Circo Massimo, svelati
i segreti in 40 minuti

È quasi impossibile immaginare la bellezza e l’imponenza del Circo Massimo, una delle meraviglie di Roma. Rimangono solo pochi resti dello stadio destinato alle corse dei carri e alle battute di caccia con animali esotici. Ci sono le scarne rovine delle tribune e delle scale di accesso alle gradinate. Sono stati ritrovati i reperti del secondo Arco di trionfo di Tito, quello costruito al centro del Circo Massimo (era alto 20 metri), mentre il primo gode sempre ottima salute nel Foro Romano.

Circo Massimo, Ricostruzione virtuale di parte delle tribune e della pista del Circo Massimo

Ricostruzione virtuale di parte delle tribune e della pista del Circo Massimo

I due obelischi egizi, il primo fatto trasportare a Roma da Augusto e il secondo da Costanzo II, non sono più da secoli al loro posto. Abbelliscono invece dal 1500 piazza del Popolo e piazza San Giovanni in Laterano. Erano collocati nella spina della pista attorno alla quale correvano bighe e quadrighe tra gli applausi, le grida e gli incoraggiamenti degli spettatori dell’antica Roma.C’erano anche le botteghe che vendevano di tutto, gli uffici per le scommesse sui cavalli, le latrine.

Il Circo Massimo è nella valle tra due colli famosissimi: il Palatino e l’Aventino. Qui, nella valle Murcia, la leggenda vuole che nacque Roma: in questo avvallamento la tradizione colloca il ratto delle Sabine da parte dei romani in cerca di donne da sposare. Qui c’era l’enorme stadio, prima costruito in legno e poi in marmo e mattoni, con una pista lunga 600 metri e larga 225, capace di ospitare fino a 300 mila persone. Ora, ad occhio nudo, si può solo ammirare la Torre della Moletta (così chiamata perché difendeva dei molini), costruita nel 1100 dai Frangipane, una delle più importanti famiglie della Roma medioevale.

Circo Massimo, Ricostruzione virtuale del Circo Massimo

Ricostruzione virtuale del Circo Massimo

Il Circo Massimo oscurava per grandiosità e bellezza il Circo Flaminio e il Circo di Massenzio, gli altri due importanti stadi di Roma antica. Gli spettatori tifavano e scommettevano su quattro squadre (“factiones”): rossi, bianchi, verdi, azzurri. L’imperatore Gaio Giulio Cesare, figlio di Druso Germanico e nipote di Druso maggiore, soprannominato Caligola, era follemente appassionato dei verdi e del cavallo Incitatus (veloce). Era talmente innamorato del suo campione vincitore di tutte le gare da assegnargli perfino una stalla di marmo, una mangiatoia di avorio e dei finimenti ricoperti di pietre preziose. Il silenzio doveva essere assoluto mentre Incitatus riposava. Non lo nominò senatore come vorrebbe una leggenda ma, come scrisse Svetonio, aveva in animo di affidargli l’incarico di console. Per molti era il segnale della pazzia di Caligola, per altri era una espressione della politica assolutistica dell’imperatore diretta a svalutare tutti gli altri poteri, in testa il Senato, eredità dell’età repubblicana. Probabilmente brame dispotiche e squilibrio mentale si sommavano.

Il Circo Massimo, nato nella Roma dei re (si dice che fu opera di Tarquinio Prisco) mano mano crebbe nell’età repubblicana e in quella imperiale. Il passante oggi ne percepisce l’imponenza: con lo sguardo riesce ad intuire l’enorme tracciato ovale del circuito (delimitato dall’erba) e delle tribune (delineato dalle scarpate laterali). Cittadini, turisti e appassionati adesso possono entrare nei segreti e ammirare in 40 minuti una ricostruzione visiva dello stadio e delle corse.

Turista con visore ammira la ricostruzione del Circo Massimo

Dal 23 maggio è partito il Circo Maximo Experience promosso da Roma Capitale, assessorato alla Crescita Culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, organizzato da Zètema Progetto Cultura e realizzato da Gs Net Italia e Inglobe Technologies. È operativo, ha precisato un comunicato stampa, «il progetto innovativo di valorizzazione in realtà aumentata e in realtà virtuale di uno dei luoghi più significativi della storia della città». Si aggiunge ad analoghi progetti divenuti operativi: per l’Ara Pacis, per il Foro di Cesare e per il Foro di Augusto.

La tecnologia digitale fa il miracolo. Un visore e un sonoro descrivono e raccontano la ricostruzione architettonica e storica del più grande edificio pubblico romano dalla sua prima edificazione (600-500 avanti Cristo) fino ai molteplici cambiamenti avvenuti nei secoli, arrivando ai primi decenni del 1900 (qui lo Stato pontificio fino al 1870 eseguiva le sentenze di condanna a morte e sempre qui il fascismo organizzava vari eventi del regime prima della Seconda guerra mondiale).

Ma ancora adesso il Circo Massimo non è solo un affascinante sito archeologico. Molte impegnative manifestazioni politiche e sindacali sono state organizzate in questo enorme spazio. Non solo. Qui i romani si ritrovano per festeggiare il Capodanno. Anche i grandi concerti vengono ospitati nell’immenso prato dove un tempo le corse delle bighe facevano impazzire gli antichi romani.