Immigrazione, l’altro
volto della speranza
senza pregiudizi

Scritto e diretto dal finlandese  Aki Kaurismäki, L’altro volto della speranza, film premiato quest’anno al festival di Berlino per la migliore regia, racconta con umorismo misto a realismo una storia attualissima di immigrazione.

Il regista Aki Kaurismäki

Il regista Aki Kaurismäki

Il destino di Khaled, immigrato siriano giunto clandestinamente a Helsinki, s’incrocia con quello di Wikhström, cinquantenne finlandese. Anche lui ha deciso di cambiare vita: ha lasciato moglie, lavoro e figli per aprire un ristorante con i soldi vinti a un tavolo di poker.

Dopo aver visto la sua domanda di asilo rifiutata, Khaled vive per strada. Una sera Wikhström lo trova nel cortile del suo ristorante e, colpito dalla sua storia, gli offre un letto e un posto di lavoro.

L’incontro cambierà la vita di entrambi. A poco a poco i due formano uno stretto sodalizio e, con gli altri dipendenti, trasformano il ristorante in una piccola comunità utopica.

«Con questo film – ha detto il regista – ho tentato di fare del mio meglio per rompere la prospettiva europea sui rifugiati, considerati spesso o come oggetti di pietà o come disturbatori economici».

 

Dal 6 aprile nei cinema