Per Virginia Raggi non c’è pace. Le ‘Iene’ hanno sollevato il caso delle firme irregolari per la sua candidatura al Campidoglio. La sindaca grillina di Roma ha assicurato: nessuna irregolarità, tutto a posto. La prima cittadina della capitale respinge i dubbi, sollevati dalle ‘Iene’ in un programma Mediaset, sulla regolarità delle firme presentate la scorsa primavera dal M5S per candidarla al Campidoglio.
La sindaca si è mostrata tranquilla. Alle domande ieri ha riposto: gli inviati delle ‘Iene’ sono andati in Alto Adige, «sono venuti anche in montagna», sulle piste innevate delle Dolomiti per chiederle dei chiarimenti quando era in vacanza. Ma non c’è niente di anormale: «Abbiamo sempre risposto tramite i delegati di lista, che sono peraltro due avvocati, mi hanno rassicurato». La Raggi, però, vuole andare a fondo: «Comunque effettueremo anche ulteriori accertamenti e verifiche, ma da quello che mi viene rappresentato dai miei stessi delegati non c’è alcuna irregolarità».
A Roma si gioca una partita politica importante, anche sotto un profilo nazionale. Beppe Grillo non a caso torna a difenderla, pur non avendo risparmiato critiche in passato alle sue scelte. Il garante dei cinquestelle ha polemizzato su Facebook: «Mettetevi l’animo in pace: la Raggi è legittimamente sindaco di Roma votata da più dei due terzi degli elettori romani».
Se crollasse la giunta Raggi, già colpita da scandali, dimissioni a catena e inchieste giudiziarie, sarebbe un bruttissimo colpo per la credibilità del M5S come forza di governo. Non a caso il Pd picchia duro. Matteo Renzi ha attaccato: «Se la Raggi avesse avuto la tessera del Pd, il blog di Beppe Grillo l’avrebbe disintegrata ogni giorno con post virali e accuse infamanti. Ma siccome lei appartiene al movimento, loro la difendono». Come finirà? Il segretario dimissionario del Pd lascia la palla nelle mani delle toghe: «Se ci sono firme false lo dirà la magistratura, non una trasmissione televisiva».
Certo, tra i pentastellati la preoccupazione è forte. Per le elezioni comunali del 2012 a Palermo, il M5S ha visto 14 indagati per le firme false, tra i quali 3 parlamentari. È stato un bruttissimo incidente per l’immagine di onestà e trasparenza del M5S.
Adesso è suonata l’allerta massima tra i cinquestelle. Il caso sollevato dalle ‘Iene’ può trasformarsi in una pericolosa mina per Virginia Raggi e Beppe Grillo.
R. Ru.