Malaria, mobilitato
l’ospedale Spallanzani

Di malaria, purtroppo, si può ancora morire anche in Italia. La morte di Sofia Zago, una bambina di appena 4 anni, ha sorpreso e addolorato tutta l’Italia. Come è potuta accadere una simile tragedia? Per ora non c’è una risposta. «Non è la prima volta che in Italia si verificano casi non altrimenti spiegabili, ma alla fine si trova sempre una spiegazione. Ci vorrà solo tempo per capire che cosa è successo. La mia raccomandazione è alla calma, perché non c’è nessun motivo di allarmarsi», Così ha risposto Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell‘Istituto nazionale per le Malattie infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ di Roma, interpellato dall’agenzia Dire in merito alla morte per malaria della piccola Sofia all’ospedale di Brescia.

Ospedale Lazzaro Spallanzani

Ospedale Lazzaro Spallanzani

«Al momento non è stata definita la modalità di trasmissione – ha proseguito Ippolito – e certamente c’è curiosità da parte degli esperti di capire cosa è successo. Ma ci vorrà tempo e gli entomologi dovranno fare delle indagini. Adesso è presto per trarre conclusioni. Di ipotesi ne sono state già fatte tante oggi, alcune delle quali anche strampalate, ed è inutile al momento aggiungere altro». La malaria è una malattia grave che esiste: «Nei bambini sotto i 5 anni è ancora più grave – ha precisatoil direttore scientifico dello Spallanzani – e la quota maggiore di morti si ha proprio nei bambini in quella fascia d’età, anche in Africa. Il vero motivo per cui queste misure vanno valutate è perché un caso in un bambino – ha concluso – di per sé è più grave di un caso in un adulto».

L’ospedale Spallanzani è mobilitato contro la malaria. Questa malattia, precisa un comunicato stampa dello Spallanzani,  rimane una delle infezioni più gravi per i viaggiatori in paesi tropicali e per i rarissimi casi autoctoni in paesi sviluppati. Ciò anche a causa della mancanza di linee guida armonizzate, di una grande varietà di regimi di trattamento utilizzati e l’assenza in Europa di un farmaco registrato, più efficace del chinino, somministrabile endovena con la conseguente difficile reperibilità di esso.

Segnale stradale di accesso all'ospedale Spallanzani

Segnale stradale di accesso all’ospedale Spallanzani

Per migliorare il livello di gestione della malaria grave e complicata nel Paese il giorno 25 e 26 settembre 2017 si svolgerà a Roma presso l’Istituto Nazionale per Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani la prima riunione di un programma di ricerca del ministero della Salute.

Nei prossimi 3 anni insieme allo Spallanzani parteciperanno al programma 11 centri di malattie infettive italiani ospedalieri e universitari del Nord (Sacco di Milano, Amedeo di Savoia di Torino, Opera Don Calabria di Negrar, Spedali Civili di Brescia e Sant’Orsola di Bologna), Centro (Careggi di Firenze, Policlinico Umberto I e Gemelli di Roma) e Sud Italia (Cotugno di Napoli, Policlinico di Bari, Garibaldi di Catania) ed il Medical Reserach Council del Gambia.

Banjul, capitale del Gambia

Banjul, capitale del Gambia

Verranno registrati i casi di malaria grave ricoverati nei suddetti centri, il tipo di trattamento utilizzato, l’andamento clinico e il risultato finale in termini di sopravvivenza, complicanze ed eventuale ricovero in terapia intensiva.

Verranno inoltre registrati eventuali eventi avversi e monitorati con tecniche innovative, anche in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, parametri immunologici e parassitologici per individuare fattori associati o meno a un migliore andamento clinico della malaria e per monitorare i livelli di resistenza a farmaci antimalarici.

Tutto questo per contribuire a ridurre la letalità della malaria grave, controllare il rischio di insufficienza d’organo (neurologica, epatica, renale e respiratoria ed uniformare l’approccio al paziente con malaria nel Paese.

L’Istituto Nazionale per Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani ha aggiornato nel 2013 le “Procedure Operative per la gestione diagnostico-terapeutica della malaria” disponibili all’indirizzo: www.inmi.it

 

Contatti per informazioni:

Emanuele Nicastri (emanuele.nicastri@inmi.it);

Giuseppe Ippolito (giuseppe.ippolito@inmi.it)