa-con-Santissimo-verso-la-piazza-300x163.jpg)
Papa Francesco
Lo ha ribadito il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel suo messaggio del 5 marzo in occasione dalle Giornata dell’Ambiente, la prima dopo la pandemia: «Le recenti drammatiche vicende che toccano tutto il nostro pianeta ci impongono di prendere atto del legame imprescindibile che esiste tra l’equilibrio della natura e la nostra sopravvivenza».
Ora, nel momento in cui la pandemia sembra allentare la presa e confortati dai numeri tiriamo un primo timido sospiro di sollievo, diventa necessario tentare un primo bilancio su quanto è accaduto e rispondere ad un’angosciosa domanda che abbiamo rimosso durante il lockdown, tutti presi dalla necessità di organizzarci per sfuggire al contagio.
![Ilaria Capua, Il Dopo, libro di Ilaria Capua](https://www.sfogliaroma.it/wp-content/uploads/2020/06/IMG_20200605_181449_resized_20200605_061541481-002-225x300.jpg)
Il Dopo, libro di Ilaria Capua
Quanto l’uomo è responsabile delle centinaia di migliaia di morti che si contano sull’intero pianeta? È stata la violazione dell’habitat naturale di alcune specie selvatiche ad aver provocato il salto di specie dai pipistrelli, passando poi dai pangolini (o chissà quale altro inconsapevole animale) a noi? Sì il virus è proprio da lì che proviene. I virologi ce lo hanno spiegato, è un fenomeno già noto agli scienziati. Nei lunghi giorni trascorsi barricati in casa molti hanno letto o riletto il libro del 2012 di David Qammen Spillover. «Siamo stati noi a generare l’epidemia di Coronavirus – ha dichiarato l’autore al New York Times – potrebbe essere iniziata da un pipistrello in una grotta, ma è stata l’attività umana a scatenarla».
Ora che lo abbiamo capito però servono idee e progetti per ripartire nel rispetto della Terra. Ma come? Prova a dare una soluzione una virologa che abbiano imparato a conoscere nelle lunghe serate davanti alla tv.
Ilaria Capua ha scritto per Mondadori: Il Dopo, un libro in cui, con chiarezza e semplicità descrive il virus «che ci ha costretto a cambiare mappa mentale». «Passare dal considerarsi delle monadi al rendersi conto di essere non solo parte di una comunità, ma responsabili per essa, è un salto in alto. Molto in alto – scrive la dottoressa – Ma è ciò che farà la differenza». Una volta usciti dall’emergenza sarà necessario «stabilire criteri e linee guida non solo per il conteggio dei contagiati, ma anche per la comunicazione in caso di pandemia».
![Ilaria Capua, Passeggeri con mascherina alla stazione di Milano](https://www.sfogliaroma.it/wp-content/uploads/2020/06/Passeggeri-alla-Stazione-Centrale-di-Milano-300x193.jpg)
Passeggeri con mascherina alla stazione di Milano
Questo anche nel malaugurato caso di una non ineluttabile seconda ondata. Scrive Ilaria Capua: «Quando ci troviamo di fronte a situazioni emergenziali è essenziale sapere come muoversi ed è opportuno prepararsi. È così che la gente non muore». Sarà poi opportuno ripensare la salute pubblica «a livello globale, sovranazionale, collettivo e individuale» condividendo “le sequenze genetiche” per consentire alla comunità scientifica di poter meglio comprendere «l’evoluzione molecolare e l’epidemiologia di ciascun ceppo». Dobbiamo fare i conti con una nuova normalità in cui «un uomo di 38 anni che vive a Codogno, nel lodigiano, è connesso con un pipistrello che svolazza in una foresta asiatica, in cui il benessere del primo ministro inglese dipende direttamente da quanto la biodiversità del globo è stata erosa». È tutto correlato «l’emergere di agenti patogeni sconosciuti ha a che fare con il riscaldamento globale e la perdita di biodiversità».
Una nuova consapevolezza è dunque indispensabile senza dimenticare mai di farci questa domanda, sembra suggerirci la dottoressa con il suo sorriso contagioso: «Non sarà che Madre Natura avrà voluto dirci qualcosa con questa sorta di enorme, potentissimo starnuto allergico?».