Fusione Fca-Psa
nonostante il Covid-19

La mega fusione tra Fca e Psa è confermata. John Elkann e Carlos Tavares hanno smentito i dubbi emersi nei mercati internazionali dopo lo scoppio della sciagura umana del Coronavirus dalle pesantissime conseguenze economiche. Il tracollo delle quotazioni azionarie e delle vendite dei due gruppi automobilistici aveva fatto circolare delle voci sull’annullamento della progettata fusione.

Fusione, John Elkann

John Elkann

Elkann, in una lettera agli azionisti Exor (la società della famiglia Agnelli proprietaria di Fiat Chrysler Automobiles), per primo ha ribadito la bontà del “matrimonio”: «Siamo molto fiduciosi di riuscire a raggiungere le sinergie dichiarate di circa 3,7 miliardi di euro all’anno stante la situazione attuale». Quel «stante la situazione attuale» è stata una precisazione molto apprezzata dai sindacati perché smentisce ogni ipotesi di chiusura di fabbriche. Il presidente di Fca e di Exor ha parlato dei disastri causati dal Covid-19 («eventi inimmaginabili che stiamo vivendo») ma ha escluso che questa sciagura possa impedire la “fusione paritaria” con Psa. Ha ricordato: la famiglia Agnelli già in passato «ha superato guerre, rivoluzioni, crisi, pandemie».

Fusione, Carlos Tavares

Carlos Tavares

Carlo Tavares ha fatto un discorso analogo in un messaggio ai dipendenti Psa. Il progetto di fusione va realizzato rapidamente: «Prima è, meglio è». L’amministratore delegato del gruppo automobilistico francese ha commentato positivamente l’attività dei gruppi di lavoro all’opera per integrare stabilimenti e produzioni delle due multinazionali: nonostante la crisi della pandemia «stanno mantenendo e addirittura accelerando il ritmo del progetto» per arrivare alla fusione.

Secondo gli accordi firmati nei mesi scorsi la fusione paritaria” dovrebbe essere realizzata tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021.

Sia Fca e sia Psa hanno chiuso temporaneamente gli impianti produttivi per non mettere in pericolo la salute dei lavoratori, del resto la domanda di automobili è quasi crollata a zero dopo il blocco delle attività produttive non essenziali deciso dai governi europei e da quello statunitense. Il Lingotto ha già raggiunto un accordo con i sindacati sulle misure per la protezione della salute del personale da adottare alla ripresa del lavoro.