La stazione Vigna Clara
è all’ultimo miglio

Sta forse per giungere al capolinea la storia (infinita) della stazione di Vigna Clara, snodo strategico per collegare in otto minuti Corso Francia con Valle Aurelia, creando una nuova linea urbana Vigna Clara-Ostiense e incrociando lungo le poche fermate la metro A a Valle Aurelia e la linea B della underground capitolina ad Ostiense.

I marciapiedi della stazione Vigna Clara

I marciapiedi della stazione Vigna Clara

Il 16 ottobre, infatti, scadrà il termine per la presentazione della relazione della commissione tecnica, incaricata dal Tar del Lazio di riferire sulla effettiva possibilità della riapertura della stazione, ferma da più di un quarto di secolo anche a causa di una serie di ricorsi che il Comitato ‘Un anello per Roma’ ha sempre ritenuto inconsistenti e in alcuni casi addirittura ‘farneticanti’. Il Tribunale amministrativo dovrà pronunciarsi entro il 6 dicembre per mettere la parola fine ad una vicenda durata fin troppo a lungo. Una delibera in cui i sostenitori della riapertura ripongono fondate speranze.

La storia della stazione di Vigna Clara inizia alla vigilia dei mondiali di calcio disputati 27 anni fa in Italia. Costata 90 miliardi di lire, insieme alla gemella stazione di Farneto in via dei Monti della Farnesina, e inaugurata in pompa magna poco prima del fischio d’inizio del mundial, la stazione lavora per una manciata di giorni per poi fermarsi: al termine dei mondiali, infatti, il collegamento viene abbandonato in attesa dei lavori di ristrutturazione della galleria Cassia-Monte Mario.

Interno della stazione

Interno della stazione

La stazione diventa terra di nessuno fino al 2015 quando il Campidoglio, eseguiti i lavori in galleria, rispolvera il progetto per potenziare l’anello ferroviario. La linea Valle Aurelia-Vigna Clara viene ricostruita e formalmente attivata anche se solo in via tecnica a metà luglio del 2016. Infatti nel maggio dello stesso anno il Tar del Lazio sospende i lavori per un mese e proibisce la circolazione ferroviaria. La stazione si blocca per un ricorso del 2002 decaduto ma ripresentato da due dei sei originari ricorrenti, abitanti della via che corre parallela ai binari. Ricorso, accusa il Comitato ‘Un anello per Roma’, che parla “in modo confusionale ed incerto” di accordi tra le parti per un preavviso relativo all’inizio dei lavori e per l’assenza di una Valutazione di impatto ambientale. Il 18 settembre scorso però il problema della VIA torna in primo piano perché a richiederla nuovamente è la commissione incaricata dal Tar di preparare una relazione tecnica. Ma è un grave errore perché la valutazione era già stata emessa dalla Regione Lazio e dal ministero dell’Ambiente nel 2004.

La stazione nel 2009

La stazione nel 2009

A questo ricorso se ne aggiunge un altro, presentato da un condominio di via Cesare Ferrero da Cambiano e dalla casa di cura Ars Medica. Un atto che il presidente del Comitato Stefano Testi non esita a definire “farneticante”, anche perché si parla di un allargamento abusivo della galleria da 8 a 18 metri di diametro: «se questo fosse vero –rileva Testi- via Ferrero da Cambiano non esisterebbe più ma ci sarebbe solo un’enorme trincea nel quartiere». Anzi, insiste Testi, è proprio la casa di cura ad aver avviato nel 2000 “lavori sotterranei nei pressi della galleria”.

Il Comitato, inoltre, ci tiene a sottolineare come la stazione di Vigna Clara, che sarebbe collegata da treni di ultima generazione, silenziosi e veloci, non diminuirebbe il valore commerciale degli immobili vicini, ma, al contrario, lo aumenterebbe di un buon 20%. Ora si attende l’ultima parola del Tribunale Amministrativo che, almeno sperano nel Comitato, entro il 6 dicembre dovrebbe rigettare in via definitiva i ricorsi e dare il via libera alla riapertura della stazione. Sarebbe un bel regalo di Natale per i romani.