CGIL-CISL-UIL al governo:
il cambiamento siamo noi 

La grande manifestazione di sabato 9 febbraio cambia gli equilibri nella scena politica. Le tre confederazioni, alla prima grande uscita unitaria, a valle delle critiche e dei rancori di coloro che hanno ritenuto inadeguata o sbagliata la risposta alle politiche dei governi a trazione Pd, mostrano di voler proseguire nella ripartenza per l’unità sindacale. La grandissima partecipazione di popolo a piazza San Giovanni a Roma segnala il grande desiderio di unità dei lavoratori italiani.

Sindacato, manifestazione Cgil,-Cisl-Uil a piazza San Giovanni a Roma

Manifestazione Cgil-Cisl-Uil a piazza San Giovanni a Roma

L’unità del sindacato è una richiesta fortissima che viene avanti non solo perché l’unione fa la forza ma perché l’unità dei lavoratori è un valore in sé che va riconquistato laddove, anni or sono, è stato sperperato nella notte della nota riunione sindacale di Montesilvano.

La grande partecipazione di popolo accende l’attenzione intorno ad un sindacato in piazza, che dichiara di lavorare per l’unità al servizio di obiettivi sindacali di profonda e radicale riforma delle politiche governative ad oggi portate avanti dai governi, del passato prossimo e non solo di quello in carica, e ripolarizza verso il sindacato un significativo popolo di iscritti ai sindacati che o hanno creduto che questo governo cambiasse in tema di lavoro le politiche renziane o che come conseguenza delle stesse sono approdati all’ampio mondo dei non votanti.

Una ingiusta sovrapposizione del giudizio severo sul Pd riversato anche sul sindacato, che la così grande adesione alla manifestazione mostra in qualche modo essere stato rimessa in discussione. È un inizio. Il prossimo futuro dirà se con la sua azione il sindacato seguiterà a recuperare in pieno il consenso di quanti avevano pensato di ritirarglielo.

C’è una fase nuova da costruire giorno per giorno perché il sindacato ridiventi il grande protagonista sociale che tutti i cittadini hanno riconosciuto in altri momenti della vita del paese. Un sindacato che torni a essere attrattivo per quelli che se ne sono allontanati, che si sono sentiti delusi o traditi e che vanno rispettati, ascoltati e ai quali il sindacato deve chiedere di tornare insieme per cambiare la condizione di chi lavora e di tutti quelli che il lavoro non ce l’hanno.

Momenti della manifestazione di Cgil-Cisl-Uil a Roma

Un sindacato che sappia richiamare i tanti giovani dando certezze di lavoro. Per tornare a vincere come negli anni della contrattazione nei posti di lavoro e di quella sociale; per dare al paese le grandi riforme di struttura come negli anni ’70. Una nuova generazione di giovani che esprimano fiducia nel sindacato e che lo traghettino nel futuro per il futuro.

Il sindacato non ha mai pensato di essere autosufficiente per cambiare il paese o che si possa prescindere dal ruolo democratico delle forze politiche o che nelle sue scelte non abbia bisogno di confrontarsi con quanto le forze politiche propongono e fanno nel loro ruolo indicato nella Costituzione. Per riformare le istituzioni con e nella Costituzione, per renderle adeguate ai mutamenti della società italiana, c’è bisogno di forze politiche democratiche, con salde radici nella Costituzione repubblicana e che al loro interno vi sia pienamente rappresentato il mondo del lavoro. In esso il mondo sindacale deve poter riconoscere una forza politica incardinata nel mondo del lavoro, con la volontà di rappresentarne politicamente le istanze in Parlamento.

Un partito del lavoro, laburista, che oggi non c’è e che diventerebbe, nelle reciproche autonomie, un interlocutore del sindacato reso più unito da una convinta e praticata unità sindacale che sia viva, dai posti di lavoro e dalle sedi di base dei pensionati, fino alle segreterie nazionali confederali. Se si vuole sottrarre il paese ai fautori delle ricette cosiddette populiste e se si auspica uno spostamento a sinistra del quadro politico non si può iniziare dalla metafora della “lunga marcia nel deserto” ma partendo dalla situazione data e uscendo dalla politica del giorno per giorno si deve auspicare che questo avvenga, che quanti democratici ritengono che il paese abbia bisogno di un partito di matrice  liberale aperto che si costituisca e sia in grado di rappresentare tali istanze presenti fra i cittadini.

San Giovanni, Particolare della manifestazione del sindacato a piazza San Giovanni a Roma

Particolare della manifestazione del sindacato a piazza San Giovanni a Roma

Questo partito trovi poi una intesa con chi rappresenta il mondo del lavoro e insieme si pongano con contenuti chiari, come alternativa al mix di 5 Stelle e Lega. Quello che oggi non capiscono né condividono tanti italiani verrebbe visto sotto altra luce. Un mondo fatto di persone che hanno seguitato ad aver fiducia nel sindacato, rinnovandogliela partecipando alla grande manifestazione, ricomporrebbero in modo coerente il loro essere cittadini che al contempo partecipano alla vita sindacale e vogliono partecipare a quella politica.

Da come  si concluderà il congresso del PD, da come evolveranno i continui movimenti dentro l’articolata area della sinistra si potrà capire meglio se il paese ha ancora una opposizione che grida contro ma non morde o se si sta avviando una alternativa al quadro politico attuale.

Il segretario generale della Cgil non ha detto uniamoci contro i sovranisti. Sarebbe stato un messaggio fuorviante quanto inutile. Dalla piazza e oltre la piazza Landini ha mandato un messaggio che è anche una indicazione programmatica: non sono loro il cambiamento, il cambiamento siamo noi. Mi pare un buona indicazione di ruolo.