“Libertà! Gli studenti
non si manganellano”

La libertà di manifestare è il fondamento della democrazia. Purtroppo questa libertà è stata messa in discussione a Pisa e a Firenze. Sono molti gli attestati e le manifestazioni di solidarietà in tutta Italia verso gli studenti manganellati a Pisa e a Firenze dalla polizia venerdì 23 febbraio. Il capo dello Stato Mattarella ha chiamato la presidente del Consiglio Meloni e il ministro dell’Intento Piantedosi. Sergio Mattarella ha definito “un fallimento” l’uso del manganello.

Pisa, La polizia manganella gli studenti

La polizia manganella gli studenti

Gli studenti protestavano in piazza pacificamente pro Palestina ma sono stati caricati dagli agenti e alcuni sono rimasti feriti. Le manifestazioni di solidarietà in particolare sono venute dal mondo della scuola. Da Palermo un gruppo d’insegnanti del Liceo Classico Vittorio Emanuele II si è posto a fianco degli studenti colpiti a manganellate. Pubblichiamo la loro presa di posizione.

«Noi a scuola facciamo così:

Noi a scuola insegniamo l’educazione civica.

Noi a scuola insegniamo il rispetto delle leggi.

Noi a scuola insegniamo i valori della Costituzione Repubblicana.

Noi a scuola insegniamo il rispetto dell’altro.

Noi a scuola insegniamo la libertà di espressione.

Noi a scuola insegniamo il valore dell’argomentazione a sostegno della propria opinione.

Noi a scuola insegniamo il valore della parola contro l’esercizio della forza fisica.

Noi a scuola insegniamo il valore della parola non ostile.

Noi a scuola insegniamo la storia greca e la storia romana.

Noi a scuola insegniamo che in Grecia e a Roma esistevano spazi pubblici come l’agorà e il foro a cui nessuno poteva sognarsi di interdire l’accesso a nessuno, e che nessun cittadino poteva usare violenza fisica contro un altro cittadino, e che quando questo accadeva (perché è anche accaduto) sono stati i periodi più bui della storia della Grecia e di Roma: si chiamava guerra civile.

Sergio Mattarella e Giorgia Meloni

Noi a scuola insegniamo la storia delle rivoluzioni.

Noi a scuola insegniamo la storia della democrazia.

Noi a scuola insegniamo la storia delle lotte per i diritti.

Noi a scuola insegniamo la dichiarazione dei diritti dell’uomo.

Noi a scuola insegniamo l’habeas corpus.

Noi a scuola insegniamo che la legge non può prevaricare sulla dignità della persona e non può mettere in pericolo l’incolumità fisica dell’individuo.

Noi a scuola insegniamo che l’odio è una cosa brutta.

Noi a scuola insegniamo che la violenza è una cosa brutta.

Noi a scuola insegniamo la lotta alla violenza in tutte le sue forme: bullismo e cyberbullismo, femminicidio, mafia, guerra.

Noi a scuola insegniamo la cittadinanza.

Noi a scuola insegniamo che la cittadinanza è partecipazione.

Noi a scuola insegniamo la legalità.

Noi a scuola insegniamo la pace.

Noi a scuola insegniamo il valore della diplomazia per risolvere i conflitti internazionali.

Noi a scuola insegniamo il valore della nonviolenza e del dialogo per risolvere tutti i conflitti.

Le ragazze e i ragazzi di Pisa e di Firenze hanno dimostrato di aver imparato quello che da decenni di storia repubblicana noi gli insegniamo a scuola. E ci hanno restituito la lezione.

Le ragazze e i ragazzi di Pisa e di Firenze per questo sono stati caricati, umiliati, terrorizzati, picchiati a sangue.

Forse è questo che si intende per educazione ai sentimenti e all’affettività?

Diteci dove abbiamo sbagliato».

Firmato: un gruppo di docenti del Liceo Classico Vittorio Emanuele II di Palermo