Sciascia? “Diritto,
giustizia, terra,
pane, donne”

Uno studioso francese, James Dauphinè, chiede a Leonardo Sciascia quali sono le parole per lui più significative. Sciascia risponde: “terra, pane, donne, mistero”.  Anni dopo Sciascia conferma quella scelta, si riferiscono alla sfera dei sentimenti, «la base stessa della nostra vita», spiega. Ma ne aggiunge altre due, legate alla sfera della ragione; le parole sono giustizia e diritto.

Diritto, Leonardo Sciascia

Leonardo Sciascia

Giustizia e diritto per come sono concepiti, per come li si vuole concepire, si riflettono poi nella qualità del sistema giudiziario, notoriamente e da una stragrande maggioranza di cittadini valutato come pessimo. Eppure chiunque legga un giornale, e in particolare quelli ritenuti più autorevoli, o guardi una qualsivoglia trasmissione televisiva di cosiddetto approfondimento, raramente troverà dibattuto questo tema.

Eppure è una questione che riguarda tutti indistintamente, non solo perché tutti indistintamente possono diventare vittime di questi micidiali ingranaggi anche se non si fa nulla per finirci. Riguarda tutti anche per il solo fatto che la mala giustizia costa due punti di Pil ogni anno; un enorme danno che non viene pagato da un’entità astratta e lontana, lo Stato; il fatto è che lo Stato siamo ciascuno di noi in quanto contribuenti. Eppure sporadicamente, superficialmente, banalmente la questione viene discussa non solo dal Governo e dai partiti che lo sostengono, ma anche dalle opposizioni, che sono, se possibile, ancora più latitanti ed evasive, indifferenti. Di fatto complici e corresponsabili della situazione.   

Diritto, La Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione

Si prenda un caso emblematico di una più generale situazione. Due magistrate della procura di Trani aprono un’inchiesta nei confronti del sindaco della città. Siamo nel 2014. Il sindaco viene arrestato, si dimette da sindaco, comincia il suo calvario giudiziario. Otto anni dopo la Corte di Cassazione lo assolve con formula piena. Riconosciuto innocente, ma politicamente rovinato, e con una lunga detenzione alle spalle.

Errore giudiziario? C’è qualcosa di molto più grave. La Cassazione accerta che i due magistrati titolari dell’inchiesta hanno intimidito e minacciato i testimoni per obbligarli a sostenere il loro castello accusatorio. Violenza sui testimoni per accreditare un teorema giudiziario che ha portato in carcere un innocente e gli ha rovinato la vita. Come interviene il Consiglio Superiore della Magistratura: trasferendo i due magistrati, uno a Torino, l’altro a Milano. Di film di questo tipo se ne possono vedere un po’ tutti i giorni. Beninteso: a patto, di saperli e volerli vedere. Questa la situazione, questi i fatti.