La notizia è di alcuni giorni fa: la Cina ha finalmente approvato la bozza di legge per mettere al bando immediato la vendita e il consumo di animali selvatici. Sembra che da lì, dal cosiddetto salto di specie, sia partita la diffusione del temibile Covid-19, il Coronavirus che sta spaventando il mondo intero e che vede l’Italia al non invidiabile terzo posto per numero di persone finora infettate sul pianeta.
Ma l’uso discutibile e nocivo di mangiare e commercializzare anche da vivi animali selvatici (pensiamo ai pipistrelli piuttosto che ai pangolini, o allo zibetto, all’origine della Sars) è colpevole e da stigmatizzare così come è da condannare la proliferazione nel mondo occidentale degli allevamenti intensivi in cui pollame, suini, bovini nascono solo allo scopo di cibarci, vivendo in condizioni innaturali, crudeli, aggravate dalla somministrazione di antibiotici e di ormoni che finiscono nei nostri corpi, alterando le nostre difese immunitarie e in generale le nostre condizioni di salute.
È ora di dire basta a tali pratiche. La natura sembra infatti ribellarsi a questo agire sconsiderato degli uomini. Il mondo da salvare si difende anche con le nostre sane abitudini alimentari. La scelta è nostra: possiamo continuare a far finta di non capire, rischiando la nostra distruzione e quella della Terra in cui viviamo, già messa a dura prova dai mutamenti climatici in atto, oppure possiamo prenderci cura del nostro pianeta anche con nostri piccoli comportamenti quotidiani che possono fare la differenza.
È questo il tema affrontato nel convegno sui cambiamenti climatici Il clima nel piatto che si è svolto il 26 febbraio nella sala della Protomoteca del Campidoglio. L’incontro, organizzato dal Comune di Roma in collaborazione con Animal Aid, Roma M.E.T.A. (Movimento Etico Tutela Animali e Ambiente), TDA (Comitato Tutela Diritti Animali) e Unitiperloro, è stato presentato dal presidente commissione Ambiente Roma Capitale Daniele Diaco ed è stato incentrato sul legame tra riscaldamento globale e alimentazione.
Il professor Antonello Pasini, fisico climatologo del Cnr e docente di Fisica del Clima a Roma Tre, ha dettagliatamente illustrato l’aggravarsi delle condizioni di salute della Terra a causa della produzione di CO2 e quanto questo determini i cambiamenti climatici evidenti negli ultimi cento anni. Il nesso inscindibile tra il nostro modo di alimentarci e l’ambiente sono stati spiegati da Emiliano Merlin, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, che ha spiegato quanto il metano aggravi l’effetto serra e che occorrono ben 15.000 litri di acqua per produrre un chilogrammo di carne bovina.
Esiste un problema etico rispetto al maltrattamento degli animali, questo è certo, ma non è da sottovalutare nemmeno l’alto livello di inquinamento che gli allevamenti intensivi producono sull’ambiente. Occorre riflettere su questi dati e cambiare i nostri stili di vita innescando cicli virtuosi dal basso.
Salvare il pianeta dunque rispettando la natura, i suoi cicli, la biodiversità. Ed è questo il contenuto del lavoro presentato nel corso del convegno dall’illustratrice, Simona Piccolini, che ha presentato il video I Diritti della natura, come appello alle Nazioni Unite per l’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti della Madre Terra.
«Per garantire i diritti umani è necessario riconoscere e difendere i diritti della Madre Terra e di tutte le sue creature- sostiene la giovane illustratrice- è questo il messaggio che mi propongo di diffondere attraverso le immagini del video I Diritti della Natura, dedicate soprattutto ai più piccoli, oltre che a giovani e adulti».
Il video racconta il percorso svolto per dar voce alla Dichiarazione attraverso una sequenza di magnifiche illustrazioni. Il video stesso è dunque un inno alla bellezza di tutte le creature e un appello alla loro salvaguardia. «È importante considerare collegate la salute umana e quella della natura nel creare sistemi giuridici e amministrativi per un’effettiva protezione contro i danni ambientali e quindi per una reale tutela dei diritti umani – spiega Simona Piccolini – l’intenzione di proteggere la vita in ogni sua forma deve essere sostenuta oltre che dal rispetto anche dall’aver preso coscienza che ogni fenomeno è collegato agli altri e che non esiste emergenza più impellente del risanare la salute del pianeta. Per questo ho illustrato allegramente la Dichiarazione, consapevole che l’esistenza umana dipende anche da un’ape, da un seme e da un filo d’erba. Mi piacerebbe rivolgere questo appello anche al presidente Mattarella».
Il legame tra riscaldamento globale e alimentazione dunque è il tema trattato dai molti studiosi intervenuti al convegno nelle sue molteplici sfaccettature: il fisico del clima del CNR Antonello Pasini, Ennio La Malfa dell’Accademia Kronos, Emiliano Merlin dell’Osservatorio Astronomico di Roma Inaf, l’attivista per i Diritti Animali Ugo Bettio, il Prof. Bruno Fedi del Movimento Antispecista.