Lo shock umano, sociale ed economico del Coronavirus è enorme. Il debito pubblico di uno Stato può aumentare a dismisura, ora la priorità è salvare l’occupazione. Mario Draghi torna a far sentire la sua voce dopo un lungo silenzio con un intervento sul Financial Times. Fa una premessa: è «una tragedia umana potenzialmente di proporzioni bibliche».
Draghi da quando era terminato il suo mandato di presidente della Bce (Banca centrale europea) aveva evitato ogni commento. Ma adesso, davanti alla terribile emergenza del Covid-19, con decine migliaia di morti negli ospedali italiani ed europei, con le industrie e i servizi non essenziali bloccati per ridurre il contagio, ha messo mano alla sua «cassetta degli attrezzi» (come chiama le sue idee di economista). Dà la linea sulle priorità da perseguire sul piano economico: va difesa l’occupazione scongiurando la chiusura delle fabbriche e delle aziende di servizi.
La situazione è eccezionale come in una guerra. Ricorda che in Italia e in Germania tra il 6 e il 15 cento delle spese belliche della Prima guerra mondiale fu finanziato con le tasse. Propone perciò di immettere una grande liquidità di denaro nel sistema economico aumentando il debito pubblico che, tra l’altro, ha tassi d’interesse molto bassi.
E le banche devono fare la loro parte «prestando denaro a costo zero alle imprese» per aiutarle a salvare posti di lavoro. L’aumento alle stelle del debito pubblico avrebbe un costo ma sarebbe comunque conveniente perché l’alternativa sarebbe molto peggiore: causerebbe «una distruzione permanente della capacità produttiva e quindi fiscale». Occorre agire rapidamente: «I costi dell’esitazione potrebbero essere irreversibili»; c’è il pericolo di una disoccupazione di massa, con milioni di persone senza lavoro. Come monito Draghi ricorda la memoria delle sofferenze sociali degli anni ’20: «Dovrebbe metterci in guardia».
Chiama alla mobilitazione comune l’Unione Europea per difendere occupazione e aziende: «Come europei» siamo chiamati a un aiuto reciproco per «una causa comune».
Conte è d’accordo con Draghi. Il presidente del Consiglio giovedì 26 marzo, parlando nel pomeriggio al Senato, ha sottolineato: «Siamo in sintonia, serve uno shock, un’azione straordinaria». Conte nei giorni scorsi ha proposto il varo dei «Coronavirus bond» o altri strumenti di garanzia comune europea del debito avversati però dalla Germania e da altri paesi del nord Europa come l’Olanda. Il presidente del Consiglio, assieme ai capi di stato e di governo di altri otto paesi della Ue (tra cui il francese Emmanuel Macron e lo spagnolo Pedro Sànchez), ha proposto straordinari strumenti finanziari per affrontare la drammatica emergenza del Covid-19.
Ma la sera di giovedì 26 marzo si è sfiorata la rottura al Consiglio europeo tenuto in teleconferenza. Conte assieme a Sànchez ha bocciato la bozza preparata per la conclusione del vertice. Ha chiesto entro dieci giorni «una risposta forte ed adeguata», fortemente innovativa per affrontare la drammatica pandemia. Ha avvertito: se sarà riproposto un meccanismo del passato «non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno!». Poi è arrivata la mediazione tra i 27 paesi Ue: la presidente della commissione, Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dovranno presentare delle proposte di lungo periodo.
Conte sembra fare asse con Draghi sull’aumento del debito per difendere l’occupazione. L’ex presidente della Bce è un uomo determinato. Il 26 luglio 2012 salvò l’euro dalla crisi del debito sovrano dichiarando: «La Bce è pronta a fare qualsiasi cosa per salvare l’euro. E credetemi, sarà abbastanza». La spuntò. Anche contro l’ostilità della Germania e degli altri paesi del nord Europa teorici del rigore finanziario, realizzò un piano di allentamento monetario, il cosiddetto “quantitative easing”, diede il via libera agli acquisti di titoli del debito pubblico dei vari paesi europei da parte della Bce e salvò dal tracollo paesi come l’Italia e lo stesso euro.
Draghi è un tecnico con una forte visione politica. Tira fuori innovative idee controcorrente in situazioni di emergenza e ha la capacità di perseguire con determinazione i suoi progetti anche in situazioni molto difficili. Ora lancia una “ricetta” audace per combattere le nefaste conseguenze economiche del Coronavirus. In Italia da tempo c’è chi pensa a lui come possibile candidato a Palazzo Chigi o al Quirinale.