Di Maso: allo sport
un ministero
con portafoglio

Andrea Di Maso, imprenditore e top manager, da sempre è impegnato con le sue aziende nel mondo dello sport. Ha curato nel 2009 la comunicazione visiva della finale di Championship League, è stato nel comitato organizzatore dei più importanti eventi sportivi internazionali, ha curato le attività di advisory e sponsorship delle Fiamme oro rugby della polizia di Stato. Con Di Maso affrontiamo le diverse tematiche legate allo sport e alla necessità di realizzare le riforme.

Andrea Di Maso, Andrea di Maso intervistato

Andrea di Maso intervistato

Dottor Di Maso, lo sport rappresenta un movimento che muove milioni di appassionati: perché in Italia si fatica ad investire su nuove strutture (stadi compresi) e su nuove professionalità 2.0?

Parlerei di professionalità 4.0 ormai. A mio avviso manca il supporto reale della parte politica. Molti slogan e poco interesse reale fino ad oggi. Servirebbe un vero ministero dello Sport con portafoglio. Il campionato cadetto (serie B) è considerato il campionato degli italiani perché indispensabile per svezzare i campioni del domani: sappiamo di una stretta collaborazione con l’Ascoli calcio.

Gli ottimi risultati iniziali sono frutto di una nuova mentalità portati dal Patron Pulcinelli?

La mia non è una collaborazione attiva bensì un interesse ed una passione che nutro grazie all’amicizia che mi lega con il Patron Massimo Pulcinelli. Sono certo che farà molto bene e porterà la società ai vertici del calcio Italiano. Recentemente ha scelto Carlo Neri in qualità di presidente e conoscendolo ritengo sia una figura competente e funzionale al progetto.

Andrea Di Maso, Charles Leclerc

Charles Leclerc

In passato il suo nome è stato affiancato alla Federazione Rugby: i disastrosi risultati nella recente Coppa del Mondo impongono un doveroso cambio di passo?

I risultati degli ultimi anni sono di dominio pubblico. Un campionato del mondo sotto tono e senza alcun risalto mediatico oltre ad un 6 nazioni che negli ultimi anni ci ha visti sempre sconfitti. Se fossi il presidente mi dimetterei. Nella vita contano i risultati prima di tutto. Passiamo ai motori: il giovane Leclerc sembrerebbe l’erede del grande Villeneuve, quello che manca alla Ferrari è un uomo forte, alla Jean Todt per intenderci….

È solo questa la lacuna della Rossa?

Charles è un ottimo pilota, ancora giovane ma con un grandissimo talento. Sono certo che insieme ad una squadra ancora più forte riuscirà a portare la rossa nuovamente nel posto più alto del podio.

La caduta del governo ed il passaggio, da Giorgetti, come sottosegretario allo Sport, a Spadafora come ministro, in che cosa potrebbe incidere rispetto alle future strategie di “Sport e Salute”?

Il neo ministro ha un compito importantissimo, ne ho sentito parlare bene e sono certo che saprà gestire al meglio le sue funzioni. Lo sport è la metafora della vita. Il suo ministero è determinante per la crescita del Paese in quanto lo sport incide profondamente nel Pil interno e, oltretutto, è importante per l’entusiasmo e per la salute di ognuno di noi.