Emanuela Orlandi,
34 anni di misteri

È l’unica certezza. Fu vista viva l’ultima volta esattamente 34 anni fa. Emanuela Orlandi, appena 15 anni, scomparve in pieno centro storico a Roma il 22 giugno 1983. Erano da poco passate le 19, aveva appena finito la sua lezione di musica. Salutò due sue amiche studentesse in corso Rinascimento, la strada sulla quale si affaccia il Senato, a un passo da piazza Navona, per andare a prendere l’autobus e tornare a casa, in Vaticano. Emanuela, figlia di Ercole, commesso pontificio, era cittadina vaticana e abitava nella Città leonina. Fece un colpo di telefono alla sorella a casa. Poi più nulla. Si volatilizzò senza lasciare alcuna traccia.

Il manifesto di Emanuela Orlandi

Il manifesto di Emanuela Orlandi

Scomparve in modo analogo, strana coincidenza, Mirella Gregori, un’altra giovanissima ragazza romana, sempre di 15 anni. Il 7 maggio 1983, poco più di un mese prima di Emanuela, si volatilizzò nel nulla. Disse che aveva un appuntamento con un ragazzo al monumento ai Bersaglieri di Porta Pia e che sarebbe andata a Villa Torlonia per “una chitarrata”. Ma nessuno l’ha vista. I genitori, titolari di un bar a via Volturno, zona stazione Termini, hanno fatto di tutto per ritrovarla, ma senza alcun risultato.

Un mistero. Un grande mistero italiano e della città eterna. II romani hanno ancora negli occhi una foto di Emanuela fatta affiggere dai familiari disperati sui muri di tutta la città, nella speranza di aiutare le ricerche. Ogni sforzo, finora, è stato vano. In 34 anni si sono succedute interminabili inchieste giudiziarie, fiaccolate, petizioni con oltre 150 mila firme, valanghe di articoli sui giornali, centinaia di servizi nei telegiornali e nei giornali radio, un film è uscito nelle sale cinematografiche e altri sono in preparazione. Ipotesi, tante ipotesi, nessuna certezza.

Giovanni Paolo II e Mehmet Ali Ağca a Rebibbia

Giovanni Paolo II e Mehmet Ali Ağca a Rebibbia

Si sono moltiplicate le piste sulle cause della scomparsa, anche le più tragiche e impensabili, ma i familiari e l’opinione pubblica aspettano sempre una verità che non arriva. La bella adolescente che studiava il flauto e il pianoforte è stata risucchiata in un orribile un buco nero. Non si sa nemmeno se Emanuela Orlandi, oggi quarantanovenne, sia viva o morta.

Servizi segreti, terrorismo internazionale, criminalità politica, malaffare comune, finanza deviata, “corvi” tra i prelati in Vaticano. Nei decenni si è formata una miscela avvelenata di rivelazioni esplosive, si sono intrecciati intrighi contraddittori. In 34 anni ognuno ha detto la sua. Ci sono state le ipotesi di un rapimento politico internazionale. I Lupi Grigi, un’organizzazione di estrema destra turca alla quale era legato il terrorista Ali Ağca, rivendicò il rapimento delle due ragazze quindicenni, ma sembra che fosse una manovra di depistaggio dei servizi segreti della Repubblica democratica tedesca, la parte orientale della Germania sotto il giogo di Mosca.

Il teatro era la “guerra fredda” combattuta tra Usa e Urss e i rispettivi alleati. Si parlò dei servizi segreti sovietici, che avrebbero utilizzato quelli della ex Germania est e della Bulgaria. Nel 1981 il terrorista turco Ali Ağca sparò in piazza San Pietro a Giovanni Paolo II, il papa polacco fiero avversario del comunismo. Karol Wojtyla, gravemente ferito, si salvò per miracolo. Per molti Mosca utilizzò la vicenda Orlandi per smorzare le voci sul proprio ruolo nell’attentato al papa polacco. A sorpresa Ağca poi annunciò: «La Orlandi è stata rapita dalla Cia in collaborazione col Vaticano per liberare il sottoscritto dal carcere… Poi hanno portato la Orlandi in un convento di clausura… La Orlandi è ancora viva in mano al Vaticano».

L’ex magistrato Ferdinando Imposimato pensò a una pista sovietica: «Emanuela fu presa dagli stessi uomini che organizzarono l’attentato al papa: uomini del Kgb e dei servizi segreti bulgari. Emanuela fu un ripiego, una sorta di piano B» dopo il fallito attentato a Giovanni Paolo II. Dichiarò: «Emanuela Orlandi è viva, vive in Turchia, con il suo compagno che è uno dei suoi sequestratori. Fu portata prima in Germania, poi in Francia e infine in Turchia».

Ma ci sono anche versioni totalmente diverse, terribili: sesso e Vaticano. Padre Gabriele Amorth, tra i principali esorcisti della Chiesa cattolica, sostenne una inquietante ipotesi: «È un delitto a sfondo sessuale… Non ho mai creduto alla pista internazionale. Ho motivo di credere che si sia trattato di un caso di sfruttamento sessuale con conseguente omicidio dopo la scomparsa e di occultamento del cadavere». Un ruolo importante nel rapimento di Emanuela era stato ipotizzato a carico di monsignor Pietro Vergari, parroco della basilica di Sant’Apollinare negli anni ’80, la chiesa vicina alla scuola di musica della quindicenne amante del flauto. Il prelato era finito nel registro degli indagati della procura della Repubblica di Roma per concorso nel sequestro della ragazza. Ma lui si era dichiarato innocente: «Sono tranquillo, non ho nulla da nascondere».

Padre Gabriele Amorth

Padre Gabriele Amorth

Sabrina Minardi, ex amante del boss della Banda della Magliana Renato De Pedis, raccontò una storia da film dell’orrore. Emanuela Orlandi fu rapita da De Pedis, ha sostenuto, su ordine dell’arcivescovo statunitense Paul Marcinkus, presidente dello Ior, Istituto Opere di Religione (la banca vaticana). Ha parlato di oscure e strane trame: «Hanno rapito Emanuela per dare un messaggio a qualcuno». Secondo l’amante di “Renatino” l’adolescente flautista non si salvò. La ferocia sarebbe stata inaudita: uccisa a Torvajanica e poi gettata in una betoniera.

C’è infine chi riporta tutto ad una normale vicenda adolescenziale finita male. C’è chi parla di cattive amicizie contratte con ventenni tossicodipendenti, residenti attorno a San Pietro, abituati a vivere di espedienti.

Ma la famiglia Orlandi continua la sua battaglia per conoscere tutta la verità. In particolare Pietro, il fratello di Emanuela, da anni conduce questa lotta. Così alcuni giorni fa la famiglia di Emanuela ha chiesto “l’accesso agli atti”, cioè di poter consultare l’archivio conservato in Vaticano su tutta la vicenda dell’adolescente scomparsa. Sembrerebbe esistere un dossier segreto. Tuttavia il Vaticano ha risposto picche: «Per noi è un caso chiuso». Monsignor Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, ha sottolineato: «Non possiamo fare altro che condividere, simpatizzare e prendere a cuore la sofferenza dei familiari. Non so se la magistratura italiana ha nuovi elementi, ma da parte vaticana abbiamo già dato tutti i chiarimenti che ci sono stati richiesti».

Però Pietro Orlandi conta ancora molto su un possibile intervento di Pietro Parolin, il nuovo Segretario di Stato al posto di Tarcisio Bertone. Parolin è interprete della corrente di rinnovamento voluta da papa Francesco.

R.Ru.