Aperitivi virtuali contro
la depressione da virus

Aperitivi virtuali. La domanda è provocatoria: «Che fai stasera?». Sento al telefono una lieve risatina, poi arriva la risposta di mio cugino di Milano alle prese con il Coronavirus: «Tra poco ho un appuntamento per un aperitivo. Noi milanesi non rinunciamo allo Spritz». Scettico obietto: «Come?» Risponde: «Ci diamo appuntamento con degli amici e facciamo un brindisi virtuale. È anche un modo per fare due chiacchiere, per non perdere i contatti umani».

Aperitivi virtuali, Tutto pronto per un aperitivo virtuale

Tutto pronto per un aperitivo virtuale

Io che non sono un “nativo digitale” alla fine capisco. Si apre il computer e ci si affida a un programma delle nuove tecnologie informatiche: «Ciao! Come stai? Lavori da casa o vai in ufficio?». È un modo per cercare di sdrammatizzare un problema serio per Milano, per l’Italia e per tutta l’Europa. Così non si interrompe l’abitudine dell’aperitivo con gli amici e si rompe l’isolamento da reclusi in casa per combattere il contagio da virus cinese, particolarmente alto in Lombardia. Internet (più esattamente le applicazioni di colossi della Rete come Facebook, Skype, WhatsApp) permette il miracolo di intrattenersi tramite il video del computer di casa con molti amici diversi, dislocati anche a decine di chilometri di distanza. Anzi consente di parlare e di vedersi anche con amici residenti in città molto lontane: Londra, Parigi, New York.

Aperitivi virtuali, Una ragazza a piazza Duomo a Milano

Una ragazza a piazza Duomo a Milano

Non solo. Le possibilità di uso sono molte. Gli aperitivi virtuali sono molto gettonati, ma anche le cene telematiche vanno forte. Anche in questo caso c’è un appuntamento: all’ora X scatta la connessione via computer e si cena insieme, ma qualcuno è a Milano e qualcun altro a Roma o a Napoli.

Prodigi della tecnologia, tengono su il morale. Tra tante dolorose tristezze dei lugubri conteggi televisivi sui contagiati e i morti da Covid-19, è una forma di reazione per tenere in piedi i diversi gruppi di aggregazione umana: figli, genitori, famigliari di diversa natura, amici. Mettono i brividi i martellanti e pur necessari spot televisivi: «Emergenza Coronavirus. Resta in casa». Gli aperitivi virtuali sono un mezzo per combattere l’isolamento e il pericoloso scivolamento nella depressione da virus.

Ragazzi con mascherine a piazza Duomo

Ragazzi con mascherine a piazza Duomo

La tecnologia digitale permette altre meraviglie che annullano il muro della distanza fisica. Si può vedere un film da casa sul computer senza andare al cinema e sono a disposizione anche pellicole appena uscite. La scelta c’è su apposite piattaforme: Chili, Netflix, Prime Video di Amazon.

Si possono visitare perfino i più famosi musei di tutto il mondo senza uscire da casa e usando il video del computer. Le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma, ad esempio, hanno organizzato visite virtuali guidate alle esposizioni e alle mostre allestite a Palazzo Barberini e alle Gallerie Corsini. La direttrice del museo Flaminia Gennari Santori ha spiegato: «Siamo sempre aperti nelle modalità consentite in questo periodo di crisi cercando di assolvere al nostro compito di museo e rispondendo ad ogni richiesta, domanda, necessità del nostro pubblico».

 

R.Ru.